
Il presidente della Repubblica Srpska, Milorad Dodik, ha rilasciato una dura dichiarazione a Brian Aggeler, capo della missione OSCE in Bosnia-Erzegovina, contestando la reale efficacia e la natura dell’attuale stato bosniaco. Secondo Dodik, il Paese rispetta l’accordo di Dayton solo in minima parte e ancor meno la sua stessa Costituzione, con una governance sempre più disfunzionale.
Dodik ha affermato che parlare di stato di diritto e rispetto delle istituzioni in Bosnia-Erzegovina è assurdo, considerando che leggi e costituzione sono state dirottate da forze esterne, sostenute proprio da figure come Aggeler. «Lei sostiene azioni che non rappresentano la posizione degli Stati membri dell’OSCE, ma solo la sua opinione personale», ha sottolineato.
Inoltre, Dodik ha messo in evidenza la contraddizione di Aggeler, cittadino statunitense, che definisce la Bosnia-Erzegovina «complessa», ignorando che anche gli USA sono una federazione con poteri ben definiti agli stati federali. Ha chiesto retoricamente: «Tollererebbe che un funzionario straniero privasse il Texas o la California di diritti fondamentali come voto, proprietà o libertà di opinione?»
Secondo Dodik, la Bosnia-Erzegovina così come la descrive Aggeler esiste solo in una finzione degna di Orwell, nei manuali delle dittature o nella mente di certi diplomatici. Non esiste né a Dayton, né nella Costituzione, né nella democrazia reale del Paese. Ha definito incredibile che un capo della missione OSCE rimanga in silenzio di fronte a interventi illegittimi di stranieri che approvano leggi e tentano di rimuovere funzionari eletti, facendo un parallelo con il Montana.
Concludendo, Dodik ha affermato che la Bosnia-Erzegovina non ha bisogno di un «piantagrane esperto in diplomazia», ma di rispetto, uguaglianza e dialogo — elementi che, a suo dire, Aggeler ignora o evita deliberatamente.
Sul social network X, Dodik ha chiuso con un messaggio di buon viaggio a Aggeler, invitandolo a non portare la Bosnia-Erzegovina con sé come «souvenir», perché il popolo bosniaco non è una colonia e lo spirito autentico della Bosnia-Erzegovina è scomparso solo nella mente di chi la vuole vedere come una terra di fantasmi. «Come cristiano, non credo ai fantasmi, credo in Dio», ha concluso.