
(AGENPARL) – ven 13 gennaio 2023 Il professore di diritto amministrativo dell’Università di Perugia
ascoltato in audizione dalla Commissione d’inchiesta antimafia dell’Assemblea
legislativa
(Acs) Perugia, 13 gennaio 2023 – La Commissione d’inchiesta antimafia
dell’Assemblea legislativa, presieduta da Eugenio Rondini, ha ascoltato ieri
in audizione il professor Enrico Carloni, ordinario di diritto amministrativo
dell’Università di Perugia, dipartimento Scienze politiche, sulla proposta
di legge che prevede “Modificazioni alla legge 16/2012 (Misure per
l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore del contrasto e
prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione
della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile; Integrazione
alla legge 13/2008 recante disposizioni sul sistema integrato di sicurezza
urbana).
Il professor Carloni lo ha definito “un testo abbastanza ambizioso e di
nuova generazione rispetto alla legge precedente, di cui va rafforzata forse
l’organicità. Credo che il tentativo che debba essere fatto è quello di
renderla per quanto possibile realmente operativa, perché spesso il limite
di queste leggi, anche nelle altre regioni, è quello di rimanere sulla carta
come ottima presentazione di intenti ma poi non avere le gambe per procedere.
Queste leggi regionali moderne – ha aggiunto il professore – hanno un
difetto di impostazione: è ben curato l’aspetto culturale della promozione
della legalità, ma bisogna trovare meccanismi per renderlo operativo, dai
corsi sulla legalità all’Università e nelle scuole al sostegno alle tesi
di laurea, se no c’è il rischio che rimangano disposizioni vuote, quando
non è chiara la dotazione economica. Necessario anche coinvolgere
maggiormente l’Università”.
Fra gli aspetti esaminati nell’audizione anche quello della formazione sul
personale pubblico: “una leva importante – ha detto Carloni – per
riconoscere i fenomeni corruttivi e articolare una risposta efficace, ma
dovrebbe essere estesa al tema del contrasto alla criminalità e anche alla
gestione dei beni sequestrati. C’è il Piano nazionale anticorruzione, ora
integrato con il PIAO degli enti locali (Piano integrato di attività e
organizzazione), con cui ogni amministrazione fornisce degli indirizzi:
potremmo dare indirizzi al responsabile per indagare se ci sono altre
problematiche, lavorare o su una sezione anticorruzione del PIAO o su una
sezione aggiuntiva legalità e contrasto alla criminalità. Bisognerebbe
anche valorizzare di più la trasparenza come strumento di contrasto alla
criminalità, con forme di monitoraggio anche civico, ed estendere le
disposizioni anche agli altri enti territoriali e alle partecipate. Occorre
evitare il rischio di trovarsi con troppi soggetti diversi: la commissione,
l’osservatorio antimafia, il comitato tecnico scientifico della Giunta per
sicurezza e vivibilità, l’osservatorio previsto per legge sulla
valorizzazione dei beni confiscati. Troppi soggetti, comitati e tavoli
rischiano di appesantire la regia delle operazioni. Suggerirei di articolare
un Piano triennale di interventi su cui annualmente l’assessore competente
relazioni all’Aula, per tradurlo in misure operative della sezione Piao.
Per quanto riguarda i contratti, è in corso di adozione un nuovo Codice,
quindi occorrerà ritornare sulla materia una volta compresi gli spazi
regionali in materia di contratti pubblici. Segnalo anche temi che non ci
sono nella legge, come il conflitto di interessi o il controllo delle lobby
attraverso l’agenda degli incontri; il rischio è guardare al fenomeno
criminale come a un contesto esterno, quando occorre creare un ambiente
istituzionale particolarmente refrattario alle infiltrazioni criminali”.
Ringraziando il professor Carloni per il suo contributo, il presidente della
Commissione antimafia dell’Assemblea legislativa Eugenio Rondini ha
definito “fondamentale questo scambio di informazioni sulla proposta di
legge che è allo studio dalla scorsa legislatura (iniziativa degli ex
consiglieri regionali Leonelli, De Vincenzi, Casciari, Fiorini, Liberati,
Rometti, Solinas e Morroni,, ndr.) e che contiamo di migliorare anche grazie
alla preziosa collaborazione con l’Università. L’incontro di oggi con il
professor Carloni è il primo ma non sarà l’unico, piuttosto l’inizio di