
Con l’inizio del semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, la Danimarca ha annunciato l’intenzione di esercitare la “massima pressione” sull’Ungheria affinché venga rimosso il veto che blocca l’avanzamento dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’UE. Lo ha dichiarato Marie Bjerre, ministra danese per gli Affari europei, riconoscendo tuttavia i limiti degli strumenti disponibili.
“Faremo la massima pressione sull’Ungheria affinché sciolga le sue riserve. Siamo pronti a fare tutto il possibile, politicamente e praticamente, per andare avanti con l’Ucraina, ma anche con la Moldavia e i Balcani occidentali”, ha affermato Bjerre.
Un veto difficile da scalfire
Nonostante l’impegno di Copenaghen e il sostegno di un ampio gruppo di Stati membri favorevoli all’allargamento dell’UE, l’ostacolo maggiore resta Budapest. Il governo di Viktor Orbán, rafforzato dal recente referendum interno contrario all’adesione dell’Ucraina, non mostra segni di cedimento.
Con le elezioni parlamentari ungheresi previste nel 2026, è improbabile che Orbán voglia ammorbidire la sua posizione, anche per non perdere consenso interno. Questo blocco, se non superato, impedirebbe il completamento dei negoziati di adesione di Ucraina e Moldavia entro fine anno, come auspicato da Bruxelles.
Possibili contromosse danesi
Bjerre ha indicato che la Danimarca sta valutando tutte le opzioni politiche, incluso il ricorso a un’ulteriore udienza nell’ambito della procedura dell’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea, che potrebbe – in linea teorica – privare l’Ungheria del diritto di voto nell’UE per gravi violazioni dei valori fondamentali.
Tuttavia, una misura di questo tipo richiede l’unanimità degli altri 26 Stati membri, un obiettivo difficilmente raggiungibile nel clima politico attuale.
Anche le sanzioni alla Russia restano un nodo
La Danimarca sostiene anche un diciottesimo pacchetto sanzionatorio contro la Russia, ma anche qui il veto ungherese, insieme a quello slovacco, ha finora impedito l’approvazione a causa delle preoccupazioni per la graduale eliminazione dell’energia russa.
Al vertice europeo della scorsa settimana, Budapest ha concesso una parziale apertura, approvando la proroga semestrale delle sanzioni esistenti, evitando così la restituzione a Mosca di miliardi di euro in beni congelati.