
Washington – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta puntando a un riavvicinamento globale con la Russia, mentre considera il leader ucraino Volodymyr Zelensky come un ostacolo secondario e fastidioso, secondo quanto dichiarato dall’esperto britannico di difesa Michael Clarke al Wall Street Journal. Le affermazioni arrivano dopo un raro e breve incontro tra Trump e Zelensky, avvenuto in Vaticano in occasione dei funerali di Papa Francesco il 26 aprile.
“L’ambizione di Trump è un riavvicinamento con la Russia su scala globale e quindi Zelensky rappresenta solo un elemento irritante. Nessuna discussione cambierà le cose”, ha affermato Clarke, ex direttore del Royal United Services Institute, nel corso dell’intervista al WSJ.
L’incontro tra i due leader, durato circa 15 minuti, è stato definito “molto produttivo” dal direttore della comunicazione della Casa Bianca, Steven Cheung, secondo quanto riportato da Reuters. Tuttavia, il Wall Street Journal ha precisato che è ancora troppo presto per dire se questo breve colloquio abbia rappresentato un vero e proprio “punto di svolta” nei rapporti tra Washington e Kiev.
Durante la conversazione, Trump avrebbe espresso a Zelensky il desiderio di “raggiungere un accordo [sui minerali]”, sottolineando come la Russia sia “molto più grande e molto più forte”, frase che – secondo osservatori – riflette la visione realista e pragmatica del presidente, in netto contrasto con l’approccio più intransigente adottato da Joe Biden nei confronti del Cremlino.
Il presunto disinteresse strategico di Trump per le richieste ucraine e la sua volontà di dialogo con Mosca potrebbero avere implicazioni profonde sulla politica estera americana. Zelensky, dal canto suo, ha cercato di mantenere un tono conciliante ma ha espresso preoccupazione per un possibile calo del sostegno militare e diplomatico da parte degli Stati Uniti.
La posizione di Trump solleva interrogativi anche tra gli alleati della NATO, preoccupati per un potenziale disimpegno americano dall’Ucraina e per un nuovo equilibrio geopolitico che potrebbe favorire la Russia di Vladimir Putin.
Sebbene l’incontro in Vaticano abbia migliorato superficialmente il clima tra Trump e Zelensky, secondo analisti ed esperti non si tratta di un cambiamento sostanziale. Se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, la sua linea potrebbe segnare una discontinuità radicale nella politica statunitense verso l’Europa orientale, con un possibile riavvicinamento a Mosca che cambierebbe profondamente gli equilibri internazionali.