
Illustrissimi,
sono certo che la Pubblica Sicurezza vegli instancabilmente sul mantenimento dell’ordine pubblico, sulla sicurezza dei cittadini e sulla tutela della proprietà, proprio come recitano i testi di legge e i manuali d’istruzione che sicuramente giacciono impolverati su qualche scrivania. Eppure, pare che l’antica arte della composizione bonaria dei dissidi privati si stia trasformando in un gioco di enigmistica.
Dovrebbe essere semplice: un cittadino si reca al commissariato per presentare un esposto, un agente di Pubblica Sicurezza accoglie la richiesta, redige un verbale, cerca di risolvere il problema e tutto fila liscio. Ma la realtà, ahimè, è più creativa della teoria.
Ecco alcuni spunti di riflessione che invito le SS.VV:
Creatività legislativa. Quando un agente cita, con grande sicurezza, l’articolo 1 del R.D. 18 giugno 1931 n. 772, ignorando che il vero Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza è il n. 773, dobbiamo pensare che sia una svista o una rivoluzionaria reinterpretazione giuridica?
Dove lo porto l’esposto? L’agente dice che deve essere presentato solo al commissariato di competenza territoriale. Ma è noto che può essere presentato ovunque. Dev’essere una nuova strategia per incentivare il turismo interno tra i vari commissariati di Roma?
Civile o penale? Il grande quiz dei commissariati. Un cittadino si reca al Commissariato di P.S. dei Parioli e si sente dire che la sua questione è di natura civile. Prova al Commissariato di P.S. Flaminio Nuovo e gli dicono che è penale. Chi ha ragione? Forse serve un televoto per decidere?
Persona fisica vs. persona giuridica: un mistero irrisolto. Quando al Commissariato di P.S. la differenza tra persona fisica e persona giuridica (leggasi società privata) diventa un rebus….
Esistono limiti per i verbali di accettazione degli esposti? Le nuove linee guida prevedono limiti specifici per il deposito di questi verbali ai sensi dell’articolo 1 del R.D. 18 giugno 1931 n. 773? E, soprattutto, i giornalisti rientrano in qualche restrizione speciale? O dobbiamo aspettarci un’altra interpretazione fantasiosa?
Visto il quadro, mi chiedo: la formazione continua del personale della Polizia di Stato sta realmente garantendo professionalità ed efficienza? O si tratta di una forma di arte contemporanea che sfugge alla nostra comprensione?
E mentre tutto questo accade, ci inoltriamo al Giubileo. Siamo davvero pronti ad accogliere milioni di pellegrini con questo livello di preparazione? Ah, a saperlo…
In attesa di illuminanti risposte, Vi porgo i miei più rispettosi saluti.
