
(AGENPARL) – Mon 17 March 2025 **Giovanisì, Giani alla giornata dedicata al “Coraggio di costruire la
pace”**
/Scritto da Sara Ghilardi, lunedì 17 marzo 2025 alle 15:53/
“Per favore meno paleolitico e più Novecento, perché dobbiamo
comprendere quello che ci circonda”. Poi ancora: “cultura ed educazione
alla pace servono ad evitare che l’umanità scompaia”; “Serve il
coraggio di ascoltare le ragioni dell’altro, di comprenderle”. Le parole
scorrono nell’Auditorium della Camera di Commercio di Firenze, in piazza
dei Giudici, dove è in corso “Giovani toscani e il coraggio di costruire
la Pace”. L’evento, nel percorso partecipativo “Task force Giovanisì”,
coinvolge i rappresentanti degli studenti in Consiglio d’istituto, Consulta
provinciale, Parlamento degli studenti di tutta la Toscana. In tutto oltre
350 tra ragazze e ragazzi in sala.
Il presidente Eugenio Giani interviene dal palco. “E’ molto bello che
attraverso Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia
dei giovani, si parli di educazione alla pace, quale valore fondamentale su
cui costruire lo sviluppo delle comunità e della società, specie in un
momento in cui è messa così in discussione dai conflitti nel mondo.
Questo contesto rende ancora più importante parlare di formazione, di
cultura e di educazione alla pace. Oggi qui dobbiamo fugare la concezione
della massima si vis pacem para bellum: proviamo a costruire un’autentica
convivenza tra i popoli e questo parte soprattutto dai giovani”.
Non è un momento qualunque, in Toscana. Il presidente è in continuo
contatto con i sindaci e con il territorio per i danni dovuti al maltempo.
Si esce da giorni difficili e l’emergenza, spiega ai giornalisti che gli
chiedono aggiornamenti, ora riguarda la necessità di riparare i danni sul
territorio, al reticolo minore e non solo. “Permettetemi di ringraziare
anche i tantissimi giovani toscani che si sono impegnati per aiutare in
queste difficilissime ore. Il loro è un contributo straordinariamente
importante, ed è la conferma di quello che ho sempre percepito anche
attraverso le numerose iniziative organizzate da Giovanisì: la narrazione
che dipinge le nuove generazioni come disinteressate, egoiste e
semplicemente schiave dei social è falsa”, ha detto Giani. “Si tratta
piuttosto di una generazione che va sensibilizzata, ma che crede
nell’impegno sociale e nel senso di comunità. Lo abbiamo visto proprio
nelle circostanze di questa alluvione: ho visto tanti giovani mettersi gli
stivaloni, lavorare per liberare dal fango e farlo con entusiasmo, perché
sentivano che quello era il modo di dare qualcosa alla comunità in cui
vivono. Questa è stata una delle note certamente più positive di questi
giorni difficili”.
Tra i relatori il coordinatore del progetto Giovanisì e animatore della
giornata Bernard Dika; Massimo Manetti, presidente della Camera di
Commercio di Firenze che ospita l’evento; il giurista e filosofo del
diritto, Luigi Ferrajoli, che tiene una significativa riflessione “Per
una Costituzione della terra. L’umanità al bivio”.
In collegamento da Kiev Francesca Mannocchi, giornalista inviata di guerra
e scrittrice, quindi l’intervento di Giammarco Sicuro, inviato speciale Rai
esteri.
Bernard Dika tira le fila della giornata: “Per noi giovani la pace si
costruisce preparando la pace, non la guerra. Si fa abbattendo i muri,
alleando i popoli per una politica sovranazionale che ponga fine alla
guerra, contrasti il cambiamento climatico, le disuguaglianze, la povertà.
Solo insieme possiamo farcela, nessuno Stato al mondo da solo può
risolvere anche solo uno di questi problemi. Insieme a questo l’impegno
individuale nel ‘Cambio io, cambia il mondo’, perché la guerra sia
cancellata per sempre: perché la pace non è solo assenza di guerra ma un
atto quotidiano, è il modo in cui scegliamo di stare al mondo, di
riconoscere l’altro, di non chiudere gli occhi davanti all’ingiustizia”.
Spiega Luigi Ferrajoli: “Mi capita spesso di andare nelle scuole, i
giovani sono quelli che a volte mi chiedono: ma com’è possibile che di
fronte a tanti disastri e tanti pericoli una Costituzione della Terra non
sia stata già fatta, con alcuni pilastri elementari: come la messa al
bando delle armi, un demanio planetario, o un servizio sanitario mondiale?
Com’è possibile che nonostante la declamazione di tanti princìpi non si
sia ancora realizzato nulla di tutto questo? Forse unicamente perché tutto
ciò evidentemente non rientra negli interessi predominanti: un mondo
basato unicamente sull’economia infatti è affidato soltanto alla legge del
più forte e questa non può che comportare la crescita delle
disuguaglianze, delle violazioni dei diritti, l’indifferenza per le
sofferenze di un numero enorme di persone”.
Nel pomeriggio il confronto tra i giovani con il focus sulla relazione tra
conflitto e pace, declinata attraverso la risoluzione dei conflitti.