
Care colleghe e cari colleghi,
lo scorso 20 febbraio, dopo una breve malattia, è venuto a mancare il prof. Giovanni Scàmbia, chirurgo e oncologo di fama mondiale che, con le sue tecniche e i suoi approcci innovativi, ha rivoluzionato l’oncologia ginecologica. Nato a Catanzaro nel 1959, si laurea con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nel 1983. Nello stesso ateneo, nel 1987, consegue la specializzazione in Ginecologia. La sua carriera al Policlinico Universitario Agostino Gemelli si caratterizza per un’intensa attività clinica, accademica e di ricerca, culminata nella nomina a Direttore scientifico della relativa Fondazione. Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e membro del Consiglio Superiore di Sanità, è stato Direttore del dipartimento della Salute della Donna e del Bambino della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e Presidente della Società Italiana di Ginecologia. Autore di oltre 1100 pubblicazioni scientifiche, le sue doti professionali e umane hanno contribuito a far progredire la ricerca nel campo dell’oncologia ginecologica.
È anche grazie ai suoi studi se, in questi anni, sono stati raggiunti progressi inimmaginabili nel trattamento e nella cura di questi tumori. Al fine di offrire cure e terapie sempre più avanzate e mirate, la sua attività scientifica si era recentemente indirizzata verso lo studio di innovazioni come la biopsia liquida e l’intelligenza artificiale per migliorare la capacità di diagnosi, monitorare l’efficacia dei trattamenti e anticipare l’individuazione di eventuali recidive.
Membro di numerose società scientifiche internazionali, per i suoi meriti nel campo della medicina nel 2017 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Lo ricordiamo oggi anche per il suo costante e instancabile impegno nella formazione di generazioni di ginecologi e oncologi, ai quali ha insegnato prima di tutto a mettere la persona al centro del percorso terapeutico. La sua prematura scomparsa lascia un vuoto incolmabile nella comunità scientifica come nella vita di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo: colleghi, allievi e, in particolare, le sue pazienti per le quali si è speso fino all’ultimo dei suoi giorni. Il suo esempio continuerà a essere fonte di ispirazione per tanti giovani medici, ai quali in un video ha rivolto il suo ultimo, commovente messaggio, augurando loro di meravigliarsi dei progressi e delle conquiste raggiunte proprio come lui stesso continuava a meravigliarsi di dove si fosse arrivati. Alla moglie Emma, alla figlia Luisa e alla sorella Tommasella oggi qui presenti, esprimo quindi il più sincero sentimento di cordoglio e di vicinanza mio personale e della Camera dei deputati. Chiedo ora all’Assemblea di osservare un minuto di silenzio in sua memoria.