
Meta, la società madre di Facebook e Instagram fondata da Mark Zuckerberg, sta facendo passi da gigante nel mondo dei dispositivi indossabili basati sull’intelligenza artificiale con il suo nuovo progetto “Camerabuds”. Questi auricolari innovativi combinano audio, video e AI per creare uno strumento di raccolta dati senza precedenti, incarnando perfettamente il capitalismo di sorveglianza.
Secondo un rapporto di Information riportato da Android Authority, Meta sta sviluppando auricolari dotati di fotocamere e alimentati dall’intelligenza artificiale, noti internamente come “Camerabuds”. Questi dispositivi sono progettati per utilizzare funzionalità AI avanzate, come l’identificazione in tempo reale degli oggetti e la traduzione in lingua straniera, rivoluzionando il modo in cui gli utenti interagiscono con il mondo che li circonda. Questa tecnologia fornirebbe a Meta un accesso senza precedenti ai dati personali degli utenti e di chiunque interagisca con loro.
Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha mostrato un grande interesse per questo progetto, esaminando diversi concetti di design per auricolari in-ear e cuffie over-the-ear. La leadership dell’azienda vede gli auricolari basati sull’intelligenza artificiale come il prossimo passo nell’evoluzione della tecnologia indossabile, con la concorrenza pronta a seguire questo esempio.
Meta ha collaborato con Ear Micro, una società di elettronica con sede nel Kansas specializzata in auricolari “intelligenti”, per esplorare le potenzialità di questa tecnologia emergente. Tuttavia, il progetto deve affrontare diverse sfide tecniche prima di poter diventare realtà, come la potenziale ostruzione della fotocamera causata dai capelli lunghi e problemi di surriscaldamento.
L’interesse di Meta per i dispositivi indossabili basati sull’intelligenza artificiale è parte di una tendenza più ampia nel settore tecnologico. Anche OpenAI e Apple stanno esplorando dispositivi simili, mentre startup come Humane e Rabbit hanno già lanciato indossabili AI con vari gradi di successo.
Un aspetto cruciale che Meta dovrà affrontare riguarda le preoccupazioni sulla privacy legate all’uso delle fotocamere nei dispositivi indossabili. Questo richiama alla memoria la controversia scatenata dai Google Glass. Meta ha una lunga storia di raccolta dati dei consumatori per alimentare il suo modello di business basato sulla pubblicità, una pratica che ha portato alla nascita del termine “capitalismo di sorveglianza”. Un esempio precedente di questo approccio è la collaborazione di Facebook con Ray-Ban per produrre occhiali da sole con videocamere integrate nella montatura.
In conclusione, mentre Meta si prepara a lanciare i suoi “Camerabuds”, il dibattito su privacy e sorveglianza continua a intensificarsi. Se da un lato questi auricolari promettono di rivoluzionare l’interazione con l’ambiente circostante, dall’altro sollevano interrogativi cruciali sulla gestione dei dati personali e sull’invasione della privacy. Solo il tempo dirà se il pubblico abbraccerà questa nuova frontiera tecnologica o resisterà alle sue implicazioni etiche.