(AGENPARL) - Roma, 22 Dicembre 2023(AGENPARL) – ven 22 dicembre 2023 UFFICIO STAMPA
Comune di Ancona
largo XXIV Maggio, 1
Ancona, 22 dicembre 2023
DAL FUTURISMO ALL’INFORMALE, LE OPERE DEL MART ALLA MOLE.
DURANTE LE FESTE LA MOSTRA SI PUO’ VISITARE IL 23- 26-27-28-29-30
DICEMBRE E il 1-2-3-4- 6 GENNAIO. CON LO STESSO BIGLIETTO SI ACCEDE ALLA
CONTIGUA COLLEZIONE DELLA PINACOTECA CIVICA.
APPLICATE RIDUZIONI SIGNIFICATIVE PER ALCUNE CATEGORIE
Una visita alla mostra del momento, “DAL FUTURISMO ALL’INFORMALE”, che vede
esposta alla MOLE, nella SALA delle POLVERI, una prestigiosa selezione delle opere
provenienti dal MART di Trento Rovereto, potrebbe essere il valore aggiunto delle festività
natalizie da vivere in città. Con nuove riduzioni al costo del biglietto, fino a 5 euro, per
favorire specialmente giovani e giovanissimi, decise ieri dalla giunta comunale.
Chiusa nei soli giorni della vigilia, del Natale e di S. Silvestro la mostra segue i seguenti
orari (gli stessi del Museo Statale Omero all’interno della Mole):
26 Dicembre ore 10-19
1 Gennaio ore 16-19
6 Gennaio ore 10-19
Chiuso nei giorni 24-25-31 Dicembre
In generale questi sono gli orari di apertura:
Lunedì Chiuso
Mar – Ven 10-13 / 16-19 (ultimo ingresso alle 12:00 e alle 18:00)
Sab – Dom – Festivi 10-19 (ultimo ingresso alle 18:00)
Inaugurata l’8 dicembre dal Sottosegretario di Statoalla Cultura, Vittorio Sgarbi, presidente
del MART, “DAL FUTURISMO ALL’INFORMALE” annovera testimonianza di alcune delle
più importanti correnti artistiche del Novecento, dal Futurismo all’Arte Informale del
secondo dopoguerra, passando per la Metafisica, il Realismo Magico e l’Astrattismo.
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Dott. Rosanna Tomassini Dott. Federica Zandri Dott. Margherita Rinaldi
Lorella Alba
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Nella prima sala le opere di Fortunato Depero – artista trentino che nel 1914, a Roma, si
unisce al gruppo futurista – dialogano con quelle di Giacomo Balla e Gino Severini,
fondatori di questa avanguardia. Particolarmente suggestivo è il confronto tra l’arazzo di
Balla e le tarsie in panno che Depero produce nella sua Casa d’Arte, un’innovativa officina
di arti applicate aperta a Rovereto nel 1919. I due artisti avevano firmato, nel 1915, il
manifesto Ricostruzione futurista dell’universo e condividevano l’idea di “arte totale” con
l’obiettivo di ridisegnare l’estetica della vita quotidiana.
I dipinti degli aeropittori Tullio Crali e Mino Delle Site, infine, interpretano il tema
tipicamente futurista del dinamismo nella seconda stagione del movimento. L’esperienza
del volo permette a questi artisti di sperimentare una visione inedita e vertiginosa del
paesaggio.
Il Novecento italiano fra Metafisica e Astrattismo
Massimo Campigli, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico e Giorgio
Morandi sono fra i protagonisti dell’arte italiana tra le due guerre, che, declinando il
dettato di “ritorno all’ordine” trovano nel dialogo con l’arte antica motivi per un ritorno alla
figurazione. Le opere esposte, più tarde, testimoniano ancora i caratteri fondamentali della
ricerca di questi artisti: le infinite variazioni sul tema della natura morta in Morandi,
l’atmosfera sospesa e la semplificazione delle forme in Carrà e Casorati, la stilizzazione
arcaica delle figure femminili di Campigli e le atmosfere enigmatiche delle piazze e dei
manichini di de Chirico che riecheggiano la classicità. Negli anni Trenta si sviluppa in Italia
una corrente di arte astratta che vede in Carlo Belli il più importante teorico
dell’Astrattismo, in quanto autore del saggio Kn (1935) oltre che di varie opere pittoriche
fra cui Generazione di rosa, qui esposta accanto al lavoro di Mario Radice, un altro dei
pionieri dell’Astrattismo. Essi esponevano alla Galleria del Milione a Milano, importante
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centro di diffusione dei linguaggi artistici più all’avanguardia. L’astrazione, in questi anni, è
soprattutto di tipo geometrico e compone le forme ideate dalla mente umana in calibrati
giochi di equilibrio, armonia, modularità.
Dopo la guerra: Realismo vs Astrattismo
Nel secondo dopoguerra si fronteggiano due diverse concezioni dell’arte all’interno dello
stesso schieramento politico: Realismo versus Astrattismo. Renato Guttuso ed Emilio
Vedova sono entrambi iscritti al Partito Comunista Italiano, ma il primo sceglie un
linguaggio artistico più popolare e comprensibile, la figurazione, mentre il secondo muove
dal Futurismo e dall’Espressionismo verso una pittura astratta di carattere gestuale, simile
all’Action Painting americana. Nel 1950 anche Giuseppe Capogrossi si converte all’arte
astratta in parallelo alla ricerca di artisti più giovani come Carla Accardi e Gastone
Novelli, accomunati dalla ricerca sul segno.
La conquista dello spazio: Fontana e Burri
A partire dagli anni Cinquanta, gli artisti astratti sperimentano nuove strade. Alberto Burri
e Antoni Tàpies sondano le possibilità espressive di materiali poveri e tattili: sabbie che si
raggrumano sulla tela dell’artista spagnolo, vecchi sacchi o plastiche che Burri ricuce o
brucia. Nascono, così, opere rivoluzionarie ma che continuano a rispondere a un’esigenza
che Burri definisce “fare arte nello spazio di un quadro”, tenendo presente i valori che
contraddistinguono la pittura da secoli: forma, spazio, equilibrio compositivo. Ancora più
sovversiva appare l’azione compiuta da Lucio Fontana nei suoi Concetti spaziali, dove la
tela è bucata o tagliata in modo da oltrepassare un confine. “Io buco la tela e da là passa
l’infinito, apro una dimensione nuova che è quella dello spazio infinito” afferma il fondatore
dello Spazialismo, una delle neo-avanguardie del secondo Novecento. Mentre l’umanità si
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