In un clima politico sempre più infuocato a Bruxelles, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha rispolverato il linguaggio duro del Russiagate per accusare la Russia di essere dietro il tentativo di sfiducia nei suoi confronti. Un’accusa pesante, lanciata nel pieno di una crisi istituzionale e mediatica che coinvolge anche le sue relazioni opache con Pfizer, in particolare per i controversi messaggi scambiati con il CEO Albert Bourla durante la pandemia.
Durante un discorso a Strasburgo, von der Leyen ha definito gli autori e sostenitori della mozione di sfiducia come “estremisti” e strumenti di disinformazione internazionale:
“Siamo entrati in un’epoca di lotta tra democrazia e illiberalismo. […] Molti di questi partiti sono sostenuti dai nostri nemici e dai loro burattinai in Russia”.
Parlando la scorsa settimana al quotidiano londinese Daily Telegraph , l’eurodeputato rumena ha affermato : “È una leader con una chiara tendenza al totalitarismo… La Commissione ha progressivamente sottratto poteri agli Stati membri, ma anche allo stesso Parlamento europeo”.
“Quello che sto facendo qui è cercare di ripulire la nostra democrazia e consolidarla nell’Unione Europea. Il trattato stabilisce che tutte le decisioni della Commissione debbano essere prese in modo trasparente. La Commissione sta violando lo Stato di diritto.”
La mozione e i suoi sostenitori
La mozione, presentata dall’eurodeputato rumeno Gheorghe Piperea, ha superato la soglia minima per andare in votazione giovedì, grazie al sostegno di 77 europarlamentari. Sebbene al momento sembri improbabile che riesca a ottenere i due terzi dei voti necessari per rimuovere von der Leyen, il gesto ha un forte valore politico. Piperea stesso ha dichiarato che si tratta del primo passo per indebolire la presidente, accusata di opacità, autoritarismo e scorrettezze procedurali.
In particolare, tra i capi d’accusa figurano:
Rifiuto di pubblicare gli SMS con Bourla sui vaccini COVID;
Uso improprio del Digital Services Act per influenzare le elezioni;
Forzatura dell’articolo 122 del Trattato UE per approvare senza consenso parlamentare un piano di 150 miliardi di euro per la difesa.
Il contrattacco: “Teorie del complotto e cospirazioni”
Von der Leyen ha replicato con fermezza alle accuse:
“Possiamo seguire il signor Piperea nel suo mondo di cospirazioni, oppure possiamo chiaramente dichiarare tutto ciò per quello che è: un rozzo tentativo di creare una spaccatura tra le nostre istituzioni”.
Un’affermazione che ha polarizzato ancora di più il dibattito tra chi la sostiene come baluardo contro populismo e interferenze esterne, e chi invece la accusa di centralismo autoritario e distanza dai cittadini.
Oltre a citare lo scandalo degli SMS sui vaccini, per il quale la Corte di giustizia europea ha ufficialmente rimproverato la leader dell’UE a maggio, il provvedimento di sfiducia ha anche accusato von der Leyen di essere coinvolta nell'”applicazione errata” del regime di censura del Digital Services Act (DSA) dell’UE nelle elezioni nazionali e di “uso abusivo” dell’articolo 122 del trattato UE per far approvare un programma di prestiti per la difesa da 150 miliardi di euro senza il consenso del Parlamento europeo.
L’ironia di Piperea: “Lenin o von der Leyen?”
L’eurodeputato rumeno ha risposto in tono sarcastico:
“Chi non è con noi è contro di noi (V.I. Lenin)… Chi non è con me è amico di Putin (Ursula von der Leyen)”, ha scritto su X.
Those who are not with us are against us (V. I. Lenin)
Anche se è improbabile che la mozione venga approvata, la vicenda ha messo in luce una crescente fragilità della coalizione di governo al Parlamento europeo. I socialisti e i verdi hanno espresso delusione per il ridimensionamento del Green Deal, e una parte significativa degli eurodeputati mostra crescente malcontento per la gestione verticistica della Commissione.
In questo contesto, i Patrioti d’Europa, il gruppo populista guidato da Jordan Bardella del Rassemblement National, ha annunciato il suo sostegno alla mozione.
“L’Europa merita meglio dell’autoritarismo burocratico di Ursula von der Leyen, slegata dalle realtà e dai popoli”, ha affermato Bardella.
La délégation RN au Parlement européen et le groupe @PatriotesEurope voteront cette semaine la motion de censure contre la Commission von der Leyen.
Abus de pouvoir du Pfizergate, pouvoir donné aux intérêts privés et aux ONG militant pour la décroissance et l’immigration… pic.twitter.com/ZJ1Ob6sblP
Il voto di sfiducia previsto per giovedì sarà probabilmente solo simbolico, ma rappresenta il sintomo evidente di una frattura profonda all’interno dell’Unione. Un conflitto tra centralismo tecnocratico e richieste di maggiore trasparenza e sovranità democratica, alimentato anche dalle crescenti tensioni geopolitiche con la Russia. Il 2025 potrebbe diventare l’anno in cui Bruxelles sarà chiamata a ridefinire i confini del suo stesso potere.
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