
(AGENPARL) – Tue 06 May 2025 (ACON) Trieste, 6 mag – “Come sempre, anche sulle case di
riposo si va avanti senza alcun confronto. Il credito dato dal
Consiglio regionale rispetto alla sperimentazione di forme di
gestione in partenariato delle case di riposo a dicembre 2024 non
si ? trasformato in alcun tipo di condivisione. Ma una domanda va
fatta: quali garanzie si pensa di dare ai cittadini rispetto alla
qualit? del servizio offerto in rapporto al costo della
gestione?”. Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale
Manuela Celotti (Pd) intervenendo nel dibattito sulla case di
riposo in regione.
“Se gi? oggi molte famiglie fanno difficolt? a sostenere le spese
delle case di riposo, cosa avverr? un domani, visto che il
privato, se ? profit, oltre al pareggio delle spese punta a
ottenere anche un utile dalla gestione?”, si chiede ancora
Celotti secondo la quale “sar? interessante capire se i
contributi regionali per l’adeguamento delle case di riposo
gestite dai Comuni o dalle Asp verranno garantiti solo a fronte
della sottoscrizione di un partenariato pubblico privato (Ppp) o
anche a quei Comuni che dovessero decidere di non applicare
questo nuovo modello, perch? magari le loro case di riposo
funzionano e non hanno problemi di bilancio”.
E poi c’? il nodo personale, che gi? oggi ? in parte pubblico, e
in parte dipendente delle cooperative cui vengono appaltati pezzi
di servizio: “Come si pensa che i Comuni possano gestire dal
punto di vista amministrativo passaggi cos? complessi, vista la
carenza di personale e di competenze che li contraddistingue? La
Regione metter? a disposizione un apposito ufficio? Tutte domande
che non abbiamo avuto ancora nemmeno l’occasione di porre”.
Inoltre, continua la consigliera dem, “questa spinta sui
partenariati pubblico-privato va letta anche in relazione alla
volont? di cambiare l’impianto dell’abbattimento retta, che oggi
viene garantito dalla Regione a circa 8.000 posti letto
convenzionati e che vale circa 35 euro al giorno per ogni posto.
Passando da un trasferimento che oggi viene garantito alle
strutture, e che ? fondamentale per la tenuta dei bilanci dei
Comuni (circa 5.500 posti convenzionati sono pubblici), ad un
contributo che nelle intenzioni dell’assessore verr? dato ai
cittadini affinch? lo spendano dove vogliono, si creer? uno
smottamento nella tenuta del sistema, che i Comuni non
riusciranno ad affrontare, se non condividendo parte del rischio
d’impresa con soggetti terzi. La preoccupazione ? che il prezzo
di queste scelte lo paghino i cittadini, molti dei quali non
possono gi? oggi permettersi l’inserimento in casa di riposo”.
In Veneto, dove questo modello ? attivo da tempo, conclude
Celotti, “si sta viceversa tentando di cambiarlo, perch? i
contributi garantiti dalla Regione non bastano per tutti e le
strutture sono incentivate ad accogliere persone con livelli di
autosufficienza superiori a fronte di contributi uguali per
tutti. Se, come dice l’assessore, la non autosufficienza ? la
partita delle partite, allora non credo che si possa prescindere
dal condividere le scelte, su una rete di servizi che sono e
saranno fondamentali per tutti e tutte”.
ACON/COM/fa
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