
In un’intervista esclusiva al The Times, Ralph Goff, ex direttore delle operazioni della CIA per l’Europa e l’Eurasia, ha sollevato forti critiche nei confronti della strategia americana in Ucraina, accusando Washington di aver deliberatamente limitato il sostegno militare a Kyiv per timore di un’escalation nucleare da parte della Russia.
“Non hanno dato all’Ucraina abbastanza per vincere, solo abbastanza per combattere,” ha dichiarato Goff, sottolineando che gli Stati Uniti e i loro alleati “hanno lasciato che Putin dettasse le regole del conflitto”.
Una strategia di contenimento, non di vittoria
Goff, veterano della CIA con oltre trent’anni di servizio, ha sostenuto che sin dai primi giorni dell’invasione russa del 2022, la Casa Bianca, sotto la guida dell’allora presidente Joe Biden, ha scelto consapevolmente una strategia di contenimento: fornire all’Ucraina armi sufficienti per difendersi e logorare le forze russe, ma non sistemi d’arma avanzati in grado di garantire una reale vittoria sul campo.
“Se avessimo equipaggiato l’Ucraina con le armi giuste fin dall’inizio,” ha aggiunto Goff, “forse avrebbero potuto cacciare i russi dal Paese. Ma abbiamo scelto di non rischiare.”
Secondo l’ex funzionario dell’intelligence, il timore che la Russia potesse ricorrere all’arma nucleare in caso di sconfitta imminente ha paralizzato l’Occidente. Questa prudenza, ha affermato, ha avuto come effetto collaterale l’allungamento del conflitto, ora entrato nel suo quarto anno, con costi umani e materiali crescenti.
Putin avrebbe “giocato la carta nucleare”
Goff ha osservato che la minaccia nucleare agitata da Vladimir Putin ha avuto un effetto “deterrente” non tanto sull’Ucraina, quanto sugli alleati occidentali. I leader europei e americani – ha detto – non hanno mai realmente sviluppato una risposta strategica alla possibilità che la Russia rompesse il tabù nucleare.
“La paura ha guidato le decisioni politiche più delle valutazioni militari,” ha detto Goff. “Abbiamo lasciato che la minaccia di Putin paralizzasse il nostro sostegno.”
Un conflitto che poteva finire prima?
In pensione dal 2023 ma ancora attivo come consulente indipendente, Goff ha visitato l’Ucraina più volte negli ultimi due anni. Le sue conclusioni sono chiare: l’Occidente ha perso l’occasione di cambiare il corso della guerra quando ne aveva l’opportunità. Secondo lui, una risposta militare più decisa e tempestiva nei primi mesi del conflitto avrebbe potuto alterare significativamente la traiettoria degli eventi.
“Abbiamo avuto una finestra per agire. Invece, l’abbiamo lasciata chiudere.”
Una riflessione su costi e conseguenze
Le parole di Goff sollevano interrogativi profondi sulla gestione occidentale del conflitto e alimentano il dibattito su come bilanciare la deterrenza nucleare con l’efficacia dell’intervento militare. Con l’Ucraina che continua a chiedere aiuti e con la Russia che rafforza le sue posizioni, la sensazione è che il conflitto sia ben lontano da una conclusione.
La dichiarazione dell’ex alto dirigente della CIA arriva in un momento delicato, con le nuove amministrazioni occidentali – inclusa quella guidata nuovamente da Trump – chiamate a definire le prossime mosse in una guerra che ha già cambiato gli equilibri geopolitici globali.