(AGENPARL) – ven 27 settembre 2024 *Di Marialuisa Roscino *
*Il dolore cronico e la depressione sono due sfide comuni tra gli anziani,
spesso interconnesse e in grado di compromettere significativamente la
qualità della vita, vediamo in questa intervista, come è possibile gestire
questi disturbi e migliorare il benessere generale. Di questo e molto
altro, ne parliamo con la Dott.ssa Adelia Lucattini, Psichiatra e
Psicoanalista Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, in occasione
della settimana dell’Alzheimer *
*Dott.ssa Lucattini, che differenza c’è tra dolore acuto e dolore cronico? *
Il dolore acuto è un’esperienza comune ed è un prezioso sistema di allarme
per il corpo e la mente. Il dolore cronico (che persiste per almeno tre
mesi), invece, è comune negli anziani e può associarsi a depressione.
Attualmente, non è più classificato come un semplice sintomo, ma come una
malattia a se stante, di cui si occupano specialisti e ricercatori in
ambito geriatrico, neurologico, anestesiologico e psicologico.
I principali disturbi dolorosi negli anziani sono correlati a condizioni
neurodegenerative e muscoloscheletriche, malattie vascolari periferiche,
artrite e osteoartrite, malattie oncologiche che contribuiscono a una
scarsa qualità della vita, isolamento sociale, attività fisica compromessa
e dipendenza dallo svolgimento delle attività quotidiane.
In che modo, sono correlati invecchiamento, dolore cronico e depressione
negli anziani?
L’invecchiamento è un processo naturale ed è accompagnato, nel tempo, da
cambiamenti corporei e mentali. Questi cambiamenti includono la maturità
emotiva, la saggezza, una migliore gestione delle relazioni familiari, ma
anche il presentarsi di alcune patologie fisiche, alcune parte del processo
d’invecchiamento (processi artrosici, neurodegenerativi, etc.), altre
patologie specifiche a maggior insorgenza nella terza età (demenze e
Alzheimer, malattia di Parkinson, malattie cerebrovascolari, patologie
oncologiche, etc.). Le persone anziane sono naturalmente tutte diverse dal
punto di vista della personalità, della vita personale, delle capacità
relazionali e psichiche. I cambiamenti corporei, soprattutto quando compare
dolore cronico, possono causare depressione anche in persone che non hanno
mai avuto episodi depressivi importanti nel corso della propria vita.
Studi recenti mostrano che la prevalenza della depressione severa nelle
persone sopra i 50 anni, nei paesi occidentali è del 16,5% e che
l’incidenza (il numero dei nuovi casi) aumenta con l’età. Questo aumento è
correlato alla presenza di patologie associate a dolore cronico che a loro
volta causano depressione.
*Quali sono a Suo avviso, i principali fattori psicologici che possono
contribuire allo sviluppo della depressione negli anziani, soprattutto in
presenza di dolore cronico? *
Lo sviluppo della depressione è stato studiato a fondo dalla comunità
scientifica ed è unanimemente riconosciuto come il problema di salute
mentale più diffuso e il più curabile nell’anziano. L’Organizzazione
Mondiale della Sanità stima che circa 350 milioni di persone soffrano di
depressione ed è una delle principali cause di disabilità in tutto il
mondo. È noto che la depressione agisce negativamente anche sulla salute
fisica e può aggravare il decorso e l’aderenza alle cure, in qualsiasi
malattia.
Sulla base di studi sulla popolazione tra 55 e 72 anni, si stima che la
prevalenza del dolore cronico va dal 15,1% in Canada, 66 anni al 48,9% in
Svezia. Negli anziani può raggiungere il 55% tra i 60 e i 67 anni e il 62%
dopo i 75 anni. In uno studio pubblicato sul Cureus Journal of Medical
Science (2022), la prevalenza della depressione nei pazienti con dolore
cronico va dal 12% al 56,8%. Questo aumento è collegato al peggioramento
del dolore.
*In che modo, la psicoanalisi può aiutare gli anziani a gestire il dolore
cronico e a migliorare la loro qualità della vita? *
Ogni paziente riceve un trattamento per ciascuna malattia fisica, secondo
le linee guida, per la cura della depressione sono indicati approcci
farmacologici e psicoterapeutici dinamici. Il ruolo della psicoterapia
analitica e della psicoanalisi è cruciale, poiché permette di gestire le
reazioni ansiose, lo scoraggiamento, la stanchezza mentale e a comprendere
a fondo quello che sta accadendo. Inoltre, supporta nell’accettare la
propria età e viverla più coraggiosamente.
Numerosi studi dimostrano che da un punto di vista psicologico, il peso
emotivo delle esperienze negative accumulate nella vita può portare negli
anziani ad una depressione reattiva, come accade in seguito di traumi e
lutti. In alcuni casi, invece può essere il ripresentarsi di una
depressione giovanile.
*Quanto incide il dolore cronico sulla salute mentale degli anziani e come
la depressione può amplificare la percezione del dolore? *
Il dolore ha componenti non solo intellettive, razionali, ma anche
simboliche, emozionali e inconsce, un approccio psicoanalitico alla sua
gestione è considerato ottimale da specialisti di molte branche mediche.
Riflettere e confrontarsi con un’analista sulle esperienze negative causate
dal dolore, può portare alla riduzione della sua percezione. Studi
pubblicati sul Cochrane Database of Systematic Reviews, hanno rilevato che
la percezione del dolore è più correlata all’ansia per il dolore atteso,
che alla sua intensità reale.
*Quali sono i trattamenti non farmacologici più efficaci per affrontare la
depressione e il dolore cronico negli anziani? *
Oltre al trattamento per ciascuna malattia fisica e del dolore cronico
conseguente, secondo le linee guida, sono utilizzati trattamenti
farmacologici con farmaci antidepressivi, farmaci per la terapia del dolore
neuropatico, che hanno anche un’azione di stabilizzazione dell’umore.
Inoltre, sono utilizzati integratori e nutraceutici specifici, prescritti
dagli specialisti. Tutti gli studi indicano necessario un trattamento
psicoterapeutico dinamico o psicoanalitico, in associazione agli altri
trattamenti. Infatti, riformulare il significato di un evento e
reinterpretarne il significato è l’obiettivo, l’intervento psicoanalitico
che aiuta a riflettere su se stessi, annullare l’ansia anticipatoria, a non
arrendersi alla depressione. Quindi, le aspettative positive e la fiducia
nelle terapie con contemporanea diminuzione dell’ansia e dell’angoscia,
riducono la percezione del dolore.
*Come si può aiutare un anziano a riformulare il significato di un corpo
che cambia e che soffre, per ridurre la percezione del dolore e migliorare
il benessere emotivo con la psicoanalisi? *
Da un punto di vista psicologico, il peso emotivo delle esperienze negative
accumulate nella vita può portare negli anziani, ad una depressione
reattiva, come accade in seguito di traumi e lutti. In alcuni casi, invece
può essere il ripresentarsi di una depressione giovanile. Il trattamento
psicoanalitico permette di trovare significati e dare un senso alla propria
esistenza in un corpo che cambia e che si ammala, allontana la percezione
depressiva di avere un corpo che non è più un alleato, ma ostile, che fa
soffrire fisicamente e che toglie le forze. La terapia psicoanalitica è una
cura e anche una protezione efficace contro il ripresentarsi di episodi
depressivi. È un lavoro su se stessi che allevia il dolore fisico e che
agisce positivamente sulla qualità della propria vita, sulle relazioni
familiari, sulla rete amicale e sociale.
*Quali strategie consiglierebbe ai familiari e caregiver per supportare un
anziano che soffre di dolore cronico e depressione, aiutandolo a migliorare
la sua qualità della vita? *
Il primo passo logico è valutare accuratamente il dolore e il livello di
sofferenza, consultando e restando in contatto costante con i Medici
curanti:
Prestare attenzione poiché gli anziani, per molti motivi, spesso non
segnalano o sottovalutano il dolore. In questi casi, la sofferenza si
manifesta poi sotto forma più marcatamente depressiva;
Attenzione, poiché alcuni anziani potrebbero avere difficoltà a comunicare
il loro dolore a causa di un deterioramento emotivo e depressivo, ma anche
per un iniziale deterioramento delle funzioni superiori (cognitive,
associative, mnesiche, etc.) come accade nelle sindromi demenziali e
nell’Alzheimer;
Alcune delle migliori prove di dolore acuto o cronico potrebbero essere una
maggiore agitazione, cambiamenti nella postura del corpo, nei movimenti e
nell’andatura, e isolamento familiare e sociale. Appena si inizia a notare
uno di questi sintomi, potrebbe essere il momento giusto per fare una
valutazione del dolore con la persona cara;
Il dolore cronico non è necessariamente un aspetto inevitabile
dell’invecchiamento. Prevenire e affrontare le cause e predisposizioni note
al dolore cronico, permette di aiutare a persona cara a vivere una vita più
attiva, migliore e felice;
L’intervento psicoanalitico aiuta a riflettere su se stessi, annulla
l’ansia anticipatoria e la comprensione che la percezione del dolore temuto
e atteso, è sempre superiore a quello reale.Inoltre, sostiene nel non
arrendersi alla depressione. Quindi, le aspettative positive e la fiducia
nelle terapie con contemporanea diminuzione dell’ansia e dell’angoscia,
riducono la percezione del dolore;
Intraprendere sempre un percosso psicoterapeutico psiconalitico unitamente
ai trattamenti farmacologici per il dolore cronico prescritti dagli altri
specialisti.
La psicoanalisi è un lavoro su se stessi che allevia il dolore fisico e che
agisce positivamente sulla qualità della propria vita, sulle relazioni
familiari, sulla rete amicale e sociale.
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