
Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), è una figura chiave nel dibattito sulla sicurezza pubblica in Italia. Durante questa intervista, affrontiamo con lui temi cruciali legati al mondo delle forze dell’ordine, dall’introduzione delle bodycam come strumento di trasparenza, alla gestione delle carenze di organico nella Polizia Stradale, fino alle sfide future che il SAP intende affrontare per garantire maggiore sicurezza e tutele agli agenti. Con la sua esperienza diretta e la leadership all’interno del sindacato, Paoloni ci offre uno sguardo approfondito sulle problematiche operative e legislative che interessano quotidianamente la Polizia di Stato.
?Domanda. L’approvazione dell’emendamento sull’uso delle bodycam è considerata una “svolta importante” per la trasparenza. Quali vantaggi concreti prevede che questo strumento porterà nella gestione degli interventi delle forze di polizia?
Stefano Paoloni. Le bodycam, così come le telecamere sulle auto di servizio e in tutti gli ambienti dove operiamo con persone sottoposte a misure di polizia, sono una richiesta che avanziamo da oltre 10 anni poiché sono diversi i vantaggi che questi strumenti possono portare. Innanzitutto, possono dare piena trasparenza al nostro agire, quindi, non solo la magistratura ma anche i cittadini possono vagliare l’agire delle forze dell’ordine. Inoltre, dove sono già state utilizzate è stato pienamente dimostrato che quando vi è consapevolezza di essere ripresi – e, pertanto, che ogni azione sarà certificata e potrà essere successivamente vagliata – diminuisce in modo esponenziale l’uso della forza. Non da ultimo, anzi è una delle principali motivazioni per le quali stiamo chiedendo questo importante strumento di trasparenza, riguarda la possibilità di limitare le false denunce che di sovente vengono rivolte agli operatori delle forze dell’ordine. Questo anche per una semplice motivazione insita nel nostro ordinamento: l’operatore di polizia denunciato dalla persona nei confronti della quale sta agendo, all’interno del procedimento penale, da teste diventa imputato in procedimento connesso e, quindi, con valenza probatoria minore. Proprio quest’ultima è una strategia che spesso gli avvocati difensori suggeriscono ai loro assistiti.
Domanda. ?Lei ha parlato di come le bodycam possano proteggere gli agenti da false denunce. Può farci un esempio concreto di un caso in cui questo tipo di strumento avrebbe potuto fare la differenza?
Stefano Paoloni. Quando prestavo servizio alla Questura di Ferrara erano numerose le denunce da parte delle persone fermate di avere subito delle lesioni, per questo, attraverso un’azione sindacale, siamo riusciti a fare installare le telecamere nella sala fermati. Da quel momento le denunce per lesioni non sono diminuite… Si sono azzerate del tutto, poiché era inutile da parte delle persone sottoposte a misure di polizia autolesionarsi per precostituirsi una difesa poiché il tutto veniva ampiamente registrato.
Un altro esempio altrettanto rilevante è quanto avvenuto a Rimini nel 2015: un 43enne polacco senza fissa dimora fu fermato e portato in Questura per la necessaria identificazione. Uscito in cortile per fumare una sigaretta cadde dal gradino, sbatté la testa e morì due giorni dopo nell’ospedale dove era stato ricoverato. Senza dubbio una tragedia imprevedibile, per la quale furono fondamentali i filmati delle telecamere per dimostrare la totale estraneità dai fatti degli agenti presenti sul posto.
Domanda. Ha recentemente denunciato la scarsità di personale nella Polizia Stradale, specialmente nella provincia di Vicenza, dove due incidenti hanno coinvolto pattuglie della Polstrada. Quali sono le conseguenze più immediate di questa carenza di organico sulla sicurezza stradale e sul lavoro degli agenti?
Stefano Paoloni. La specialità della polizia stradale è il settore ove vi è maggiore carenza di personale e questo, ovviamente, si riverbera anche sulla sicurezza stradale. È vero che nel tempo sono state introdotte diverse tecnologie che hanno consentito, soprattutto in autostrada, una diminuzione della velocità dei veicoli in circolazione, e la velocità è una delle cause principali degli incidenti stradali, ma questo non è sufficiente. È importante che ci siano anche servizi di prevenzione attraverso una presenza capillare, in particolar modo sulle principali arterie del Paese, affinché la sinistrosità diminuisca.
Ancora oggi piangiamo tutti gli anni circa 3mila morti sulle strade del Paese, ma ormai si tratta di eventi che raramente ottengono l’onore delle cronache, non per questo deve essere un fenomeno sottovalutato, poiché è una delle principali cause di decessi per morte accidentale.
Domanda. ?L’incidente che ha coinvolto gli agenti sulla Pedemontana, in cui si trovavano a coprire un tratto di 100 km con una sola pattuglia, ha evidenziato i rischi connessi a una gestione ridotta delle risorse. Cosa dovrebbe fare il Governo per migliorare la situazione operativa nelle aree critiche come questa?
Stefano Paoloni. La nostra è per definizione una professione rischiosa e il maggior numero di morti e feriti purtroppo li piangiamo proprio a causa degli incidenti stradali. È chiaro che quando si devono coprire lunghe tratte per colmare la carenza di personale si è esposti in modo importante ai rischi connessi con i servizi nelle grandi arterie stradali. Per questo auspichiamo che l’adeguamento dell’organico possa avvenire il prima possibile.
Domanda. Con l’aumento del traffico estivo, le condizioni di lavoro per la Polizia Stradale diventano più pericolose. Quali sono le misure immediate che potrebbero essere adottate per ridurre i rischi per i poliziotti, soprattutto in autostrade affollate come la A4 e la A31?
Stefano Paoloni. Non per essere ripetitivi, però la presenza di un maggior numero di pattuglie è fondamentale per rendere più sicuri non solo i nostri servizi ma soprattutto le principali arterie stradali. Allo stesso tempo, è essenziale l’ausilio della cartellonistica luminosa di preavviso dei pericoli e degli ostacoli, anzi, sarebbe necessaria con maggiore frequenza. Non dimentichiamo poi quanto sia altrettanto importante la presenza di ausiliari della viabilità h24.
Domanda. Lei ha sottolineato che il contributo degli ausiliari della viabilità è spesso insufficiente. Quali miglioramenti ritiene siano necessari per rendere il loro apporto più efficace e supportare meglio la Polizia Stradale?
Stefano Paoloni. Al fine di evitare sinistri stradali è fondamentale la fluidità del traffico veicolare, ossia che non vi siano improvvisi ostacoli o rallentamenti non segnalati. Per questo gli ausiliari della viabilità, che sono dotati di adeguata cartellonistica e di segnaletica stradale, in caso di ostacoli o interruzioni del traffico veicolare sono imprescindibili per consentire agli utenti della strada di prevedere un rallentamento o l’ostacolo e, pertanto, creare maggiori condizioni di sicurezza.
Domanda. Ha commentato il caso di spacciatori rilasciati dopo l’arresto a Sesto San Giovanni, parlando di “senso di impunità”. Quali riforme giudiziarie riterrebbe necessarie per evitare che casi del genere si ripetano?
Stefano Paoloni. Sono diverse le tipologie di reato che creano allarme sociale ma per le quali non è previsto il fermo obbligatorio per chi ha commesso questi reati.
Non solo questo svilisce il grande lavoro e l’impegno degli operatori delle forze dell’ordine, ma trasmette anche ai cittadini un senso di impunità da parte di questi soggetti che delinquono e che fanno di questo modo di agire uno stile di vita. È indispensabile che la politica ne prenda pienamente coscienza e intervenga con norme adeguate.
Domanda. Il disegno di legge in discussione prevede pene più severe per chi usa violenza contro le forze dell’ordine. Come cambierebbe il lavoro della polizia se questo provvedimento fosse approvato?
Stefano Paoloni. Purtroppo, da anni stiamo subendo un fenomeno molto importante che si concretizza con numerose aggressioni nei confronti degli operatori di polizia. Mediamente ogni tre ore subiamo un’aggressione, questo sta accadendo a causa di diversi fattori.
Non vi è solo una diminuzione della percezione di autorevolezza nei riguardi di chi indossa una divisa a causa delle numerose strumentalizzazioni avanzate negli ultimi tempi, tra gli altri, da soggetti che hanno ruoli o funzioni pubbliche, ma anche proprio per il senso di impunità che chi aggredisce una divisa avverte.
Non vi è una persona che per aver usato violenza o resistenza a pubblico ufficiale abbia mai trascorso la notte in galera. Anzi, spesso escono dai nostri uffici prima ancora che si riescano a completare tutti i verbali del caso. Negli Stati Uniti i poliziotti americani operano da soli poiché nei loro riguardi sono previste maggiori tutele, è sufficiente toccare un operatore perché si possa procede all’arresto. Il motivo è molto semplice: si tratta di una funzione pubblica indispensabile e necessaria per il Paese e, di conseguenza, chi è incaricato di svolgerla necessita di adeguate tutele.
Certamente il nostro Paese non è pronto ad un approccio come quello statunitense, ma nemmeno può essere accettato uno così blando come quello attuale. Per questo ci auguriamo che l’inasprimento delle sanzioni per chi usa violenza e resistenza a pubblico ufficiale svolga principalmente una funzione di deterrenza riguardo alle numerose aggressioni che quotidianamente stiamo subendo.
Domanda. ?Le Fiamme Oro hanno ottenuto ottimi risultati alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi 2024. Qual è il valore aggiunto che questo gruppo sportivo porta all’immagine e al prestigio della Polizia di Stato?
Stefano Paoloni. È con grande orgoglio che il gruppo sportivo della Polizia di Stato è il gruppo sportivo più medagliato delle ultime Olimpiadi e Paralimpiadi. Uno strumento per valorizzare soprattutto gli sport meno popolari che a volte non ricevono la meritata visibilità. I grandi risultati ottenuti sono l’evidenza di un gruppo sportivo ben organizzato e che ha la capacità di valorizzare i propri atleti.
Domanda. Quali sono le principali sfide future per il SAP, sia a livello operativo che di tutela dei diritti dei poliziotti, e come intende affrontarle nei prossimi anni?
Stefano Paoloni. Sono numerose le sfide che ancora devono essere affrontate per offrire maggiore sicurezza al Paese e più tutele agli operatori.
È imprescindibile riuscire a ottenere adeguate garanzie funzionali a salvaguardia e tutela non solo dell’incolumità ma anche della professionalità di tutti gli operatori. Per questo servono opportune tutele legali, norme che ci espongano a minori rischi, formazione, strumenti e dotazioni all’avanguardia con i tempi, come il Taser o i giubbotti antiproiettile e antitaglio. Indispensabile è anche il ripianamento degli organici poiché ad oggi mancano circa 10 mila unità.
Inoltre, è fondamentale che si giunga presto al rinnovo del contratto di lavoro e all’avvio della previdenza dedicata per compensare la mancata attivazione per quasi 30 anni della previdenza complementare.
