
La professione notarile, istituzione cardine nell’ambito della giustizia civile, è caratterizzata da principi di imparzialità e terzietà che garantiscono la correttezza e la trasparenza degli atti rogati. Tuttavia, l’inosservanza di tali principi può avere serie conseguenze per il professionista coinvolto, come evidenziato dalla sentenza della Cassazione civile, sez. II, n° 26369 del 20 dicembre 2016.
Il ruolo del notaio, definito dalla legge 16 dicembre 1913 n. 89, conosciuta come Legge Notarile, è quello di ufficiale pubblico investito di funzioni fondamentali nel recepire gli atti tra vivi e di ultima volontà, conferendo loro pubblica fede e assicurando la loro validità legale. Tuttavia, tale autorità è accompagnata da doveri etici, tra cui il rispetto della terzietà e dell’imparzialità.
Secondo l’articolo 28 della Legge Notarile, il notaio è tenuto a rifiutarsi di autenticare atti che violano la legge, il buon costume o l’ordine pubblico, o in presenza di conflitti di interesse che possano compromettere la sua imparzialità. La non osservanza di questo principio può comportare serie sanzioni, incluso il rischio di sospensione dall’incarico.
Nel caso in questione, il notaio X è stato giudicato responsabile di aver violato la terzietà rogando atti in cui era personalmente coinvolto a livello finanziario, avendo precedentemente prestato fideiussioni bancarie a favore della società coinvolta negli atti stessi. Questa violazione è stata considerata inaccettabile, in quanto comprometteva l’integrità e l’imparzialità dell’attività notarile.
La decisione della Cassazione conferma che il principio di terzietà rappresenta un elemento fondamentale per garantire la correttezza e l’affidabilità degli atti rogati. Non è sufficiente che il notaio non trarrebbe vantaggio diretto dagli atti rogati, ma è essenziale evitare qualsiasi situazione che possa sollevare dubbi sulla sua imparzialità.
La giurisprudenza ha chiarito che la valutazione dell’interesse personale del notaio deve essere effettuata in anticipo, considerando anche potenziali conflitti di interesse, senza aspettare che si verifichino danni effettivi per le parti coinvolte. Inoltre, si è stabilito che la nozione di interesse comprende una vasta gamma di situazioni, dall’interesse materiale al mero interesse morale, con l’obiettivo di prevenire qualsiasi forma di parzialità.
La sentenza sottolinea anche l’importanza di preservare la dignità e la reputazione della classe notarile, impedendo comportamenti che possano ledere l’immagine e il prestigio della professione.
In conclusione, la sentenza della Cassazione conferma che il notaio che non rispetta il principio di terzietà rischia la sospensione dalla sua attività professionale. Questo caso rappresenta un monito per tutti i professionisti notarili sull’importanza di aderire scrupolosamente ai principi etici e legali che regolano la loro professione, al fine di mantenere l’integrità e la fiducia nell’istituzione notarile.