
(AGENPARL) – gio 14 dicembre 2023 Occam editore
“Sono giovane, ricco e colto;
e sono infelice, nevrotico e solo”
Occam editore ripubblica in Italia
MARTE
FRITZ ZORN
Traduzione di Amina Pandolfi
Occam editore
Casa editrice: Occam – Pagine: 304 – Prezzo: 2o euro
Il 17 luglio 1976 Fritz Zorn concludeva a Comano, in Ticino, la stesura del libro Marte. Il 2 ottobre 1976 lo scrittore Adolf Muschg inviava il manoscritto all’editore Helmut Kindler. Né Muschg né Kindler conoscevano l’autore. Muschg scriveva a Kindler: “Quando ho deposto questo manoscritto non ero più la stessa persona di prima di iniziare la lettura. Non sarà necessario che di questo le dia una spiegazione, perché ne farà lei stesso la prova. L’espressione per cui spesso si parla di un libro “necessario” in questo particolare caso non è affatto una frase, tanto meno un luogo comune. È anche un libro tremendamente doloroso. Ma, stranamente, lo stato d’animo ch’esso apporta è di liberazione, direi persino di gioia. Sì, la gioia che nasce dal sapere che qui un essere umano è stato in grado di arrivare a realizzare la sua esistenza, prima che essa, come era ormai scritto, gli venisse a mancare. La mia preghiera, in cui c’è un’urgenza dettata dalla situazione, è questa: lei deve
pubblicare questo libro, e molto presto; non sebbene da questo autore, in base a ogni umano giudizio, non ci si possa aspettare un secondo libro, ma proprio per questo.”. La sera del primo novembre l’autore apprendeva dal suo psicoterapeuta, che era andato a trovarlo in ospedale, che l’editore Kindler aveva accettato di pubblicare il suo manoscritto. Subito dopo, la sua mente si annebbiò e il mattino seguente, alle cinque, moriva.
Sin dalla prima frase del libro («Sono giovane, ricco e colto, e sono infelice, nevrotico e solo») Zorn pone tutte le premesse per ciò che in questo resoconto di una vita e di una morte dirà di doloroso, di vero e di necessario. Cresciuto in una famiglia ricca e borghese di Zurigo (genitori modello, ambiente modello, figlio modello; tutto comme il faut, egli spiega) Zorn comincia a vivere solo quando comincia a manifestarsi la malattia. Nella malattia – un tumore alla gola – egli vede la somatizzazione della sua condizione psichica. Il tumore sono “le lacrime non piante”, la vita non vissuta. E comincia la lotta, una disperata, lucida, rabbiosa battaglia: riuscire a tenere a bada la malattia per dar tempo alla psicoterapia di riportarlo alla vita. Autoanalisi di una malattia e storia di un “caso clinico” paragonabile a quello del consigliere Schreber studiato da Freud, il libro ha altri risvolti. È una critica del perbenismo, della Svizzera opulenta e comme il faut, della famiglia vista
come primo nucleo patogeno. E in questo senso ha risvegliato anche forti risentimenti, oltre a suscitare quella eco vastissima di studi e discussioni che ne hanno fatto un caso letterario nei paesi di lingua tedesca.
«Era ancora in vita quando, all’inizio di ottobre, ricevetti da un amico libraio il suo manoscritto, con la preghiera di prenderlo in esame e di vedere se – l’autore lo desiderava ardentemente – esisteva una possibilità di pubblicazione. Il manoscritto doveva vedere la luce. […] Di ritorno da un viaggio in America, durante il quale il ricordo di quel manoscritto mi aveva perseguitato, ricevetti dall’editore una risposta titubante: nulla era stato ancora deciso, ma prevalevano alcune perplessità. Il seguito l’editore lo apprese direttamente dallo psicoterapeuta che aveva in cura Fritz Zorn: la risposta non poteva essere procrastinata ulteriormente, se voleva trovare l’autore ancora in vita. Era all’ospedale e il suo stato era molto grave. La tentazione di una pietosa menzogna si presentò e fu vinta: qui si vietava non solo ogni riguardosa gentilezza, ma qualsiasi tipo di compiacenza. Finalmente l’editore comunicò la sua risposta affermativa all’autore per lettera; non la spedì per espr
esso per risparmiare al morente l’impressione della fretta; il gesto cadde nel vuoto. Quando il 2 novembre telefonai all’ospedale per annunciare a Zorn la mia visita, seppi che era morto quella stessa mattina. Per alcune ore io e altri fummo tormentati dal pensiero che la notizia – l’unica che ancora aspettava e che poteva recargli una gioia – non lo avesse raggiunto. Ma l’aveva raggiunto. Lo psicoterapeuta che lo seguiva ci assicurò di avergliela portata lui stesso la sera precedente – la vigilia della morte – e Zorn l’aveva percepita» (Adolf Muschg).
“Certi libri sembrano aeroliti venuti chissà da dove e restano permanentemente piantati nel nostro paesaggio come tanti blocchi dell’abisso” Le Monde
L’autore
FRITZ ZORN (pseudonimo di Fritz Angst), scrittore svizzero di lingua tedesca, nasce nel 1944 a Meilen e muore nel 1976 a Zurigo. Studiò romanistica e germanistica all’Università di Zurigo, soggiornò a Lisbona e Madrid e nel 1971 conseguì il dottorato a Zurigo. Fu docente liceale di spagnolo a Baden, Zurigo e Aarau. Marte, uscito postumo nel 1977, è il suo unico libro di cui Giorgio Manganelli scriverà: «È senza dubbio uno dei più potenti che abbia letto in molti anni». Divenne un testo di culto con varie riedizioni e traduzioni, non da ultimo sullo sfondo delle rivolte giovanili di Zurigo. Negli anni 1980-2000 il soggetto fu più volte adattato per il teatro ed elaborato anche sotto forma di fumetto (Historisches Lexikon der Schweiz).
OCCAM è una casa editrice che pubblica libri esclusi dal piacere letterario, opere che hanno rischiato di perdersi. Non un programma sistematico, ma un laboratorio di forme dove è inutile fare con più ciò che si può fare con meno: le copertine bianche, la geometria tascabile, il libro di nuovo al centro del lavoro editoriale. Propone un catalogo di narrativa, saggistica, poesia ma non prevede collane, perché non è incline agli inquadramenti, alle sezioni: non aspira a mostrare cosa sa, aspira a mostrare la sua visione.
occameditore.it
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