(AGENPARL) – gio 21 settembre 2023 *Casa Masaccio presenta “Orizzonti”*
/Sarà inaugurata sabato 23 settembre alle 18,30 la mostra a cura di
Daniele Fenaroli con il supporto di Cloé Perrone, che ospita una
selezione di sei opere pittoriche di Antonietta Raphaël in dialogo con
nuove opere realizzate per l’occasione da Dominique Fung e Lenz Geerk/
Sarà presentata sabato 23 settembre alle 18,30 la mostra “Orizzonti”
allestita a Casa Masaccio, Centro per l’Arte Contemporanea.
L’esposizione a cura di Daniele Fenaroli (direttore, collezione Giuseppe
Iannaccone) con il supporto di Cloé Perrone, ospita una selezione
straordinaria di sei opere pittoriche di Antonietta Raphaël in dialogo
con nuove opere realizzate per l’occasione da Dominique Fung e Lenz Geerk.
In contemporanea alla mostra che il Museo delle Terre Nuove e il Museo
della Basilica di Santa Maria delle Grazie dedicano a Giovanni Mannozzi,
la cui pittura si caratterizza per la libertà espressiva contro i canoni
della tradizione, Casa Masaccio invita due acclamati giovani pittori
internazionali a lavorare e confrontarsi con le innovazioni apportate da
Antonietta Raphaël nell’ambito della pittura italiana a cavallo tra le
due guerre. Quella della “scuola romana”, che fu senza dubbio una delle
stagioni più alte dell’arte del Novecento a Roma, fu un’epoca stretta in
una manciata di anni, tra il 1927 e il 1933, la cui intensità venne
certamente alimentata dalla coscienza che i suoi protagonisti, Mario
Mafai e Gino Bonichi meglio conosciuto come Scipione, ebbero della sua
inevitabile breve durata. Raphaël, lituana, arriva a Roma nella
primavera del 1925 dopo aver peregrinato per mezza Europa, prima a
Londra e poi a Parigi, e in seguito vive anche in Toscana, prima a
Montepulciano e poi a Firenze dove rimane quasi due anni.
Brevi premesse storiche che sono il punto di partenza del progetto
espositivo /Orizzonti/ che si sviluppa da una serie di intrecci di
epoche, artisti, autori. A partire proprio dalla Raphaël, che insieme ai
suoi compagni di vita danno origine negli anni ‘20 a Roma alla Scuola di
Via Cavour. “Sebbene questa Scuola non fosse convenzionale nella sua
pratica, priva di manifesti e allievi”, scrive il curatore Daniele
Fenaroli, “questo sodalizio e questa relazione a tre furono una fonte
d’ispirazione.” Raphaël segnata da un’esistenza nomade, è per i due
artisti “un rivolo vitale da cui attingere, una boccata di lucentezza”.
Fenaroli sottolinea che la “connessione artistica, che nacque tra i tre,
non era elitaria né esclusiva, ma piuttosto un rapporto triangolare che
catturò l’attenzione e trasformò il piano superiore del palazzo
umbertino di Via Cavour 325 a Roma in un’effervescente fucina d’idee.”
Uno dei fili narrativi del progetto espositivo si lega a /Jules et Jim/,
amici e amanti della stessa donna, Catherine; personaggi del film di
François Truffaut del 1962. Il film si ispira all’omonimo romanzo di
Henri-Pierre Roché del 1953. Roché, autore, dandy e vero protagonista,
ha atteso fino ai settant’anni per pubblicare il suo romanzo d’esordio,
una storia intrigante e autobiografica che è diventata una delle
rappresentazioni più celebri di un ménage à trois del XX secolo. La
curatrice Cloé Perrone scrive che “sia il film che il romanzo esplorano
i temi dell’amicizia, dell’amore e delle complesse relazioni umane.”
Aggiunge inoltre che “Roché e Truffaut, pionieri nella loro epoca, hanno
utilizzato il triangolo amoroso per sfidare le norme sociali prevalenti,
rifiutando la morale borghese del tempo.”
Su questo sfondo di storie aggrovigliate e triangoli amorosi,
/Orizzonti/ presenta un trio a suo modo impossibile, lontano nel tempo e
nella geografia, che però trova perfetta sintesi nelle stanze medievali
di Casa Masaccio. Raphaël, bohémienne nutrita di pittura e musica,
adesso, come allora, fa da filo conduttore e guida le opere inedite e
dal bagliore mieloso dell’artista canadese Dominique Fung e i lavori
materici e terrosi del tedesco Lenz Geerk.
Nelle tele dai miscugli onirici e ancestrali di Fung, si trovano
richiami alle sculture di Raphaël, in particolare le figure delle tre
donne, che l’artista mette in primo piano senza nessuna volontà
voyeuristica. Le sue nature morte fatte di vasi di porcellana e fiori
dalle tinte oro, accennano al surrealismo, e allo stesso tempo giocano
con le composizioni di fiori e vasi di Geerk, la cui palette, smorzata e
tenue, invita all’introversione. Come descritte da Perrone, le opere a
più volti dell’artista canadese, “esprimono la profusione di sentimenti,
identità e individualità. Il lavoro di Fung esplora la soglia in cui
tradizione, memoria ed eredità si intersecano con la nostra coscienza
collettiva, intrecciandosi con la più ampia storia delle donne artiste
marginalizzate o sottorappresentate.”
“Dominique Fung e Lenz Geerk sovvertono la narrativa maschile
predominante raffigurando le donne in azione, circondate dai loro
strumenti di lavoro e respingendo gli stereotipi” sottolinea Perrone.
Geerk, infatti, intitolando tutte le opere in mostra /Helen/, non solo
rimanda alla storia personale di Roché, la cui amante – e moglie del
grande amico Franz Hessel – è per l’appunto, Helen Grund, ma concentra
sulla figura femminile tutta l’attenzione. Fiera, in comando, e libera,
la Helen di Geerk attira gli sguardi, li rivendica. Allo stesso modo,
nella vita e in pittura, Raphaël, “la pitonessa del mito”, come la
definì Libero de Libero nel 1953, ha confluito su di sé l’attenzione,
ispirando al tempo i suoi due compagni di Scuola e, oggi, come attestato
da questa mostra, le generazioni future.
Il trio di /Orizzonti/ presenta una nuova prospettiva, dove Raphaël si
scosta dalla Scuola Romana e dove i protagonisti sovvertono i canonici
ménage à trois a cui si ispirano. /Orizzonti, /intende così ribaltare,
sconvolgere, ampliare gli sguardi, le prospettive, le visioni. In un
intreccio di “vivida emotività, cromatismi trasognanti e folklore
orientale” (Fenaroli), /Orizzonti/ parla di un nuovo triangolo, non
amoroso, ma di ammirazione, d’ispirazione e di sostegno artistico.
La mostra /Orizzonti/ presenta per la prima volta l’opera di Dominique
Fung in Europa. Il prossimo progetto di Fung sarà una mostra a Londra
con MASSIMODECARLO a novembre 2023.
Si ringrazia per la collaborazione la galleria MASSIMODECARLO e la
Collezione Giuseppe Iannaccone.
*ANTONIETTA RAPHAËL*
Antonietta Raphael nasce a Kovno, un piccolo villaggio nei pressi di
Vilnius, oggi capitale della Lituania, Il padre Simon, rabbino della
piccola comunità ebraica, muore nel 1903. La vita per la famiglia
diventa molto difficile, in un clima in cui monta l’antisemitismo
fomentato dalla polizia zarista. Nel 1905 la famiglia di Antonietta
emigra a Londra. Qui Antonietta vive per quasi vent’anni. Si diploma in
pianoforte alla Royal Academy e vive dando lezioni di solfeggio.
Ha quasi trent’anni quando lascia Londra nel corso del 1924, per un
viaggio solitario senza una meta precisa: si ferma a Parigi per alcuni
mesi e poi giunge a Roma con l’intenzione forse di proseguire verso la
Grecia, forse l’Egitto. Ma Roma con i suoi colori mediterranei è una
rivelazione. E poi qui incontra Mario Mafai e ne diviene, con alterne
vicende, la compagna di una vita. Il sodalizio artistico di Raphael e
Mafai si arricchisce della presenza di Scipione dando vita a quello che
fu chiamato da Roberto Longhi “Scuola di via Cavour”.
*DOMINIQUE FUNG*
Dominique Fung è un’artista canadese originaria di Hong Kong e Shanghai,
la cui pratica esplora il confine subliminale in cui tradizione, memoria
ed eredità si insinuano nella nostra subcoscienza collettiva. Attraverso
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