
(AGENPARL) – mar 28 febbraio 2023 Assessore Agabiti: “Impegno della Giunta a rappresentare all’Ufficio
scolastico regionale la necessità di ricomporre la situazione”
(Acs) Perugia, 28 febbraio 2023 – Nella sessione ‘Question time’ della
seduta odierna dell’Assemblea legislativa, i consiglieri, Valerio Mancini
(primo firmatario-Lega), Michele Bettarelli (Pd), Manuela Puletti e Stefano
Pastorelli (Lega), Andrea Fora (Patto civico), Marco Squarta (FdI) hanno
posto alla Giunta regionale il tema della tutela del servizio del tempo
scuola modulare nelle scuole primarie di Città di Castello e quindi se
l’assessore Paola Agabiti intende rappresentare all’Ufficio Scolastico
Regionale (USR) le esigenze delle famiglie del territorio.
Illustrando l’atto in Aula, Mancini ha ricordato “la tutela
costituzionale del diritto allo studio e che l’organizzazione della scuola
è strutturata in organi collegiali che prevedono la partecipazione e la
collaborazione della famiglia nel progetto educativo”.
Dopo aver sottolineato la strutturazione del Piano triennale dell’offerta
formativa ed il ruolo del Dirigente scolastico, chiamato ad attivare i
necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà
istituzionali, culturali, sociali ed economiche cooperanti sul territorio; ma
anche che le progettualità espresse si caratterizzano per la flessibilità
didattica e organizzativa al fine di adattare l’offerta ai bisogni degli
studenti, Mancini ha rimarcato come “il Patto Educativo di
Corresponsabilità istituisca diritti e doveri nelle relazioni bilaterali tra
scuola e famiglia. Annualmente ogni istituzione scolastica deve predisporre e
condividere con i genitori ed alunni questo documento. Le innovazioni
introdotte, nel tempo, nella scuola hanno fatto progressivamente evolvere il
rapporto scuola famiglia nella direzione di una relazione via via sempre più
interattiva. A Città di Castello sono presenti scuole primarie pubbliche e
paritarie che rispondono alla richiesta di servizio espressa dal territorio.
Il tempo modulare antimeridiano nei due circoli didattici di Città di
Castello è presente da più di quarant’anni e ora è presente nei plessi
di Rignaldello e La Tina. Con la presentazione dell’offerta formativa, le
suddette scuole avevano avanzato alle famiglie, successivamente iscritte, una
proposta educativa che garantiva un tempo scuola antimeridiano distribuito in
sei giorni. Nel plesso di La Tina era stata inoltre garantita la possibilità
di usufruire di mense facoltative tutti i giorni, eccetto il sabato, fino
alle 14.10 e due pomeriggi facoltativi con attività extrascolastiche (il
martedì in collaborazione con la scuola di musica comunale). Lo scorso 16
gennaio il Consiglio comunale di Città di Castello ha approvato
all’unanimità l’ordine del giorno che impegnava la Giunta comunale ad
esprimersi a favore delle necessità manifestate dalle famiglie, le quali si
vedono private di un servizio scolastico pattuito preventivamente
all’iscrizione e che potrebbe comportare notevoli difficoltà organizzative
al loro interno. Nello specifico, veniva impegnata l’Amministrazione
comunale ad intraprendere tutte le azioni e interventi possibili atti al
sostegno del ‘diritto allo studio’ e al mantenimento del diritto della
famiglia di indirizzare i propri figli negli istituti scolastici più in
linea con il loro progetto educativo e a promuovere un confronto con la
Regione e l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) per rappresentare le reali
esigenze del territorio e delle sue componenti sociali. Senza tenere conto
della programmazione concordata, la scuola, su proposta del Dirigente
scolastico, ha avanzato un nuovo piano modulare modificando l’offerta
formativa rispetto al tempo scuola, prevedendo per i plessi di La Tina –
sezione A – e Rignaldello, una rimodulazione non solo dell’orario
scolastico quotidiano suddiviso in 5 giorni anziché 6, ma anche la chiusura
del sabato (con due rientri e un orario antimeridiano dalle 8 alle 13 e
prevedendo la possibilità del servizio mensa solo in concomitanza con i due
rientri pomeridiani settimanali). Tale proposta ha stravolto il piano
dell’offerta formativa per la quale i genitori degli alunni avevano scelto
la suddetta scuola e proprio per esprimere tale dissenso quasi il settanta
percento dei genitori ha scritto e presentato una lettera al Dirigente con
allegate tutte le firme per comunicare la loro netta e decisa
contrarietà”.
L’assessore Agabiti ha risposto che “il diritto all’istruzione
significa sostanzialmente pari opportunità e inclusione in qualsiasi
contesto territoriale. Appare dunque evidente che tale diritto vada
garantito, sostenuto adottando le misure necessarie per fronteggiare
criticità e specificità delle diverse realtà di riferimento. Rispetto alla
situazione rappresentata nell’interrogazione va sottolineato che rispetto
alla proposta educativa iniziale, che ha trovato riscontro favorevole ed
adesione da parte di diverse famiglie, il circolo didattico ha avanzato un
nuovo piano formativo, approvato dagli organi di plesso e di circolo, con
modifica dell’offerta formativa iniziale, andando dunque in contrasto con i
principi iniziali. La Giunta ritiene di fondamentale importanza un’opera di
stretta collaborazione tra il mondo della scuola, nelle sue diverse
componenti, e le famiglie. Fermo restando l’impegno della Regione e le
Istituzioni locali per garantire supporti e servizi adeguati sul territorio,
occorre altrettanto impegno della scuola per garantire un’offerta educativa
ed una programmazione didattica adeguata alle specificità del territorio e
rispondente alle esigenze espresse dal contesto sociale di riferimento. Tutto
questo è presupposto fondamentale per accompagnare e sostenere gli studenti
nel loro percorso educativo e finalizzare le scelte fatte ad appropriati
inserimenti nel mondo del lavoro e nell’impegno sociale ai vari livelli