
(AGENPARL) – mer 23 novembre 2022 [Immagine che contiene testo, clipart
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Italiani e privacy nel post-pandemia:
1 su 3 non si fida di come le aziende trattano i dati personali
La nuova ricerca di OpenText rileva consumatori sempre più attenti,
che si informano sulla regolamentazione per acquisire una maggiore consapevolezza
– Il 74% degli italiani si preoccupa maggiormente di come le aziende che operano in smart working garantiscano la protezione dei dati su modelli distribuiti
– Un quarto dei consumatori (24%) è convinto che i dati condivisi durante la pandemia non verranno più cancellati
– In Italia, il 38% degli intervistati comprende a fondo le norme che regolamentano il data privacy: un miglioramento significativo rispetto al 2020
Tra gli highlight della ricerca:
– Con la pandemia e la diffusione dello smart working, cui si è fatto ampiamente ricorso soprattutto nel 2020 e 2021, molte attività quotidiane si sono spostate online e gli italiani hanno sviluppato sentimenti contrastanti in materia di gestione della privacy. Infatti, quasi un terzo (32%) ha dichiarato di non fidarsi di come le aziende trattino i dati personali, pur dovendone accettare le policy per continuare a utilizzare i servizi. Quasi la metà (49%) ripone fiducia in alcune aziende più che in altre, mentre solo poco più di 1 su 7 (15%) si fida completamente di come le aziende gestiscono i dati.
– Oltre la metà degli italiani intervistati (51%) sarebbe disposta a pagare di più pur di vedere i propri dati protetti adeguatamente. Si tratta di un sentimento condiviso con la maggior parte delle altre popolazioni europee, tra cui inglesi, tedeschi (entrambi 60%) e spagnoli (69%). Solo i francesi sembrano meno propensi a spendere: meno di 4 su 10 (39%) pagherebbe di più per maggiori garanzie in termini di data privacy.
– 1 italiano su 3 abbandonerebbe del tutto i servizi di un’azienda se questa subisse violazioni ai danni di dati personali o li condividesse con terze parti per scopi differenti da quelli dichiarati.
Nuove preoccupazioni per la nuova normalità
In un momento storico in cui il mondo si sta riprendendo dalla crisi sanitaria globale, i paradigmi nati durante la pandemia si sono ormai affermati anche nella ritrovata quotidianità. Ora che l’hybrid work viene sfruttato di più, per esempio, quasi tre quarti degli italiani (74%) si preoccupano maggiormente di come le aziende garantiscano la protezione dei dati su modelli distribuiti e 4 su 10 si aspettano che la sicurezza sia garantita indipendentemente da dove lavorano i dipendenti.
Inoltre, un quarto degli italiani (24%) pensa che i dati condivisi durante la pandemia non verranno più cancellati, anche se non serviranno più per scopi relativi alla prevenzione dal Covid-19.