
(AGENPARL) – ven 10 giugno 2022 Anno XX
Numero 665.22
UNA START UP PER LA PRODUZIONE DI ARREDI CARCERARI NEL
PENITENZIARIO DI LECCE
Nel carcere di Lecce ultimata la prima fase del progetto M.I.L.I.A.
finalizzato alla nascita di una start up per la produzione di arredi in
legno. Gli operatori Arpal hanno preso in carico 127 detenuti.
Formarsi e lavorare all’interno del carcere anche per riscrivere il proprio futuro fuori dal
penitenziario. Nella casa circondariale di Lecce sta prendendo forma il progetto M.I.L.I.A. –
Modelli sperimentali di intervento per il lavoro e l’inclusione attiva delle persone in
esecuzione penale – con la nascita di una vera e propria start up carceraria per la produzione
di manufatti in legno che andranno a soddisfare, attraverso il lavoro degli stessi detenuti,
l’intero fabbisogno nazionale di arredi carcerari.
“L’obiettivo del progetto – spiega l’assessore alla Formazione e Lavoro della Regione Puglia –
è il recupero e il rafforzamento delle competenze delle persone detenute, ma anche
l’acquisizione di professionalità richieste dal mercato del lavoro: è noto che il tasso di
recidiva è di gran lunga inferiore tra chi, durante il periodo di esecuzione della pena, ha
svolto attività formative e lavorative finalizzate al reinserimento nel tessuto produttivo.
Incentivare la dimensione lavorativa diventa, così, non soltanto un elemento di rieducazione,
ma anche un’alternativa per coltivare il riscatto sociale ed evitare che, successivamente, si
ricorra al crimine come mezzo di sussistenza”.
Il progetto è finanziato tramite il Pon Inclusione, per un valore complessivo di 750mila euro,
e mette in rete gli istituti penitenziari di Lecce e Sulmona. Per la sua realizzazione, è stata
sottoscritta apposita convenzione di sovvenzione tra la Direzione Generale per la Coesione
del Ministero della Giustizia e la Regione Puglia.
Nei giorni scorsi, è stata completata la prima fase del progetto: un gruppo di operatori del
Centro per l’Impiego di Lecce e dell’Ufficio coordinamento Servizi per l’Impiego dell’Ambito
di Lecce di Arpal Puglia ha proceduto alla presa in carico globale di 127 detenuti attraverso
colloqui individuali finalizzati a mettere in luce le pregresse esperienze, i profili psico-sociali e
il potenziale di ciascuno di loro. Un’attività cruciale, che è alla base della successiva
erogazione di specifica formazione nel settore della falegnameria. Il fine è chiaro: ridurre la
vulnerabilità dei soggetti che escono dal circuito carcerario e garantire continuità lavorativa
al momento del ritorno in libertà. Dai colloqui con le persone prese in carico, molte delle
quali residenti in provincia di Lecce, sono emersi bisogni di formazione soprattutto tra i più
giovani, non di rado approdati nella struttura di Borgo San Nicola direttamente dagli istituti
penali minorili. L’attività effettuata dal personale Arpal, inoltre, ha permesso di rilevare un
patrimonio di competenze specifiche e titoli già posseduti dai detenuti più adulti, un “saper
fare” che – se messo a frutto – è importante punto di partenza per il loro futuro.

