
(AGENPARL) – Roma, 19 maggio 2022 – L’apertura della stagione balneare porta il focus, come ogni anno, sul tema delle concessioni demaniali balneari la cui materia è ancora in attesa di un riordino definitivo. Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri del 15.02.22 prevede che le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio delle attività turistico- ricreative e quelle per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, inclusi i punti d’ormeggio, in essere, continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023 (oppure fino alla naturale scadenza se sono state assegnate tramite gara).
Dal 2024 si dovrà procedere con gare ad evidenza pubblica, sulla base di regole che il Governo dovrà definire al fine di assicurare un più razionale utilizzo del demanio marittimo.
Le concessioni dovranno essere affidate sulla base di procedure selettive nel rispetto dei principi di imparzialità, non discriminazione, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità, da avviare con adeguato anticipo rispetto alla loro scadenza.
Nell’attesa della definizione della materia, il vuoto di regolamentazione lascia ampio spazio di manovra all’azione dei Comuni. Se guardiamo al litorale laziale e nello specifico al Comune di Fiumicino, che comprende la storica spiaggia di Fregene, ci possiamo stupire di fronte ai multiformi provvedimenti emessi dall’amministrazione. Provvedimenti di revoca concessioni ed ordine di sgomberi nei confronti di aziende familiari presenti sul territorio da decenni. Aziende in cui le generazioni si sono avvicendate nella cura e gestione degli stabilimenti e delle spiagge loro affidate. Aziende, che rappresentano un patrimonio sociale e territoriale da non sottintendere e, soprattutto, da non disperdere; in cui nonni e nipoti, insieme, accolgono gli ospiti con familiarità ed efficienza; sono queste, le realtà imprenditoriali che andrebbero salvaguardate ed aiutate, anche tramite il rinnovo delle concessioni del demanio marittimo fino al 2033.
Al contrario, l’amministrazione tende a “smaltire il vecchio” per far affluire nuova linfa e/o nuovi capitali. L’Amministrazione di Fiumicinodichiara di voler trasformare questi spazi ritenuti ” illecitamente occupati” dagli attuali concessionari in spiagge libere e, quindi, di non voler riassegnare le concessioni.
Ma da più parti sorgono dubbi sulle reali finalità per cui l’Amministrazione spinge l’acceleratore sulla liberazione delle concessioni dichiarate “decadute”: si parla di un progetto di assegnazione diretta delle spiagge ad enti sportivi, bypassando l’indizione di gara pubblica. Di sicuro, non più realizzabile una volta che la materia sarà disciplinata in via definitiva. Sarebbe interessante accendere un dibattito sul tema e stimolare l’amministrazione a chiarire a quali criteri sia ispirata la sua azione nella gestione della res Publica.