
(AGENPARL) – Roma, 07 gennaio 2022 – Non sono un giurista, non sono un medico, non sono un magistrato ne tantomeno un politico. Sono un semplice giornalista che si pone delle domande.
Vediamo prima i fatti.
Come è noto per facilitare l’esercizio del diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, la Commissione europea ha ritenuto opportuno stabilire un quadro comune per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili relativi alla vaccinazione, ai test e alla guarigione dal Covid-19.
In seguito alla sua proposta del 17 marzo 2021, è stato adottato il regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2021, su un quadro per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione al Covid-19 (“certificato Covid digitale dell’Ue”) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di Covid-19.
Il regolamento (UE) 2021/954 estende il quadro comune anche ai cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti o regolarmente residenti nello spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne e si applica nell’ambito dell’acquis di Schengen, fatte salve le norme specifiche in materia di attraversamento delle frontiere interne di cui al regolamento (UE) 2016/399 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, che istituisce un codice unionale relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (codice frontiere Schengen).
Il certificato è entrato in vigore il 1° luglio 2021.
Ora il Governo ha reso obbligatoria la vaccinazione contro il Coronavirus per gli over 50 nel Paese, oltre a vietare ai non vaccinati i luoghi di lavoro.
Le persone non vaccinate erano già state bandite dai ristoranti al coperto, dai teatri e dagli eventi sportivi in base ai regolamenti governativi, mentre richiedevano la prova di un test negativo per andare al lavoro o usufruire dei mezzi pubblici.
Ma veniamo al dunque.
«È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate. Pertanto il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati».
Chi lo scrive non è pluto2022 ne tantomeno paperino1999 o qualche terrapiattista, o fabianista, o peggio satanista ancora in circolazione.
Chi lo scrive è l’UE. Si tratta infatti dell’articolo 36 del REGOLAMENTO (UE) 2021/953 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO varato il 14 giugno 2021 per un quadro per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell’UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19.
Come è noto per realizzare gli obiettivi stabiliti nei trattati, l’UE adotta diversi tipi di atti legislativi.
Alcuni sono vincolanti, altri no.
Alcuni si applicano in tutti i paesi dell’UE, altri solo in alcuni di essi.
Ma cosa sono i regolamenti? Un regolamento è un atto legislativo vincolante. Deve essere applicato in tutti i suoi elementi nell’intera Unione europea.
E cosa è una direttiva? Una direttiva è un atto legislativo che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell’UE devono realizzare. Tuttavia, spetta ai singoli paesi definire attraverso disposizioni nazionali come tali obiettivi vadano raggiunti.
A questo punto la questione dell’obbligo vaccinale presenta alcuni spunti di riflessione.
In primis, che succede se un’autorità nazionale viola il regolamento UE? L’Italia è a rischio di infrazione per l’obbligatorietà del vaccino?
In altre parole se il paese dell’UE interessato non ha comunicato le misure che recepiscono completamente le disposizioni delle direttive o non rettifica la presunta violazione del diritto dell’UE, la Commissione può avviare una procedura formale di infrazione.
Altri aspetti sono legati agli effetti dell’obbligo vaccinale: quali ad esempio i non vaccinati non godranno più dei diritti politici in quanto non potranno più accedere ai luoghi pubblici come i seggi elettorali?
I non vaccinati saranno equiparati ai non abili al lavoro e quindi potranno godere della pensione o di un sussidio come ad esempio il reddito di cittadinanza?
A questo punto sarebbe opportuno che la Commissione europea intervenga urgentemente per fugare ogni ragionevole dubbio su eventuali violazioni al regolamento europeo 2021/953 in merito al decreto sull’obbligo vaccinale e ai Politici di riflettere e di correre ai ripari per evitare le sanzioni.
Impensabile assistere agli italiani disperati che tentano di aggirare le regole, arrivando al punto di andare all’appuntamento per il vaccino con un braccio finto per evitare di ricevere il vaccino.
E’ al contrario auspicabile la certezza del diritto e della pena ed è proprio per questo che chiunque pensi di voler affettare l’Italia come se fosse un salame, credo che a breve non solo mancherà il salumiere ma non ci sarà neanche più il coltello…
Purtroppo non è la libertà che manca in Italia. Mancano gli uomini liberi…