
(AGENPARL) – Roma, 23 aprile 2020 – Riceviamo e pubblichiamo.
«Gentile Direttore, in relazione all’articolo di Redazione, del 21 aprile 2020, dal titolo “Intelligence, indiscrezione: Presicce al posto di Caravelli e Agovino all’Aisi al posto di Parente?“, si ritiene assolutamente non veritiero che “Di Maio abbia fatto i salti mortali per avere ….. Elisabetta Trenta nel CdA dell’ex Finmeccanica”, e di questo sono sicura, non perché non ritenga di godere della stima del Ministro Luigi Di Maio, ma perché il Ministro Di Maio sa – e ogni bravo giornalista dovrebbe sapere – che la sottoscritta, essendo stata Ministro della Difesa, non potrebbe rivestire una posizione in un’azienda pubblica che lavori prevalentemente con la Difesa, come, appunto, Leonardo. Il giornalista subito dopo scrive “Elisabetta Trenta (quella dello scandalo dell’alloggio di servizio occupato senza averne più diritto)” perpetuando così l’atto di diffamazione e di linciaggio mediatico compiuto sulla mia persona dagli organi di stampa nei mesi da nov. 2019 a gen. 2020, nonostante i chiarimenti forniti sulla vicenda dal Ministro della Difesa in carica Lorenzo Guerini e l’archiviazione da parte della Procura Militare di una inchiesta che era comunque partita senza alcun indagato o ipotesi di reato. Infine, il giornalista scrive: “Elisabetta Trenta …. ha dovuto cedere il passo a colei a cui aveva sfilato il ministero della difesa due anni fa, ossia Paola Giannetakis” rivelando anche qui assoluta mancanza di professionalità ed accuratezza: La Professoressa Paola Giannetakis era stata indicata nell’ipotetica squadra di Governo come Ministro dell’interno, mentre la sottoscritta era stata indicata come possibile Ministro della Difesa. Quindi non avevo “sfilato” nessun ministero alla Professoressa Giannettakis, che mi ha sempre sostenuta e che sostengo perché gode della mia stima. La scrivente, si chiede come possa il suo nome continuare a finire in articoli e note stampa senza che il Direttore Responsabile e/o Suoi dipendenti e/o collaboratori non abbiano verificato la veridicità delle informazioni in loro possesso e soprattutto le loro ripercussioni nei confronti del destinatario. Si rammenta che secondo i più recenti orientamenti della Corte di Cassazione, anche soltanto un titolo di giornale può essere sufficiente – a prescindere dal contenuto dell’articolo- alla commissione del delitto di diffamazione a mezzo stampa. In considerazione di quanto sopra, e della condotta diffamatoria penalmente posta in essere, Vi invito, all’immediata rimozione dell’articolo del 21 aprile 2020, dal titolo “Intelligence, indiscrezione: Presicce al posto di Caravelli e Agovino all’Aisi al posto di Parente?“ evidenziando la non corrispondenza a vero dei fatti riguardanti la scrivente in esso evidenziati con pubblicazione di questa nota. Vi diffido, inoltre, dal compiere ulteriori atti diffamatori nei confronti della Scrivente, la quale si riserva, sin da ora, di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e per sentir condannare i responsabili dello spiacevole episodio su esposto per tutti i reati ravvisabili dall’Autorità Giudiziaria. La Scrivente, da ultimo si riserva di chiedere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali, stante la gravità dell’offesa subita. La presente, inviata con riserva e senza pregiudizio di ragioni, azioni, diritti ed eccezioni, valga quale diffida e formale messa in mora, ai sensi e per gli effetti degli artt. 1219 e ss. cc. a ogni effetto di legge e, come tale, interruttiva di ogni termine prescrizionale. Certi di un Vs. pronto riscontro, porgo distinti saluti.».
Firmato Elisabetta Trenta.