
(AGENPARL) – Tue 21 October 2025 FDI: Presentata una proposta di legge per colpire chi inneggia alla mafia
“Abbiamo depositato nei due rami del Parlamento una proposta di legge che introduce il reato di apologia della criminalità organizzata o mafiosa punito con la pena di reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 1.000 fino a 10.000 euro”. Ad annunciarlo in una nota i parlamentari palermitani di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, capogruppo Fdi in Commissione Giustizia alla Camera e il senatore Raul Russo, componente della Commissione Parlamentare Antimafia, primi firmatari della pdl, che aggiungono: “Sono previste aggravanti se il fatto è commesso a mezzo stampa o attraverso strumenti telematici o informatici, per porre un argine alla diffusione senza controllo sui social network di contenuti che favoriscono pratiche e messaggi di adesione alla mafia e che talvolta si traducono nella vita reale in condotte criminali violente da parte di giovanissimi. Così come preoccupa la diffusione di prodotti televisivi e cinematografici che mostrano i mafiosi con un’accezione positiva a rischio emulativo, come avvenuto recentemente in un omicidio tra giovani a Palermo. Ciò non è tollerabile. La nostra proposta di legge – proseguono Varchi e Russo – mira, dunque, a contrastare la normalizzazione e l’enfatizzazione delle associazioni criminali di stampo mafioso. Pur non essendo particolarmente favorevoli ai cosiddetti reati di opinione siamo convinti che non si possa più rinviare un’iniziativa legislativa del genere, non possiamo permettere che le giovani generazioni, che non hanno vissuto l’epoca più sanguinosa delle stragi, crescano senza capire che la mafia non può mai, in alcun, caso avere alcuna accezione positiva”.
Sull’uso dei social la Presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha da tempo denunciato, in ultimo al Festival del Sud a Vibo Valentia: “Oggi è nata la “mafiosfera”: la camorra usa i social per arruolare i più giovani”. “Catene, leoni, video fuori dal carcere: si trasforma un boss in un eroe. Non è così: chi è in carcere perché è un boss non è un eroe”: “La verità la rimettono in asse forze di polizia e magistratura, fino a sentenza”.
“Per quanto riguarda l’aspetto sistematico – codicistico della nostra proposta la scelta di inserirlo dopo l’articolo che sanziona il reato associativo di stampo mafioso è una scelta precisa finalizzata ad accostare gli aspetti immateriali legati più all’opinione e favorire un maggiore controllo sui contenuti ad opera dei social anche in ausilio alle forze investigative italiane che così potranno colpire non solo le condotte materiali rilevanti penalmente”, concludono i parlamentari di FdI.
Ufficio stampa
Fratelli d’Italia
Camera dei deputati