
(AGENPARL) – Thu 22 May 2025 POVERTA’: Rosina, “Dai dati Istat, un Paese che sta tradendo i suoi cittadini”
La presidente degli assistenti sociali: scuola, sanità, servizi, non sia solo statitistica
“La povertà cambia volto, ma resta una ferita aperta. Quando una madre rinuncia a curarsi per poter comprare il latte a suo figlio, quando un anziano resta solo davanti a una lista d’attesa infinita, quando un giovane lavora e resta povero… non è solo povertà. È un Paese che sta tradendo i suoi cittadini. E noi, come assistenti sociali, non possiamo restare in silenzio”.
La presidente Barbara Rosina commenta il Rapporto annuale ISTAT 2025 che restituisce un’immagine chiara e dolorosa del nostro Paese: un’Italia dove crescono la povertà, le disuguaglianze e la fatica quotidiana di troppe persone nel vedere riconosciuti i propri diritti fondamentali. Sono oltre 14 milioni le persone a rischio di povertà o esclusione sociale, il 23,1% della popolazione. “Ma dietro questa cifra ci sono le storie concrete di chi lavora, di chi cresce, di chi invecchia, di chi cura e si prende cura – dice Rosina, commentando i numeri – I lavoratori dipendenti rappresentano oggi una delle nuove frontiere della vulnerabilità. Il lavoro non basta più per vivere dignitosamente: si diffonde la povertà lavorativa, si ampliano le disuguaglianze salariali, si contrae il potere d’acquisto. È un segnale allarmante che richiama la necessità di rafforzare le tutele, la contrattazione, i servizi e le politiche attive. A questa fragilità economica si somma una povertà sanitaria crescente: il 9,9% della popolazione ha dovuto rinunciare a prestazioni mediche per motivi economici. È un dato gravissimo che testimonia un accesso diseguale al diritto alla salute, colpendo le fasce più deboli: le famiglie a basso reddito, gli anziani soli, i cittadini stranieri, chi vive nelle aree interne o prive di servizi adeguati”.
E poi i giovani che vivono condizioni difficili, i laureati che emigrano; gli anziani, soprattutto nelle regioni meridionali e nei grandi comuni, che affrontano solitudine, difficoltà di accesso ai servizi, redditi insufficienti.
“I servizi per l’infanzia e l’adolescenza, la scuola, il sostegno alla genitorialità devono tornare al centro dell’agenda pubblica – conclude – . Questi dati non restino confinati nei report statistici. Sono un grido d’allarme che deve tradursi in risposte concrete. Occorre rendere effettivi i diritti sociali e sanitari su tutto il territorio nazionale; rafforzare i servizi sociali territoriali e il lavoro sociale professionale, in particolare nei contesti a maggiore fragilità; promuovere politiche integrate per la famiglia, l’infanzia, la non autosufficienza, l’inclusione attiva; colmare i divari tra Nord e Sud, tra aree urbane e interne, tra chi ha accesso e chi resta ai margini”.
Roma, 22 maggio 2025
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CNOAS FNAS
Fernanda Alvaro