
(AGENPARL) – mer 30 novembre 2022 Gentili colleghi,
in allegato i dati elaborati dall’Osservatorio provinciale del Mercato del Lavoro relativi al terzo trimestre 2022, e un approfondimento sul fenomeno dei NEET (persone tra i 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano) aggiornato al 2021.
Da gennaio a settembre di quest’anno, il lavoro dipendente in Provincia di Bergamo è aumentato di 8.541 posizioni lavorative, risultato a saldo di 114.452 assunzioni e 105.911 cessazioni. Si tratta di un incremento occupazionale robusto che consolida la crescita avvenuta nel 2021 col rimbalzo dalla crisi sanitaria causata nel 2020 dal Covid.
Il saldo positivo nei tre quarti dell’anno è maturato in un contesto di forte intensità dei flussi in entrata (+15,2% la variazione tendenziale delle assunzioni) e in uscita (+22,1% le cessazioni) dal mercato del lavoro. E in condizioni di perdurante difficoltà delle imprese nel reperimento di nuovo personale.
Nel terzo trimestre (luglio-settembre), le assunzioni hanno rallentato (35.832, +0,5% su base annua) a fronte di un aumento delle cessazioni (37.777, +10,2%). Ne è conseguito un bilancio trimestrale in negativo (-1.945 posizioni).
Tenendo conto del risultato dei primi nove mesi e delle prospettive della congiuntura economica, si può prevedere che il 2022 si chiuderà, nonostante la dinamica degli ultimi mesi e il peggioramento delle aspettative, con una crescita media ancora consistente dell’occupazione dipendente in Provincia.
I NEETs
La Provincia di Bergamo ha iniziato a porre la propria l’attenzione anche al tema dei NEETs, giovani (generalmente tra i 15 e i 29 anni di età) “Neither in Employment nor in Education and Training”, che non lavorano né sono inseriti in percorsi di istruzione o formazione. I dati che la Provincia di Bergamo espone sono pubblicati tra gli indicatori del BES (Benessere Equo e Sostenibile) dei territori sulla pagina web dell’Istat.
Secondo i dati pubblicati nelle scorse settimane, nel 2021 in provincia di Bergamo i NEETs sono pari al 16,3% dei giovani tra i 15 e i 29 anni di età, che corrisponde in valore assoluto a poco meno di 28mila giovani su un totale di 171mila residenti in Provincia, una quota in netto calo rispetto all’anno precedente, ben lontana dal dato medio nazionale (23,1%) e migliore di un paio di punti di quello regionale (18,4%). In Lombardia si registra un peggioramento anche nel 2021 a differenza di quanto si verifica nelle macro-aree territoriali (Nord, Centro, Mezzogiorno e nella media nazionale) nelle quali, dopo l’impennata nel periodo Covid, i NEETs si riducono.
Ricalcolando dai tassi percentuali i valori assoluti, risultano nel 2021 27.963 NEETs bergamaschi, in calo dai 31.567 del 2020, livello record segnato dal Covid, ma ancora a livelli lievemente superiori rispetto al periodo pre-Covid (24.444 nel 2019). I disoccupati (o inoccupati, cioè in cerca di un primo lavoro) in senso stretto tra i 15 e i 29 anni risultano più che dimezzati nel 2021: 3.946 in confronto ai 9.468 circa del 2018. I giovani che non lavorano né cercano attivamente lavoro e non partecipano a corsi di istruzione o formazione (19.104 nel 2018, pari a due terzi dei NEETs) salgono a 25.424 nell’anno della pandemia, per poi ridursi lievemente Nel 2021 a 24.017.
Nel 2021, inizialmente ancora condizionato dagli strascichi della crisi Covid, la disoccupazione giovanile viene in buona parte riassorbita e si riduce anche in misura modesta la platea dei NEETs che non studiano né frequentano attività di formazione. Gli inattivi “non NEETs”, diminuiti di circa 3mila giovani tra 2019 e 2020, sono nel 2021 oltre 5mila in più (73.940) e rappresentano il 43,1% dell’intera popolazione giovanile.