
COSENZA Dei possibili episodi di acque reflue sversate in modo illegittimo nelle reti consortili in contrada Surdo nel comune di Rende, in giudizio, risponderanno l’ex commissario prefettizio Maurizio Valiante e l’allora dirigente comunale Giovanni Ricca. Lo ha stabilito il giudice di udienza preliminare, Rita Benigno, che ha chiuso la prima tranche giudiziaria dell’inchiesta che il pubblico ministero Manuela Greco porta avanti dal 2013. Gli episodi contestati dalla procura di Cosenza fanno riferimento al triennio 2013-2016 e per queste ragioni, l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari era stato notificato anche al sindaco di Rende Marcello Manna oltre che ai dirigenti Donato Michele Lizzano e Francesco Minutolo. I cinque indagati rispondevano a vario titolo di inquinamento, omissione in atti d’ufficio e deposito di acque reflue per non aver operato tempestivamente. Per Francesco Minutolo, assistito dagli avvocati Marco Facciolla e Francesco Muscatello, il giudice di udienza preliminare ha disposto il non luogo a procedere. Il giudice, accogliendo il pieno la linea difensiva, ha constatato come l’allora dirigente dei lavori pubblici nella qualità delle sue funzioni per evitare i presunti sversamenti illeciti altro non poteva fare che chiedere un impegno di spesa all’amministrazione comunale. Atto predisposto dal dirigente che, non potendo chiedere un ordinanza contingibile e urgente in quanto l’ente era in pre-dissesto, si era attivato anche per firmare delle convenzioni con il consorzio di bonifica e ripartire in questo modo la spesa. Assolti con formula piena in rito abbreviato invece Marcello Manna e Donato Michele Lizzano. Per il sindaco, difeso dagli avvocati Gianluca Garritano e Concetta Coscarella, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a otto mesi di reclusione oltre al pagamento di una multa di 15mila euro. Per il dirigente Domenico Michele Lizzano, difeso dall’avvocato Sergio Sangiovanni, invece il pm aveva chiesto la condanna a 6 mesi di reclusione.