
Il punto di Enzo Rindinella, presidente della federazione di categoria Logistica e Servizi di FederTerziario, sul tema dei collegamenti all’interno del Sud e nei confronti del resto d’Italia.
Il 60% dei flussi turistici, secondo le ultime rilevazioni Istat, si concentra in cinque regioni italiane – Veneto, Trentino-Alto Adige, Toscana, Lazio e Lombardia – tagliando fuori di fatto le regioni meridionali che pure offrono un patrimonio culturale e paesaggistico riconosciuto e apprezzato a livello globale. Un ritardo infrastrutturale che Enzo Rindinella, presidente FederTerziario Logistica e Servizi, considera “una delle principali zavorre allo sviluppo turistico del Meridione” eche si consuma lungo due livelli: interno alle regioni e nei confronti del resto d’Italia.
“Ritengo che il problema dei collegamenti interni – evidenzia Rindinella – sia oggi ancora più penalizzante rispetto a quello dei collegamenti con il resto del Paese. La rete ferroviaria regionale è frammentaria, lenta e spesso obsoleta, mentre quella autostradale presenta, in alcuni tratti, gravi lacune in termini di manutenzione e sicurezza. Questo incide direttamente sulla mobilità dei turisti, sullo sviluppo delle economie locali e sulla capacità delle imprese di fare sistema“.
Parole confermate da alcuni numeri dell’Istat: quasi il 42% delle linee ferroviarie del Mezzogiorno è ancora non elettrificata, mentre la rete ad alta velocità interessa solo sei regioni italiane e tra queste solo una è meridionale (la Campania col 10,4%). Criticità che impongono una maggiore attenzione anche ai collegamenti relativi all’Italia insulare che necessitano di un forte rilancio, sia sul piano aereo che navale, per rendere le isole più accessibili tutto l’anno e non solo nei picchi stagionali: “Serve una strategia integrata – spiega Enzo Rindinella – e di lungo periodo: infrastrutture efficienti, logistica intelligente e politiche di promozione coerenti“.
A questo proposito FederTerziario Logistica e Servizi continuerà a sollecitare investimenti mirati e una regia politica e istituzionale che metta al centro la valorizzazione del territorio e la crescita sostenibile delle imprese del turismo.
“Bisogna ridurre il divario infrastrutturale – prosegue il presidente della federazione di categoria di FederTerziario – tra Nord e Sud del Paese: è una sfida storica non più rinviabile. Il Mezzogiorno sconta da troppo tempo una carenza strutturale che penalizza lo sviluppo economico, sociale e turistico dell’intero territorio. Il tema non riguarda soltanto la costruzione di nuove opere, ma anche la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti, la modernizzazione della rete ferroviaria, la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, l’efficientamento dei porti e degli aeroporti, e l’accesso ai servizi digitali di ultima generazione”.
I passi in avanti compiuti negli ultimi anni non sono considerati sufficienti, adesso c’è da non perdere l’ultimo treno: “Le risorse del PNRR e del Fondo di Sviluppo e Coesione – spiega Rindinella – rappresentano un’occasione irripetibile per colmare questo gap” e pertanto “non possiamo più rimandare: è necessario un cambio di passo nella capacità progettuale e gestionale da parte della pubblica amministrazione, a livello nazionale, ma ancora di più a livello locale, e una più stretta collaborazione con le realtà associative e imprenditoriali“.
E ora si guarda al futuro, conclude Enzo Rindinella: “È tempo di superare la logica emergenziale e investire con coerenza e visione nella crescita del Mezzogiorno. Lo sviluppo infrastrutturale del Sud non è un favore, ma una condizione imprescindibile per la competitività dell’intero Paese.“
