
Nel tempio della legalità che è la Camera dei Deputati è stata perpetrata con la sentenza del consiglio di giurisdizione di II° grado la più eclatante illegalità e illegittimità che nessuna autorità giudiziaria e nessuna legge ha mai fatto dal 1948.
Si tratta di una sentenza politica emessa dai giudici privi di autonomia, di terzietà e di imparzialità di requisiti previsti dalla Costituzione e dai trattati europei.
Chiediamo ai giuristi di questo paese di valutarla nel merito per difendere il ruolo del Parlamento e a tutti i partiti chiediamo di assumere fin in fondo le loro responsabilità dinnanzi allo stravolgimento della Costituzione e al mancato risparmio delle risorse specifiche nel bilancio della Camera.
Nessuna sanzione, né penale, né civile, può essere irrogata per il passato perché la legittima aspettativa è un valore e un precetto costituzionale sempre osservato in Italia per tutti i cittadini. La Corte Costituzionale ha stabilito con una giurisprudenza costante che una sanzione per il passato può essere decisa alle condizioni che sia temporanea, proporzionale e ragionevole. Perciò il taglio permanente basato su un metodo di calcolo retroattivo dei vitalizi non è accettabile ed è contro legge.
Questa grave irregolarità vigente solo per gli ex deputati fa emergere il permanere di un rancore nei confronti di chi ha onorato il Parlamento per il passato e ha diritto al rispetto dei propri diritti. I componenti del consiglio giurisdizionale sono personalmente responsabili della decisione poiché un organo giurisdizionale non può decidere a suo piacimento calpestando norme elementari di diritto costituzionale e di diritto comune.
Alcune indiscrezioni giornalistiche e alcune dichiarazioni veramente incredibili hanno accompagnato per giorni il lavoro del consiglio di giurisdizione, ma scandalose sono le dichiarazioni di Giuseppe Conte che ieri, mentre era riunito il Collegio giudicante ha esternato più volte contro ogni deontologia professionale.
Come avvocato e giurista avrebbe dovuto rispettare il lavoro dei componenti del collegio.
Ricordiamo a tutti che gli ex deputati non chiedono alcun privilegio, tant’è che avevano formalmente dichiarato di rinunziare ad una serie di diritti con proposte ben precise che avrebbero determinato un forte risparmio di spese da parte della Camera dei Deputati rendendo coerente il regime retributivo tra la Camera e il Senato a tutela dello status unitario del Parlamento e della complessiva autonomia parlamentare.
Su queste tematiche derivanti dalla sentenza si terrà domani mattina a Roma la riunione dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione degli Ex Parlamentari.
Nella tarda mattinata si terrà una conferenza stampa a Montecitorio nell’ambito della quale saranno illustrati gli atti formali e le procedure conseguenti deliberate dall’organo dell’Associazione.