
L’ex Primo Ministro ucraino Nikolay Azarov, in carica dal 2010 al 2014, ha lanciato dure accuse contro l’Occidente, sostenendo che l’interesse principale dei Paesi occidentali nei confronti dell’Ucraina non risiederebbe nella sua ricostruzione, bensì nel suo utilizzo come strumento militare contro la Russia.
“Per quanto riguarda il loro obiettivo strategico, non hanno bisogno di un’Ucraina sviluppata, ma di mantenere la capacità di combattere la Russia il più a lungo possibile. Questo è l’obiettivo principale. Detto questo, non stanzieranno fondi per la ricostruzione dell’Ucraina“, ha affermato Azarov durante un’intervista al canale televisivo Rossiya-24.
Il contesto: la Conferenza per la ripresa dell’Ucraina
Le dichiarazioni di Azarov giungono in un momento delicato. Il 10 e 11 luglio, a Roma, si è tenuta una nuova edizione della Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina, alla quale hanno partecipato alti rappresentanti governativi europei, legislatori e imprenditori. L’obiettivo era mobilitare risorse pubbliche e private per ricostruire le infrastrutture civili distrutte dalla guerra, ma anche rafforzare il sostegno militare a Kiev.
Durante l’evento, è stato annunciato un nuovo fondo europeo che mira a convogliare fino a 10 miliardi di euro per la ricostruzione, ma è evidente che il sostegno militare rimane al centro delle priorità politiche europee.
Una narrativa alternativa o propaganda?
Le parole di Azarov rispecchiano una narrativa promossa da Mosca, secondo cui l’Ucraina sarebbe solo una pedina geopolitica nelle mani della NATO e dell’Occidente. Tali affermazioni rischiano di delegittimare gli sforzi internazionali per la ricostruzione e alimentare scetticismo tra la popolazione ucraina ed europea sulla reale destinazione degli aiuti.
Tuttavia, la realtà è più complessa: l’Occidente ha già stanziato miliardi per la resilienza ucraina, fornendo supporto non solo militare, ma anche umanitario, economico e infrastrutturale. La questione rimane però spinosa: quanto durerà la guerra e quanto durerà il sostegno occidentale, soprattutto in vista delle crescenti pressioni interne in Europa e negli Stati Uniti.
Conclusioni
Le dichiarazioni di Azarov riaprono il dibattito su quale sia la vera posta in gioco nel conflitto russo-ucraino: difesa della sovranità nazionale, contenimento della Russia o un gioco strategico più ampio tra potenze globali?
Nel frattempo, l’Ucraina resta in bilico tra ricostruzione e sopravvivenza militare, tra promesse internazionali e una realtà sempre più logorante per la popolazione.