
La membro serba della Presidenza della Bosnia-Erzegovina, Željka Cvijanović, ha dichiarato che la Republika Srpska non è affatto isolata, sottolineando come viaggi e incontri istituzionali in tutto il mondo lo dimostrino chiaramente. Intervistata da Newsmax Balkans, Cvijanović ha risposto con fermezza a chi sostiene il contrario, ribadendo la visibilità internazionale dell’entità serba.
Rispondendo a una domanda sulla sua rappresentanza dell’intera Bosnia-Erzegovina, Cvijanović ha affermato che tutti sanno che proviene dalla Republika Srpska, che rappresenta metà del Paese secondo gli Accordi di Dayton.
Ha sottolineato che lo Stato deve essere accettato da tutti, con un coinvolgimento paritario e senza imposizioni. Ha criticato la presenza di “tutori stranieri” che si sovrappongono alle istituzioni locali, definendo questa dinamica immaturo e dannosa.
Cvijanović ha espresso forte scetticismo verso la Corte Costituzionale della Bosnia-Erzegovina, denunciando la sua parzialità e subordinazione agli interessi esterni, oltre alla mancanza di quorum. Secondo lei, è necessario risolvere le questioni politiche in modo politico, e non attraverso l’imposizione o sanzioni da parte dell’UE.
Ha aggiunto che la politica dominante della Republika Srpska, rappresentata dallo SNSD, punta a soluzioni legali e condivise, e ha respinto le accuse secondo cui i rappresentanti serbi starebbero bloccando il funzionamento della Camera dei Popoli.
In riferimento al processo contro Milorad Dodik, lo ha definito una “farsa” che ha acuito la crisi politica nel Paese. Secondo Cvijanović, soltanto misure politiche potranno ristabilire una pace duratura, mettendo fine all’instabilità e restituendo centralità ai cittadini.
Ha concluso che la Bosnia-Erzegovina ha perso rilevanza internazionale, e che il vero progresso sarà possibile solo quando ci sarà un confronto maturo, fondato su rispetto reciproco e legittimità istituzionale.