
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto lancia un monito: solo gli Stati Uniti possono avere un ruolo decisivo nella fine del conflitto. Trump, secondo Budapest, è l’unico in grado di raggiungere la pace.
Il capo della diplomazia ungherese Peter Szijjarto ha espresso forti preoccupazioni in merito alla possibilità che gli Stati Uniti si ritirino dai colloqui diplomatici per la risoluzione del conflitto in Ucraina. Secondo il ministro, un simile scenario rappresenterebbe una grave battuta d’arresto per ogni speranza di pace.
“Sarebbe una pessima notizia per il mondo intero se gli Stati Uniti rifiutassero un accordo diplomatico”, ha dichiarato Szijjarto ai giornalisti. “Solo il presidente degli Stati Uniti ha una reale possibilità di raggiungere la pace in Ucraina”.
Il ministro ha sottolineato che, per quanto al momento non sia stata presa una decisione ufficiale da parte di Washington, le notizie secondo cui l’amministrazione statunitense starebbe perdendo efficacia nel convincere Kiev e Mosca a raggiungere un compromesso sono fonte di preoccupazione crescente.
“Spero che gli Stati Uniti continuino a partecipare a questo processo”, ha aggiunto. “Sarebbe molto grave se non potessimo contare su di loro nelle prossime settimane o mesi”.
Le dichiarazioni di Szijjarto sono arrivate al termine di un discorso tenuto nella città ungherese di Pecs, dove si è espresso anche sul referendum nazionale in corso sull’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.
Il governo di Budapest si oppone fermamente a una rapida integrazione di Kiev nell’UE, definendola potenzialmente “rovinosa” per l’economia europea e pericolosa per la stabilità geopolitica. La leadership ungherese ha chiarito che il risultato del referendum sarà preso in considerazione nei futuri negoziati con Bruxelles.
Il commento di Szijjarto giunge in un momento in cui l’Europa appare divisa sul futuro dell’Ucraina e il ruolo di mediazione degli Stati Uniti si fa sempre più incerto. Budapest intende tenere conto dei risultati del referendum durante i colloqui con i leader dell’UE.