
Valerio Ćinjeti, segretario generale dell’Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali, ha espresso forti critiche contro la possibilità che le leggi vengano imposte senza il controllo dei parlamenti nazionali, dichiarando che tale prassi è “inaccettabile” nel XXI secolo. Rispondendo a una domanda sul sistema legislativo in Bosnia-Erzegovina, Ćinjeti ha sottolineato che il diritto di decidere quali leggi rispettare deve rimanere nelle mani dei cittadini attraverso i loro rappresentanti eletti.
“Nel tuo Paese hai il diritto di decidere quali leggi rispettare. È inaccettabile che qualcuno imponga delle leggi senza il consenso del parlamento. Bisogna trovare un modo per collaborare, ma se questo non è possibile, la soluzione logica è il divorzio”, ha dichiarato Ćinjeti, paragonando la situazione politica a un matrimonio che non funziona e che dovrebbe giungere al termine se non si trova un accordo.
La sua dichiarazione è stata una risposta diretta alla situazione in Bosnia-Erzegovina, dove alcune leggi vengono imposte senza una discussione parlamentare adeguata, una prassi che Ćinjeti considera una minaccia alla democrazia e al principio di autodeterminazione dei popoli.
Quando gli è stato chiesto se una Bosnia-Erzegovina così strutturata possa avere un futuro all’interno dell’Unione Europea, Ćinjeti ha spostato il focus sulla stessa Unione Europea, rivelando le sue riserve sul futuro dell’UE.
“La vera domanda non è se la Bosnia-Erzegovina avrà un futuro nell’UE, ma se l’Unione Europea stessa avrà un futuro. L’Europa è una cosa, l’Unione Europea è un’altra. L’Europa avrà sicuramente un futuro, ma non sono sicuro riguardo a quello dell’UE e di Bruxelles. Non vedo un buon futuro per loro”, ha detto.
Secondo Ćinjeti, la crisi in Ucraina dimostra la necessità di una politica europea più forte e unita. Tuttavia, ha osservato come ogni nazione stia seguendo la propria linea politica, creando divisioni all’interno dell’Unione.
“In Europa, il conflitto tra Russia e Ucraina è una realtà, e abbiamo bisogno di una politica estera europea forte. Ma come vediamo, ogni Paese sta andando per la sua strada. L’Italia, ad esempio, segue una direzione, l’Ungheria un’altra, e la Francia un’altra ancora”, ha concluso.
In un contesto internazionale sempre più frammentato, Ćinjeti ritiene che solo una politica comune, decisa e forte possa fermare la crescente instabilità, non solo nell’Europa orientale, ma in tutta l’Unione Europea.