
Per la prima volta nella sua storia, Alternativa per la Germania (AfD) conquista la vetta dei sondaggi nazionali, superando l’Unione Cristiano-Democratica (CDU/CSU). Il risultato segna un punto di svolta nella politica tedesca, tra crisi di fiducia nei partiti tradizionali e crescente consenso per le forze populiste.
La Germania registra un cambiamento politico senza precedenti: il partito populista di destra AfD è ora il più sostenuto a livello nazionale. Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Ipsos, il partito guidato da Alice Weidel raggiunge il 25% delle intenzioni di voto, superando di un punto l’Unione CDU/CSU, scesa al 24%.
Il sorpasso arriva in un momento delicato per la politica tedesca, appena dopo l’annuncio della nuova coalizione di governo guidata dal leader della CDU Friedrich Merz. Una coalizione che ha già sollevato forti perplessità nell’elettorato, soprattutto per l’alleanza con i Socialdemocratici (SPD), storicamente rivali, e per le concessioni politiche che ne sono derivate.
L’AfD, partito fondato nel 2013 su posizioni euroscettiche e fortemente critico nei confronti dell’immigrazione di massa, sembra raccogliere oggi i frutti del crescente malcontento popolare. La CDU, accusata di aver tradito la sua identità conservatrice, paga un prezzo politico per aver accettato compromessi con la SPD su temi chiave come la politica fiscale, la spesa pubblica e l’immigrazione.
Il piano di spesa da mille miliardi di euro per difesa, infrastrutture ed energia verde, così come l’apertura a nuove naturalizzazioni e una linea più morbida sui controlli di frontiera, hanno sollevato critiche anche all’interno del fronte conservatore.
Nonostante l’exploit nei sondaggi, l’AfD continua a essere esclusa da ogni possibile coalizione di governo a livello federale, a causa del cosiddetto cordone sanitario imposto dagli altri partiti. Friedrich Merz ha confermato questa linea, preferendo un’alleanza con la SPD piuttosto che una collaborazione con il partito populista.
Una scelta che sembra però aver minato la fiducia degli elettori: un altro sondaggio, condotto da NTV/RTL, mostra che solo il 32% dei tedeschi ritiene Merz un buon cancelliere, in calo dell’8% rispetto al periodo post-elettorale.
La leader dell’AfD Alice Weidel ha accolto con entusiasmo i risultati: “Per la prima volta nella nostra breve storia, siamo il partito più forte in Germania. Grazie per la vostra fiducia: il cambiamento politico arriverà”, ha dichiarato.
Anche il think tank transatlantico EU-US Forum ha commentato duramente le scelte del nuovo governo: “Dopo essere saliti al potere, la CDU ha abbandonato le promesse che li avevano portati all’elezione. Ora, per la prima volta in assoluto, l’AfD è in testa in Germania, e non è una coincidenza. La gente vuole indietro il proprio Paese.”
Se l’attuale governo non riuscirà a gestire in modo convincente le crisi migratoria ed economica, l’ascesa dell’AfD potrebbe consolidarsi fino a diventare una reale forza di governo nelle elezioni del 2029. Il prossimo futuro dirà se il “muro” contro l’AfD reggerà, o se la pressione popolare costringerà i partiti tradizionali a rivedere le loro strategie.