
Il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha dichiarato che i procedimenti giudiziari contro di lui sarebbero motivati unicamente dal suo successo politico continuo, che dura da oltre due decenni. Intervistato dalla televisione serba Informer, Dodik ha puntato il dito contro l’opposizione interna e contro le autorità giudiziarie con sede a Sarajevo, definendole “strumenti della repressione politica”.
“Vogliono processarmi perché vinco sempre. Da vent’anni. Hanno visto che la barzelletta è finita, e ora devono eliminarmi dalla scena politica, altrimenti saranno sconfitti di nuovo,” ha dichiarato Dodik.
Il presidente ha ricordato che i partiti attualmente al governo nella Republika Srpska hanno ottenuto un ampio consenso nelle ultime elezioni locali: 54 comuni su 63, maggioranza parlamentare in dieci città e sindaci in otto. “Numeri incredibili, soprattutto in un contesto così difficile,” ha detto.
Accuse all’opposizione e agli “stranieri”
Dodik ha criticato aspramente l’opposizione della Republika Srpska, accusandola di cercare il dialogo con i rappresentanti bosgnacchi a Sarajevo piuttosto che con il governo legittimamente eletto dell’entità. Secondo lui, questa strategia ricalca quella dell’opposizione serba, che “si aggrappa agli stranieri e ai musulmani”, distruggendo la coesione interna.
“Quando loro erano al potere, io non ho mai sabotato le decisioni della Republika Srpska a livello statale. Ora invece fanno l’opposto,” ha osservato Dodik.
Tensione istituzionale e silenzio della magistratura
Duro anche l’attacco alle istituzioni giudiziarie della Bosnia-Erzegovina. Dodik ha denunciato il silenzio della procura della Republika Srpska, accusandola di essere “eletta a Sarajevo” e controllata da un sistema giudiziario “extracostituzionale”.
Il presidente ha anche commentato le parole del delegato bosgnacco Dževad Mahmutović, secondo cui la polizia della Republika Srpska “dovrebbe essere fucilata” se tentasse di impedirne l’arresto. “Se io avessi detto una cosa simile, il Consiglio di Sicurezza si sarebbe riunito subito,” ha dichiarato, lamentando l’inerzia delle istituzioni e la mancanza di reazioni.