
La parità di genere non è solo un obiettivo sociale e politico, ma anche un principio educativo fondamentale che deve essere promosso sin dalla scuola. La formazione degli studenti e delle studentesse al rispetto reciproco e alla valorizzazione delle differenze passa anche attraverso le strutture di rappresentanza scolastica. Tuttavia, la realtà italiana presenta ancora alcune criticità: nonostante i regolamenti scolastici prevedano la parità di genere nelle elezioni dei rappresentanti di classe, la loro applicazione non è sempre garantita.
Per approfondire questa tematica e comprendere le implicazioni di una mancata rappresentanza equilibrata, abbiamo intervistato la senatrice Marinella Pacifico, da sempre impegnata nella promozione dell’uguaglianza di genere e nella tutela dei diritti delle donne. Con lei abbiamo parlato delle attuali normative, degli ostacoli ancora presenti e delle possibili soluzioni per garantire alle giovani generazioni un’educazione realmente inclusiva e paritaria.
Domanda. Parliamo di parità di genere nella rappresentanza delle classi scolastiche, perché il rispetto e la formazione educativa nei confronti delle donne parte da qui. Che situazione esiste attualmente?
Marinella Pacifico. In Italia come in altri Paesi la parità di genere è un principio sancito dalla legge. Anche nelle scuole, i regolamenti scolastici prevedono che le elezioni dei rappresentanti di classe siano effettuate rispettando la parità di genere, assicurando così che almeno un ragazzo e una ragazza vengano eletti, oppure che le liste elettorali debbano essere composte in modo equilibrato. Tuttavia, ci sono ancora scuole dove questa regola non è sempre applicata o non esiste affatto, lasciando spazio a una rappresentanza senza parità.
Domanda. Cosa comporta la mancata osservanza della parità di genere nella rappresentanza delle classi a scuola?
Marinella Pacifico. La mancanza di tutela della parità di genere nelle elezioni non si limita alla mancanza di rappresentanza di genere nelle classi ma scatena un processo educativo più ampio che mira a formare gli studenti al rispetto reciproco, alla valorizzazione delle differenze di genere e all’eliminazione degli stereotipi su tematiche che riguardano il femminismo, l’uguaglianza, la violenza di genere e l’empowerment delle donne, importanti per abbattere le barriere sociali e culturali che ancora oggi limitano la piena parità tra uomini e donne.
Domanda. Possiamo andare più nello specifico?
Marinella Pacifico. Mi spiego meglio, in tali contesti scolastici dove prevale una cultura di genere che tende a minimizzare la voce e l’influenza delle donne seppure propense a candidarsi per ruoli di leadership, potrebbe determinare una carenza di modelli femminili di leadership e inevitabilmente una percezione errata della leadership vista solo come dominio tipicamente maschile. Quindi se la scuola non promuove attivamente la parità di genere nelle sue strutture di rappresentanza con regolamenti specifici, rischia di non dare il giusto valore al contributo delle donne nella vita sociale e politica, lasciando credere che il genere femminile sia meno adatto a ricoprire ruoli di responsabilità, minando gravemente la fiducia in se stesse e nelle proprie capacità di leadership.
Domanda. Quali sono quindi gli aspetti positivi della rappresentanza di genere nelle classi?
Marinella Pacifico. Prima di tutto i regolamenti scolastici a favore della parità di genere determinano negli studenti la consapevolezza della necessità di una società più equa, rispettosa delle diversità di genere per evitare degenerazioni di comportamenti sessisti. In secondo luogo la possibilità di partecipare alla vita politica e di leadership all’interno della scuola aiuta le studentesse a costruire la propria autostima e di rivelare le proprie capacità, perché vedere le loro opinioni e idee valorizzate le spingeranno a una maggiore partecipare in altri contesti sociali e professionali. Insomma la rappresentanza di genere come rappresentanti di classe contribuisce a creare modelli di riferimento positivi che aiutano a rompere gli stereotipi del successo e della leadership, che sono legati al proprio talento e non al genere.
Domanda. Pensa che la Meloni abbiamo lavorato per incidere sostanzialmente su questa situazione?
Marinella Pacifico. Il lavoro è stato fallimentare, almeno fino a questo momento, in quanto si sono prodotte solo norme repressive, mentre la soluzione è da trovare nella inclusione e nelle libertà di partecipazione, che ancora sono precluse alle donne. Nelle scuole la Presidente del Consiglio ha applicato tagli di spesa che non aiutano a risolvere le priorità educative e formative delle studentesse e degli studenti, lasciando alla sola sensibilità dei docenti rilevare e risolvere situazioni in cui si manifestano episodi di intolleranza, esclusione e bullismo nei confronti del genere femminile. Purtroppo, siamo ancora molto lontani dal rispetto che ci si aspetta nel tempio della cultura qual è il contesto scolastico.