
(AGENPARL) – mer 05 marzo 2025 https://email.mddr.greenpeace.org/c/eJxEzztu6zAQRuHVkN0lZkZ8yAWLiwCq0qVJZ9DmT5mALAkU7QBefZA02cDB-XIsI8tFNCIHy-yZPGvcU13Ox45cX3VbET3bMhKHAmXpfsxezB25ppwbjsPUrm8xcXH5mqggjEORcHG2eJwG9s6TBekahcTRQI6CY2ITfIEXCjyCYNPpp51zM3MD1h3pCrO1WS_x1vt-qOG_kknJ9AXTFyVT__f82KbPx-v9zekWG3L6vVWW0ox1T20xeOg_xrnmKIOwY92jfkb5DgAA___DcE3E
MAIALE GIGANTE DI GREENPEACE DAVANTI AL PARLAMENTO PER CHIEDERE DI
DISCUTERE LA PROPOSTA DI LEGGE CONTRO GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI
pacificamente “invaso” piazza Montecitorio a Roma, accompagnato dallo
striscione “Onorevoli, non potete più ignorarmi!”: il messaggio recapitato
da un gruppo di attivisti e attiviste di Greenpeace Italia ha voluto
attirare l’attenzione del Parlamento sulla necessità di discutere la
proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi” presentata alla Camera
ormai un anno fa dall’organizzazione ambientalista, insieme a Lipu,
ISDE–Medici per l’ambiente, Terra! e WWF Italia. Il testo di legge, che si
focalizza sulla necessità di una transizione agro-ecologica del comparto
zootecnico, è a oggi fermo in Commissione Agricoltura, e le cinque
associazioni promotrici chiedono a gran voce ne venga calendarizzata la
discussione.
«Dobbiamo cambiare radicalmente il nostro sistema zootecnico, con un quadro
normativo e un supporto economico adeguati che mettano le aziende nelle
condizioni di passare dall’attuale sistema di allevamento di tipo intensivo
a un modello agro-ecologico», dichiara Simona Savini della campagna
Agricoltura di Greenpeace Italia. «La sfida è grande, ma non più
rinviabile, e chiama in causa tutte le parti: decisori politici, aziende
agricole, mondo dell’associazionismo e della scienza. La nostra proposta di
legge crea le condizioni per affrontarla».
Gli allevamenti intensivi, ricorda Greenpeace, divorano tonnellate di
mangimi che per essere prodotti richiedono circa il 70% dei terreni
agricoli e oltre due terzi dell’acqua impiegata in agricoltura in Europa:
risorse preziose che potrebbero essere destinate al consumo diretto umano o
al ripristino degli habitat naturali. L’industria della carne, al contempo,
produce rifiuti che l’ambiente non riesce a smaltire: i liquami derivanti
dagli allevamenti intensivi inquinano infatti terreni e risorse idriche,
soprattutto in aree ad alta intensità zootecnica come la Pianura Padana,
dove sono anche maggiori gli impatti sulla salute umana. Basti pensare che
le emissioni di ammoniaca, direttamente proporzionali al numero di animali
allevati, in Italia sono la seconda causa di formazione di PM2,5, le
polveri sottili inquinanti che ogni anno nel nostro Paese causano circa 50
mila morti premature.
Ciononostante, gli animali allevati annualmente in Italia sono oltre 700
milioni: una iperproduzione che avvantaggia i marchi della grande
distribuzione e dell’export, a discapito delle aziende agricole di piccole
dimensioni. In soli 15 anni, nel nostro Paese sono raddoppiate le aziende
agricole di grandi dimensioni, mentre il numero delle piccole e medie è
dimezzato, con un perdita complessiva di circa 350 mila posti di lavoro.
Se nelle aule parlamentari il tema sembra essere invisibile, nell’ultimo
anno la proposta di legge avanzata dalle cinque associazioni è stata
comunque sottoscritta da 23 esponenti di cinque diverse forze politiche,
mentre Greenpeace ha raccolto in pochi mesi oltre mezzo milione di firme a
sostegno dell’iniziativa
,
continuando a monitorare e denunciare gli impatti sempre più evidenti degli
allevamenti intensivi.
«La protesta di oggi vuole dare voce ai numerosi problemi legati agli
allevamenti intensivi, ampiamente condivisi dalla scienza e puntualmente
riportati nella relazione introduttiva della proposta di legge, ma anche ai
consensi bipartisan finora raccolti intorno al testo», conclude Savini. «Il
processo deve tenere conto anche dell’impatto negativo che questo sistema
intensivo ha sul nostro mondo agricolo: il testo di legge mette al centro
un modello zootecnico sostenibile che garantisce margini equi per i
produttori e accesso a un cibo di qualità per tutta la popolazione. Servono
però scelte politiche coraggiose che dirottino l’enorme quantità di denaro
che sostiene l’attuale sistema produttivo verso un piano di riconversione
del settore zootecnico. La proposta è sul tavolo, sostenuta da centinaia di
migliaia di persone e decine di associazioni e comitati. I politici
italiani sono pronti a raccoglierla?».
Scopri di più
sulla
proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi”
CONTATTI
Ufficio stampa Greenpeace Italia: