
È la notte di Capodanno, e la mente, ubriaca di spumante e lenticchie, si concede un sogno che nemmeno il miglior sceneggiatore di fiction politica avrebbe osato immaginare: la massoneria italiana, un tempo glorioso baluardo di ideali e mistero, è in guerra. Ma non aspettatevi crociate con compassi dorati o battaglie per il Grande Architetto dell’Universo. No, qui si parla di conti correnti, immobili, intrighi e tavole d’accusa degni di una telenovela..
Nel sogno, i vari schieramenti si affrontano con lo stesso spirito di una partita a Risiko giocata da zii durante le feste natalizie. Al centro del conflitto, la questione economica: bilanci che vacillano, iscritti in fuga, e immobili da gestire con la delicatezza di un trapezista su una fune tesa. Per non parlare del candidato Gran Maestro in pectore, che sembra vivere un’esperienza degna di Indiana Jones, tra trappole, tradimenti e proposte “indecenti” mascherate da piani strategici e di salvataggio.
C’è chi, in preda al panico, tenta l’operazione disperata: accaparrarsi nuovi affiliati con promesse degne di un volantino del Black Friday. E non manca l’intrigo internazionale: un’obbedienza straniera, in crisi quanto le sue controparti italiane, cerca di stringere alleanze. Pare che i “Sassoni” abbiano perso l’entusiasmo per il grembiulino e preferiscano dedicarsi a hobby più concreti, come l’home brewing.
Ma il vero colpo di scena arriva con un conto corrente nella Repubblica di San Marino. Ventitré milioni di euro. Una somma che, a quanto pare, sta cercando di fuggire come un turista alle prese con un volo low-cost cancellato. Destinazione? Dubai, naturalmente. Per ora, però, il denaro è fermo, un po’ come un sogno che non riesce a decollare.
Le ipotesi si sprecano: risparmi di un’onesta lavoratrice? Eredità della zia d’America? Oppure, più plausibilmente, un gruzzolo accumulato con operazioni, diciamo, non proprio cristalline? Certo, la Guardia di Finanza potrebbe indagare…
Intanto, un vento di cambiamento tenta di scuotere le obbedienze massoniche, ma queste, come vecchie querce spaventate dai fulmini, resistono. Cambiare? Non se ne parla. Più facile organizzare una spedizione al Polo Nord che modernizzare un sistema che sembra preferire la stabilità al rinnovamento.
L’arte del ridicolo, a volte, è più forte del ragionamento. E così, invece di affrontare le vere sfide con un po’ di buon senso e visione, le obbedienze continuano a inscenare una pantomima degna del miglior teatro dell’assurdo. Ma allo specchio i protagonisti cosa vedono riflesso? Rammentano il valore del gabinetto di riflessione? Quel luogo simbolico dove si è chiamati a scrutare dentro sé stessi, a mettere in discussione le proprie intenzioni e i propri valori? Oppure lo specchio riflette solo le ombre delle ambizioni e delle paure, oscurando i veri ideali che dovrebbero guidarli?
Il sogno è ironico, certo, ma lascia un retrogusto amaro. Come ogni buona satira, mette il dito nella piaga: la posta in gioco non è solo economica, ma culturale. La massoneria potrebbe essere un faro di etica e cultura, ma per ora sembra più una scena di commedia dell’arte. E quei 23 milioni? Chissà, magari un giorno compariranno in una storia ancora più assurda. Buon anno, e che i sogni siano più felici di così.
(Stay tuned)
