
Un rapporto pubblicato domenica prevede che la nuova amministrazione del presidente eletto Donald Trump abbandonerà l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il giorno stesso dell’insediamento, previsto per il 20 gennaio. Secondo il Financial Times, la decisione rifletterebbe l’intenzione di Trump di segnare una netta discontinuità rispetto alla politica sanitaria globale dell’amministrazione Biden.
Gli Stati Uniti rappresentano il principale donatore dell’OMS, contribuendo con circa il 16% del suo budget, che nel 2024 ha raggiunto i 6,83 miliardi di dollari. Tuttavia, l’OMS è stata oggetto di critiche da parte di Trump e di voci conservatrici, accusata di essere troppo influenzata dalla Cina e di gestire in modo inefficiente le risorse finanziarie.
Durante il suo precedente mandato, Trump aveva avviato il processo di ritiro dall’organismo con sede a Ginevra nel 2020, in piena pandemia di Covid-19. All’epoca, l’ex presidente aveva accusato l’OMS di essere troppo indulgente con la Cina, soprattutto riguardo alla gestione iniziale del virus e alla mancanza di trasparenza sulle sue origini. Tuttavia, l’amministrazione Biden aveva immediatamente revocato questa decisione il primo giorno del suo mandato, ristabilendo i legami con l’organizzazione.
Il team di transizione di Trump ha espresso il desiderio di agire con rapidità per inviare un messaggio simbolico al mondo e ribaltare la mossa di Biden. Ashish Jha, ex coordinatore per la risposta al coronavirus sotto Biden, ha sottolineato l’importanza del gesto:
“Ci sono molte persone nella cerchia ristretta dell’amministrazione che non si fidano dell’OMS e vogliono dimostrare simbolicamente fin dal primo giorno di essere fuori.”
Secondo fonti vicine al team di Trump, il ritiro immediato rappresenterebbe una dichiarazione di indipendenza dagli organismi internazionali considerati troppo influenzati dalle dinamiche geopolitiche, in particolare dalla Cina.
Se gli Stati Uniti si ritirassero dall’OMS, l’organizzazione perderebbe il suo maggiore finanziatore, mettendo a rischio diverse iniziative globali di salute pubblica, tra cui programmi di vaccinazione, controllo delle malattie infettive e preparazione alle pandemie.
La mossa potrebbe anche segnare un significativo spostamento nella politica estera degli Stati Uniti, con un ritorno al nazionalismo sanitario che aveva caratterizzato la prima amministrazione Trump. Tuttavia, alcuni esperti temono che il ritiro potrebbe avere ripercussioni negative sulla capacità degli Stati Uniti di influenzare le politiche sanitarie globali.
Le critiche non si sono fatte attendere. Gli oppositori di Trump sottolineano che il ritiro dall’OMS potrebbe indebolire la capacità del mondo di rispondere alle future emergenze sanitarie globali. D’altra parte, i sostenitori della mossa vedono nella decisione una necessaria correzione di rotta per proteggere gli interessi statunitensi e limitare il potere di un’organizzazione considerata inefficace e politicamente schierata.
Il team di transizione non ha commentato ufficialmente il rapporto del Financial Times, ma una fonte vicina ha dichiarato:
“Lo stesso WHO che abbiamo lasciato nella prima amministrazione? Sembra che non ci importerebbe molto di quello che hanno da dire.”
Mentre la data del 20 gennaio si avvicina, cresce l’attesa per capire se Trump metterà davvero in atto questa controversa mossa il primo giorno del suo nuovo mandato. La decisione potrebbe segnare una frattura significativa nella cooperazione sanitaria globale, lasciando interrogativi aperti sul futuro dell’OMS senza il supporto degli Stati Uniti.