(AGENPARL) – ven 13 dicembre 2024 TRITTICO
DRAGONETTI
DE TORRES
torna a casa
dal 13 dicembre 2024
Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila
Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila
Via Tancredi da Pentima (ex Mattatoio) – 67100 L’Aquila
museonazionaledabruzzo.cultura.gov.it
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il TRITTICO DRAGONETTI
DE TORRES torna a casa
the DRAGONETTI DE TORRES
TRIPTYCH returns home
Il Trittico Dragonetti De Torres ritorna a L’Aquila dopo un’assenza durata
quasi un secolo, grazie all’acquisto promosso da parte del Museo Nazionale d’Abruzzo, che ha voluto in tal modo restituire al patrimonio artistico dello Stato italiano un’opera d’arte intimamente legata al territorio aquilano.
The Dragonetti De Torres Triptych returns to L’Aquila after an absence of
almost a century, thanks to the purchase promoted by the Museo Nazionale d’Abruzzo, which has returned to the artistic heritage of Italy a work
of art that is intimately linked to the territory of L’Aquila.
Realizzato probabilmente come immagine per la devozione privata, oppure come pala d’altare destinata ad abbellire la cappella gentilizia di una
chiesa, il trittico raffigura nel pannello centrale la Madonna con il Bambino,
seduta su di un trono marmoreo decorato da candelabre di gusto antichizzante, accompagnata in basso dal ritratto di una donatrice orante. Nei due
pannelli laterali sono rappresentati San Giovanni Battista, coperto di pelli
di cammello, mentre stringe con la mano sinistra il bastone sormontato
da una croce e il rotolo con la scritta “Ecce agnus Dei”, e Maria Maddalena,
riconoscibile dal vaso con gli unguenti che tiene nella sinistra. Il dipinto si
presenta come un insieme di tre tavole ormai private della loro originale
carpenteria lignea, certamente ritagliate in epoca remota per uniformare
le dimensioni dei tre pannelli. Tracce di questa manomissione si riscontrano nell’assenza della parte superiore del trono della Vergine nella tavola
centrale e nella perdita della porzione inferiore del fregio sottostante, recuperato grazie a un restauro non datato, dove si trovavano in origine due
stemmi gentilizi ormai perduti.
Probably created as an image for private devotion, or as an altarpiece
intended to embellish a noble chapel in a church, the triptych depicts
in the central panel the Madonna with Child, seated on a marble throne
decorated with candelabras in antique style, with a portrait of a praying
donor below. The two side panels depict St. John the Baptist, covered
in camel’s hair, holding in his left hand the staff surmounted by a cross
and the scroll with the inscription “Ecce agnus Dei”, and Mary Magdalene,
recognizable by the vase of ointments that she holds in her left hand. The
painting consists of a set of three panels, which now appear deprived of
their original wooden carpentry, certainly cut in ancient times to equalize
the size of the three panels. Traces of this manipulation can be found in
the absence of the upper part of the Virgin’s throne in the central panel
and in the loss of the lower part of the frieze below, where two now lost
coats of arms were originally located, rediscovered thanks to an undated
restoration.
Disclosed for the first time by Luigi Serra in 1912, as part of the L’Aquila
collection of the Dragonetti marquises, the triptych was part of the art
gallery located on the second floor of the Antonelli Dragonetti De Torres palace in Via Roio in L’Aquila, inherited by the family upon the death
of the last descendant of the De Torres marquises in 1864. In this place,
so-called ‘Dragonetti Museum’, the artwork was kept until the mid-1930s,
when art historians Bernard Berenson and Raimond van Marle attributed
it for the first time to the painter Antonio Aquili, known as Antoniazzo Romano (1435/40 – 1508).
Reso noto per la prima volta da Luigi Serra nel 1912, come di collezione aquilana dei marchesi Dragonetti, il trittico era parte della galleria d’arte sistemata al primo piano del palazzo Antonelli Dragonetti De Torres in Via
Roio a L’Aquila, ereditato dalla famiglia alla morte dell’ultimo discendente
dei marchesi De Torres nel 1864. È in questa collocazione, nel cosiddetto
‘Museo Dragonetti’, che l’opera si trovava certamente fino alla metà degli
anni trenta del Novecento, quando gli storici dell’arte Bernard Berenson e
Raimond van Marle l’assegnarono per la prima volta alla mano del pittore
Antonio Aquili, noto come Antoniazzo Romano (1435/40 – 1508).
Probabilmente già inviato a Roma, il dipinto nel 1938 veniva esposto per
volontà del marchese Alfonso Dragonetti De Torres alla mostra dedicata
a Melozzo da Forlì (1438 – 1494) nell’omonima città romagnola, per essere successivamente ricollocato nella dimora romana della famiglia. Molto
noto agli studi storico artistici, il Trittico Dragonetti De Torres è scampato alla dispersione della collezione avviata dai discendenti della famiglia
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