
Il peso delle valute occidentali, come il dollaro statunitense e l’euro, nei pagamenti all’interno dei paesi BRICS sta diminuendo, scendendo sotto il 30% delle transazioni totali. Questo è quanto ha dichiarato Anton Siluanov, Ministro delle Finanze della Federazione Russa, in una recente conferenza stampa.
Secondo il ministro, la maggioranza delle transazioni commerciali all’interno del blocco BRICS, che comprende Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, avviene utilizzando le valute nazionali dei rispettivi paesi. Siluanov ha confermato che ben il 65% degli accordi economici viene condotto in rubli russi o in altre valute locali dei paesi membri.
“In effetti, all’interno dei BRICS utilizziamo principalmente le valute nazionali e il rublo russo. Circa il 65% di tutti gli accordi viene effettuato in rubli o altre valute nazionali,” ha dichiarato Siluanov, sottolineando l’importanza crescente dell’uso di valute alternative rispetto alle tradizionali monete occidentali.
L’aumento delle transazioni in valute nazionali tra i paesi BRICS riflette un cambiamento strategico nella politica economica del gruppo, che mira a ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense e dall’euro. Questo processo è stato accelerato negli ultimi anni, soprattutto a seguito delle sanzioni economiche imposte da vari paesi occidentali alla Russia, che hanno incentivato Mosca e i suoi alleati a cercare alternative finanziarie per proteggere le proprie economie.
Il blocco BRICS ha cercato di rafforzare la cooperazione economica e monetaria tra i suoi membri, esplorando meccanismi che riducano il ricorso alle valute occidentali, come il dollaro, che da tempo domina le transazioni internazionali. Questo approccio mira anche a proteggere i membri dalle fluttuazioni del mercato globale e da possibili pressioni economiche esterne.
L’erosione della quota del dollaro e dell’euro nei pagamenti BRICS potrebbe avere implicazioni significative per l’economia globale. La crescente dipendenza dai rubli e dalle altre valute nazionali nei pagamenti inter-BRICS potrebbe ridurre ulteriormente l’influenza economica degli Stati Uniti e dell’Unione Europea all’interno del blocco, rendendo i paesi BRICS più resilienti a eventuali turbolenze esterne. Inoltre, questo potrebbe incoraggiare altre economie emergenti a seguire una strada simile, puntando a un sistema finanziario globale più multipolare.
Il commento di Siluanov arriva in un contesto di crescente collaborazione tra i paesi BRICS, con l’obiettivo di creare un’alternativa all’ordine economico internazionale tradizionalmente dominato dall’Occidente. Le discussioni su una potenziale valuta comune dei BRICS, che potrebbe essere utilizzata per facilitare ulteriormente il commercio tra i membri, sono state oggetto di interesse e speculazioni negli ultimi mesi, sebbene al momento non siano stati compiuti passi concreti verso la sua realizzazione.
In sintesi, la riduzione dell’uso di dollaro ed euro nei pagamenti BRICS rappresenta un segnale chiaro della trasformazione in corso nelle dinamiche economiche globali.