
(AGENPARL) – gio 26 settembre 2024 TEATRO MASSARI
STAGIONE TEATRALE 2024/25
“Teatro al Massari”
stagione teatrale a cura di Teatro Europeo Plautino
direzione artistica Cristiano Roccamo
Evento gratuito di apertura stagione in occasione del Capodanno del vino
Azione teatrale itinerante nel percorso del fiume Conca / Parco Asmara
21 SETTEMBRE ore 17.30
ABITARE LA TERRA
Elaborazione drammaturgica e interpretazione Silvio Castiglioni
Installazioni Georgia Galanti
Tratto da opere di Gilles Clement, Werner Herzog, Antonio Moresco, Winfried G. Sebald, Wislawa Szymborska,
Andrea Zanzotto, Giorgio Caproni, Richard Powers.
una produzione Celesterosa
in collaborazione con Lupus in Fabula e con il contributo di Regione Emilia Romagna.
Abitare la terra è un’azione teatrale itinerante che esplora alcuni aspetti del nostro rapporto con il pianeta percorrendone a piedi un minuscolo
frammento. Nel cammino sono evocate azioni riparatrici e magiche, ingenue e prodigiose che trapassano dall’invettiva alla tragedia, dalla cronaca
all’apocalisse, imboccando vie misteriche stregonesche e popolari, dove il confine fra i vivi e i morti mostra la sua precarietà.
Un teatro in cammino per piccoli gruppi di spettatori / pellegrini disposti ad accettare la disciplina del silenzio, una pratica diffusa nelle comunità
monastiche, adottata anche da Jerzy Grotowski nel suo teatro delle sorgenti, al fine di calmare la mente e ottenere una buona disponibilità
all’ascolto: della terra, dei viventi e della luce. Un collage di testi ispirato, spirituale, misterioso e sottile per sperimentare il silenzio come dono
reciproco, in una solitudine condivisa, al fine di custodire l’esperienza in atto.
La partecipazione è gratuita.
E’ gradita la prenotazione per predisporre al meglio l’organizzazione dell’evento.
Al termine dell’evento verrà offerto un aperitivo con i prodotti del territorio gentilmente offerto dalle aziende
locali parner dell’evento.
26 OTTOBRE ore 21.00
LA COMMEDIA DEI GEMELLI
da “Menaechmi” di Tito Maccio Plauto
regia Cristiano Roccamo
in scena Noemi Apuzzo, Vittorio Camarota, Federico Lima Roque, Nicolo? Parodi
costumi Sonia Marianni
scenografia Giada Morri
una produzione Teatro Europeo Plautino
Due gemelli siracusani, Menecmo e Menecmo, separati in tenera eta? a Taranto e mai piu? congiunti, si ritrovano nei quartieri intorno al porto di
Epidamno. Uno, Menecmo, e? giunto ad Epidamno in cerca del fratello scomparso, e l’altro, Menecmo, rapito da bambino si è costruito una nuova
vita all’oscuro delle sue origini.
L’omonimia e l’aspetto identico dei due fratelli genera una serie di fraintendimenti, palesi al pubblico ma ignorati dai protagonisti, che si
susseguono dando vita ad un’esilarante commedia degli equivoci dove l’errore e lo scambio di persona scandiscono il ritmo vivace della storia.
La messa in scena e? fedele alle originarie indicazioni del commediografo latino, padre della tradizione della commedia italiana; l’allestimento e?
essenziale, gli attori sono quattro e, come da tradizione, i ruoli interpretati sono di piu?. Sul palco, come nella vita.
Teatro Europeo Plautino mette in scena lo spirito plautino per trasmettere ogni giorno la bellezza intramontabile dei classici, le nostre radici
umane. Questo spettacolo e? proposto anche ai ragazzi delle scuole superiori e viene inserito nel programma didattico come attivita? trasversale.
Note di Regia
Questo testo di Plauto e? ritenuto essere fra i piu? antichi ed esemplari modelli della commedia degli equivoci, in cui i personaggi sono di regola immischiati
in un susseguirsi di malintesi perfetti. Anche in questo allestimento, si e? lavorato insieme agli attori per costruire uno spettacolo che non fosse solo di
parola, quella parola che comunque rimane il pilastro del genio plautino e della nostra commedia dei gemelli. Cosi? come e? lecito pensare che nell’antichita?
le rappresentazione plautine non fossero semplicemente dialoghi (i cantica ne sono un esempio) e? stato lecito costruire lo spettacolo usando il canto, la
fisicita? degli attori, le maschere latine e della Commedia dell’Arte. Lo spettacolo ci fa comprendere come Plauto sia ancora oggi di estrema attualita?, nelle
parole, nei temi, nei personaggi, ed in tutto cio? che lo spettatore “vive” nel leggere e nell’assistere alle opere plautine.
Cristiano Roccamo
9 NOVEMBRE ore 21.00
LA GUERRA DEL SOLDATO PACE – RECITAL
di Michael Morpurgo
adattamento inglese Simon Reade
traduzione e drammaturgiaPaola Fresa
con Daniele Marmi
regia Emiliano Bronzino
scene Francesco Fassone
disegno luci Paolo Casati
costumi Rosanna Monti
assistente alla regia Ornella Matranga
tecnico audio luci Davide Caleri
una produzione La Filostoccola
Tommo e Charlie si trovano giovanissimi in trincea, in Francia, a combattere una guerra insensata contro un nemico senza volto. I due fratelli sono
legatissimi, si prendono cura l’uno dell’altro, specialmente Charlie che cerca in ogni modo di aiutare e proteggere Tommo. Ed è proprio per amore
del fratello, per non abbandonarlo mentre è ferito, che Charlie disobbedisce all’ordine del sergente di uscire ad attaccare il nemico e viene così
condannato al plotone di esecuzione per diserzione. La condanna di Charlie vuole essere la testimonianza della morte ingiusta di più di 290
soldati dell’esercito britannico che furono condannati per diserzione o codardia senza tutela legale. È la storia anche di chi non è mai uscito da
quell’inferno, è la denuncia di ogni guerra, battaglia, combattimento, ma è anche un piccolo risarcimento letterario dove si elogia il coraggio di
aver paura.
Note di regia
Il potere evocativo e concreto del teatro è messo a disposizione delle parole e della trama di Morpurgo che riesce con profondità ad affrontare una
tematica complessa come la guerra e a risignificare la nostra idea di “coraggio”. La violenza estrema della situazione vissuta, si scontra con la delicatezza
dei sentimenti e dell’amore fraterno del protagonista. Lo scandire del tempo e il flusso di pensieri si intrecciano in un viaggio quasi onirico, in cui il teatro è
lo strumento preferenziale dell’analisi e del racconto restituendoci la possibilità di seguire i pensieri, le emozioni, le immagini e i ricordi del protagonista
per vederli concretizzarsi non solo nelle parole dell’autore, ma anche nelle azioni e nelle emozioni. La costruzione delle immagini di Morpurgo si
concretizza così in uno spazio scarno, evocativo e sinteticamente rappresentativo, abitato dalla presenza fisica dell’attore che ci accompagna nel viaggio
interiore del protagonista Tommo. Seguendo il suo percorso arriviamo a comprendere la scelta di Charlie, e lo accompagniamo nella ricostruzione di un
rapporto di amore che supera l’orrore e la mancanza di senso delle trincee della Prima Guerra Mondiale. La principale lezione che apprendiamo con
Tommo è che l’amore riesce a restituire una proiezione di vita anche a una esperienza traumatica come la guerra.
In occasione della giornata per la non violenza ed il rispetto della donna
23 NOVEMBRE ore 21.00
TUTTO TRANNE GRAMSCI
Liberamente ispirato a “Le donne di casa Gramsci” di Mimma Paulesu Quercioli.
regia Susanna Mameli
con Marta Proietti Orzella, Renata Manca
video Emanuela Cau
una produzione Anfiteatro Sud
In scena c’è Teresina, la più piccola delle sorelle Gramsci, forse la preferita, quella con cui Antonio ha condiviso molti momenti della sua infanzia. È
lei che, donna fatta, ci restituisce questa parte della storia. Quella di lei bambina e delle sue sorelle e fratelli che ancora non sanno e non
avvertono lo strano destino che incombe sulla Famiglia.
È un omaggio alla figura della Madre di Antonio Gramsci – una sorta di “madre Courage” a tutti gli effetti – che di fronte alle più grandi avversità – si
rimbocca le maniche e lavora, lavora, lavora …. s’impegna caparbiamente, fino in fondo. È anche la voglia di raccontare un Antonio meno
conosciuto. L’occasione d’interrogarsi su quanto la vita di un uomo sia strettamente intessuta alla vita degli altri tanto da esserne il riflesso,
l’estensione, il proseguimento nei gesti, negli ideali, nelle aspettative. Questa vita impastata di relazioni, privazioni, disavventure, e struggimenti
onirici fanno delle sorelle di Antonio e di sua madre dei varchi verso il mondo, delle strade da percorrere per rompere l’isolamento del carcere e
mantenere il legame verso la sua terra.
Teresina, ci regala un Antonio bambino che fragile e determinato coglie le sfide del destino senza esitazioni. E le donne di casa, lo sostengono e lo
amano fino al termine dei suoi giorni.
Note di regia
Volevo semplicemente consegnare la figura di Antonio Gramsci a coloro che non lo conoscono affatto; sapevo che per alcuni Gramsci, era solo il nome di
una via o una piazza, quindi con questo lavoro desideravo che conoscessero le sue origini e rimanessero incuriositi e avessero voglia di approfondire e
sapere qualcosa di più su quest’Uomo straordinario, ancora oggi così moderno e attuale da non potersi lasciare incarcerato nei libri che molti non
leggono più. Parlando con i ragazzi e ragazze più giovani, dico loro che Antonio Gramsci è il nostro Nelson Mandela, e che la forza che viene emanata da
queste rare e luminose personalità non smette di splendere e continuare a dare a tutti noi grandi insegnamenti.
Susanna Mameli
7 DICEMBRE ore 21.00
IL CONDOR
di Gianni Clementi
regia Massimo Venturiello
musiche Stefano Delvecchio
disegno luci Marco Laudando
costumi Mara Masiero
una produzione Officina Teatrale
“Il Condor” è un testo sul ciclismo, vissuto dal gregario. Il gregario, in gergo sportivo, è quello addetto all’aiuto del Capitano. Deve soccorrerlo nei
momenti di crisi, tirargli la volata. In poche parole deve immolarsi per la gloria di un altro. E’ pagato per questo. Ma chi, in vita sua, non ha mai
pensato di vincere almeno una volta? Chi non ha mai sognato di arrivare sul traguardo per primo? Non è raro che sconosciuti gregari per anni si
trasformino improvvisamente in campioni. Quasi sempre sono aiuti chimici che gli consentono di superare il fatidico limite della mediocrità e la
cronaca sportiva, e
non solo, di questi anni ce lo ricorda giornalmente. E quando “il fine giustifica i mezzi”, spesso le ipotesi di gloria si trasformano in tragedia. Oltre
che nel ciclismo, questo avviene anche nella vita e, forse, mai come oggi giorno, in una società come la nostra, competitiva e senza scrupoli, dove
solo i vincenti, a qualsiasi costo, sembra abbiano diritto di cittadinanza. E’ un mondo questo che non prevede concettualmente i deboli, anche se
ovviamente non ne può fare a meno. “Il Condor” forse solo come pretesto ciclistico per parlare d’altro, ma anche per ricordare odori dimenticati
d’infanzia, profumi d’arance spagnole, visioni ad alta quota di una povertà sconosciuta alle nostre rassicuranti latitudini. Resta il sogno del
gregario: un desiderio talmente umano da non poter non sollecitare in chi lo ascolta, in uno sfogo ironicamente tragico, un istinto di solidarietà.
21 DICEMBRE ore 21.00
GUIDA PRATICA PER COPPIE ALLA DERIVA
di Michele Riml
traduzione Monica Capuani
con Massimiliano Vado e Danila Stalteri
regia Nicola Pistoia
una produzione StArt Lab
È la storia di Alice ed Enrico, coppia matura con figli che vive una crisi all’interno della propria relazione il cui campanello d’allarme principale è la
totale assenza di sesso nel loro rapporto. Decidono dunque di passare una notte in un hotel, aiutandosi (sperano!) con un manuale per coppie in
crisi che promette di risolvere i problemi di intimità e che invece si rivela solo un goffo espediente che rivelerà problematiche ben più profonde.
Decidendo di comune accordo di abbandonare le direttive del manuale e di rischiare andando letteralmente “alla deriva” parlandosi finalmente
con sincerità, Alice ed Enrico si riscopriranno più innamorati che mai e – perché no? – anche pronti a scrivere un nuovo capitolo della propria vita
di sentimentale e – perché no? – anche sessuale.
11 GENNAIO ore 21.00
VUOTI A PERDERE – Confidenze alla bottiglia
di e con Andrea Lupo
musica dal vivo Guido Sodo
canzoni e musiche originali Guido Sodo e Andrea Lupo
aiuto regia Emanuele Maria Basso
luci e scene Marco De Rossi
una produzione Teatro delle Temperie
con il sostegno della Regione Emilia-Romagna
Cosa succederebbe se in un strano deposito, situato in qualche dimensione sconosciuta, si raccogliessero tutte le bottiglie svuotate dai perdenti,
dagli sconfitti, dalle anime smarrite, dai fragili, dagli outsider, nel corso della loro vita? Bottiglie che, mentre venivano prosciugate dal loro
contenuto alcolico, si sono riempite dei pensieri, dei ricordi, delle memorie di chi ci si è aggrappato, lasciandoci dentro – insieme al proprio fiato un pezzetto di sé. Due strani personaggi si aggirano in questa distesa di bottiglie vuote e ne trasformano il contenuto, uno in musica, l’altro in
parole, facendo uscire le storie e le vite che ci sono rimaste incastrate dentro.
Note di drammaturgia e regia
Questo spettacolo è un modo per parlare ancora una volta di umanità, un tema che da sempre caratterizza la nostra poetica. Lo facciamo utilizzando
quei momenti che spesso ci danno chiavi importanti per capirla nella sua interezza, e cioè quelli di debolezza, fragilità, sconfitta, che prima o poi capitano
a tutti nella vita. Mettendoci nei panni di chi ha vissuto queste storie – alcune divertenti, altre commoventi, altre più acide e arrabbiate – è possibile
ritrovare pezzi e momenti anche di noi stessi, consolarci, riflettere, esorcizzare la bellezza e la fragilità della nostra condizione condivisa: l’umanità. Questo
è quello che fanno anche i due personaggi che vagano sulla scena, che potrebbe anche essere letta come il fondo di un oceano simbolico in cui si sono
inabissati tanti messaggi in bottiglia, come se il respiro si fosse materializzato in carta. I due protagonisti vivono le storie che liberano, ne vengono
posseduti, accumulano esperienze di umanità.
Andrea Lupo
In occasione della giornata della memoria
25 GENNAIO ore 21.00
CELESTE
di Fabio Pisano
Personaggi e interpreti Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Claudio Boschi
Regia Fabio Pisano
Costumi Rosario Martone
Disegno Luci Paco Summonte
Suggestioni sonore live Francesco Santagata