Geert Wilders, leader populista olandese del Partito per la Libertà (PVV), ha recentemente riaffermato la sua posizione intransigente sull’immigrazione, dichiarando che una nazione non può definirsi tale se non ha il controllo sui propri confini. Queste dichiarazioni sono state fatte durante il Forum Ambrosetti in Italia, dove Wilders ha chiesto che i Paesi Bassi ottengano un “opt-out” sulle politiche migratorie dell’Unione Europea, sulla scia di quanto concesso alla Danimarca.
Il leader olandese ha sottolineato la necessità che ogni Stato membro dell’UE sia responsabile delle proprie leggi sull’immigrazione, sul diritto d’asilo e sul controllo delle frontiere, sostenendo che “ogni nazione che non sia in grado di decidere chi è il benvenuto in casa non è veramente una nazione”. Questo, ha affermato, è essenziale per preservare l’integrità nazionale e affrontare le sfide legate all’immigrazione incontrollata.
Wilders, il cui partito PVV è il principale mediatore di potere dietro il nuovo governo olandese, ha però precisato che, nonostante la sua forte critica all’UE, il governo olandese non intende seguire le orme del Regno Unito con una “Nexit”. Tuttavia, ha insistito sul fatto che restituire ai governi nazionali il controllo su questioni cruciali come l’immigrazione potrebbe aiutare a ridurre le divisioni interne all’Unione.
Wilders ha espresso la sua frustrazione per il fatto che, nonostante molti elettori in paesi dell’UE, compresi i Paesi Bassi, abbiano votato per partiti che promettevano una riduzione dell’immigrazione, figure politiche pro-immigrazione come la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen continuano a mantenere una forte influenza a Bruxelles, ostacolando la volontà dei cittadini. Per il leader populista, la promessa di attuare la “politica di ammissione più rigida di sempre” nei Paesi Bassi è una risposta necessaria a questa situazione.
Wilders ha insistito sul fatto che le decisioni sull’immigrazione dovrebbero essere prese a livello nazionale, affermando che “è molto importante rafforzare i nostri confini, ma alla fine dobbiamo farlo a livello nazionale”. Tuttavia, ha anche riconosciuto che ottenere un “opt-out” dall’UE su queste materie non sarà facile, aggiungendo che “l’Unione Europea, se le dai più potere, ne vorrà solo di più e non te lo restituirà”.
Wilders ha respinto l’idea che la migrazione di massa sia necessaria per sostenere la crescita economica o i livelli della popolazione olandese, un argomento spesso avanzato da sostenitori delle politiche migratorie più aperte. Secondo il politico olandese, l’afflusso di giovani migranti, in particolare uomini, sta ulteriormente aggravando la già critica situazione del mercato immobiliare nei Paesi Bassi, rendendo difficile per la popolazione locale formare famiglie e accedere a risorse fondamentali come la casa.
Le dichiarazioni di Wilders si inseriscono in un contesto di crescente tensione all’interno dell’Unione Europea, con paesi del Mediterraneo, come l’Italia e la Grecia, che lamentano un’eccessiva pressione dovuta all’immigrazione illegale, e altri Stati membri, come l’Ungheria e la Polonia, che si oppongono fermamente alla redistribuzione dei migranti tra le nazioni dell’UE.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha avanzato richieste simili a quelle di Wilders, chiedendo un “opt-out” sulle politiche migratorie dell’UE. La situazione culminerà il 17 settembre, quando l’Ungheria dovrà affrontare una multa di 200 milioni di euro per il suo rifiuto di accogliere richiedenti asilo provenienti da altri Stati membri. In risposta, Budapest ha annunciato che se sarà costretta ad accogliere migranti, offrirà loro un “biglietto dell’autobus di sola andata” verso Bruxelles, una mossa che riflette la profonda frustrazione del governo ungherese verso le politiche migratorie dell’UE.
Queste tensioni tra Bruxelles e gli Stati membri che richiedono maggiore autonomia in materia di immigrazione evidenziano una spaccatura sempre più profonda all’interno dell’Unione Europea. Da una parte, vi sono paesi che chiedono una gestione comune delle politiche migratorie, dall’altra, nazioni come i Paesi Bassi e l’Ungheria che richiedono una maggiore sovranità nazionale su tali questioni, riflettendo un crescente malcontento verso le politiche centralizzate di Bruxelles.
In conclusione, la posizione di Geert Wilders rappresenta un campanello d’allarme per l’Unione Europea: senza un adeguato compromesso sulle politiche migratorie, il rischio di una frattura interna potrebbe diventare sempre più reale, mettendo a rischio la coesione stessa del blocco europeo.