
(AGENPARL) – ven 31 maggio 2024 [image: logo.jpg]
31 maggio 2024
*Il discorso del Sindaco Giorgio Gori in occasione del Consiglio Comunale
straordinario per la consegna della medaglia d’oro della città di Bergamo
ad Atalanta B.C.*
Di seguito, il discorso tenuto dal Sindaco di Bergamo Gori, in occasione
del Consiglio Comunale straordinario appena concluso nell’Aula Consiliare
di Palazzo Frizzoni, per la consegna della massima onorificenza della città
di Bergamo ad Atalanta B.C.
*”Autorità, colleghi consiglieri, carissimi amici dell’Atalanta, dirigenti
e giocatori di questa nostra fantastica squadra,*
*Chi ama il calcio è sempre alla ricerca di una favola. Forse,
inconsciamente, perché avvertiamo il bisogno di protagonisti ed eroi che
ci riconcilino con questo sport, che ci riportino alla sua essenza,
permettendoci di mettere da parte tutto ciò che oggi lo caratterizza e
quasi sempre ne determina i risultati: il denaro, i grandi investitori, i
diritti sportivi, gli ingaggi stellari… *
*Quasi sempre ma non sempre. Il successo di una squadra di provincia che
arriva a grandi risultati grazie al lavoro, all’organizzazione, al talento
e alla passione – soprattutto la passione – ci restituisce l’anima del
gioco del calcio e ci consente di credere ancora nella forza formidabile di
un gruppo di persone accomunate da un obiettivo e da un straordinaria
determinazione. *
*E’ la storia del Leicester City in Premier League, del Royal Union Saint
Gilloise in Belgio, del Calais nella coppa di Francia di qualche anno fa,
del Girona in Champions League, o – per rimanere in Italia, ma bisogna
andare parecchio indietro nel tempo – del Verona di Bagnoli e della Samp di
Vialli e Mancini, ma va detto che il calcio era allora una cosa parecchio
diversa da oggi – non c’erano i grandi fondi internazionali né il business
dei diritti televisivi – tanto da consentirci di dire che la storia che
celebriamo oggi, la storia dell’ATALANTA – per il contesto in cui si è
compiuta – è veramente unica e senza precedenti. *
*E’ per questo che è entrata nel cuore di tanti. Non solo di noi
bergamaschi. Non solo di noi italiani. *
*A Dublino c’erano tifosi norvegesi che cantavano di nonne e minestrine,
supporter del Liverpool rapiti dalla Dea dopo la scoppola di Anfield Road,
scozzesi diventati fratelli di curva dopo aver condiviso birre e cori con i
nostri ragazzi della curva nord. *
*E’ la bellezza del calcio, è sport riportato ai suoi fondamentali, che
conquista il cuore dei tifosi e trasmette entusiasmo anche a chi poco si
interessa del pallone. Non sapete quanti, in questi giorni di campagna in
giro per le regioni del nord ovest, si complimentano con me, che non ho
ovviamente alcun merito. Bambini, uomini, donne anziane, persino un gruppo
di suore. Perché l’Atalanta è Bergamo ed è Bergamo, vestita di nero-blu,
che è salita sul tetto d’Europa e ha dimostrato che il lavoro e la
passione, insieme, possono fare l’impossibile.*
*Ho letto e ripreso una frase che mi ha colpito: “bisogna essere fortunati
per esserci quando capita una cosa così”. Quando succede che la tua squadra
del cuore, la squadra che è tutt’uno con la tua città, ribalta ogni e
pronostico e arriva in cima, dove si pensava impossibile arrivare,
realizzando un sogno così bello che neppure ci permettevamo di sognare.*
*C’eravamo tutti – a Dublino, in piazza o nelle nostre case – e fino alla
fine non credevamo potesse davvero accadere. *
*Che storia incredibile! Che storia incredibile, da quell’ottobre del 1907
in cui fu fondata al ristorante Correggi da cinque ragazzi del Liceo Sarpi.
Prima esisteva la Giovane Orobia, che si allenava nella palestra del liceo,
ed esisteva anche la Bergamasca, con cui l’Atalanta si fuse nel 1920 dopo
averla battuta in un memorabile spareggio, dando vita all’Atalanta
Bergamasca Calcio. *
*Da quel giorno la storia della Dea si è intrecciata alla storia della
città e di tutta la nostra provincia. Verrebbe da dire, nella buona e nella
cattiva sorte. Con un grado di identificazione che io non ho visto in
nessun’altra città. Accompagnata nei suoi successi ma anche, soprattutto,
nei suoi insuccessi, perché è lì che si vede di che tempra è fatto l’amore
per la propria squadra. *
*Come qualcuno ogni tanto mi rimprovera, talvolta con un po’ di malignità,
io non sono nato atalantino. Sono nato a Bergamo, ma da bambino ho vissuto
a Mestre, e in quegli anni ero innamorato di Rivera. Sono diventato un
tifoso dell’Atalanta tanti anni fa – da perfetto bastian contrario – quando
nell’azienda in cui lavoravo ho visto i sostenitori delle più disparate
fedi calcistiche diventare tutti improvvisamente rossoneri, e ancor di più
quando mio figlio, che ho oggi 27 anni, tornò un giorno dall’asilo dicendo
che da grande avrebbe voluto fare il calciatore dell’Atalanta. Con lui ho
condiviso da quel giorno la passione per la Dea, anche negli anni delle
retrocessioni, fino alla notte magica di Dublino.*
*Perdonate la digressione. Ma credo che ognuno di noi abbia un ricordo
personale, qualcosa di intimo, che lo lega a questi colori. *
*I bergamaschi hanno amato l’Atalanta anche quando il suo obiettivo era la
salvezza, e l’hanno amata anche quando non si è salvata. Ma è indubbio che
hanno preso ad amarla un po’ di più, o se volete ad essere ricambiati con
maggiore gratificazione, dal giorno in cui alla presidenza dell’Atalanta è
arrivata la famiglia Percassi. E ancora di più – a partire da otto anni fa
– quando la visione, la capacità organizzativa, il rigore manageriale,
l’oculatezza nella gestione dei conti, il fiuto calcistico, il legame
fortissimo col territorio – tutto ciò che caratterizza la guida della
famiglia Percassi e ne fa un modello di gestione studiato nelle università,
oggi rafforzato dall’arrivo di Stephen Pagliuca – si è saldato col talento
rivoluzionario di un allenatore che ha indubbiamente fatto la differenza,
ovvero con GianPiero Gasperini. *
*E lì il mix si è fatto esplosivo. *
*Da lì, da otto anni fa, l’Atalanta ha ingranato un’altra marcia. E’
diventata una squadra di un’altra categoria; non so dirvi di quale
categoria, ma qualcosa di diverso e di ancora più bello. *
*Io ho l’enorme fortuna di essere il sindaco i cui mandati sono
praticamente sovrapposti a questa incredibile stagione nero-blu. La corsa
della nostra amministrazione è andata in parallelo con quella della squadra
di Percassi e Gasperini. E ho potuto quindi osservare quanto davvero – non
per retorica – i cammini dell’Atalanta e della città si siano intrecciati. *
*Abbiamo fatto insieme l’operazione dello Stadio – che ricordate, era stato
per decenni al centro del dibattito politico: lo ristrutturiamo, no, ne
costruiamo uno a Zanica, no a Grumello – e che oggi è felicemente una
proprietà dell’Atalanta, e ne rafforza il valore patrimoniale, dopo che la
società lo ha acquistato dal Comune aggiudicandosi una procedura di
evidenza pubblica e investendo alcune decine di milioni (non so più quante)
per rifarlo praticamente nuovo. *
*Ma non è solo questo. Quando dico che i cammini si sono intrecciati dico
qualcosa di più, che spesso ripeto. Dico che l’Atalanta ha aiutato la città
a cambiare.*
*L’Atalanta è la metafora di una città di provincia che da un certo giorno
– senza smarrire le sue radici e la sua concretezza, senza smettere d’avere
i piedi per terra, senza dimenticare l’umiltà – ha saputo pensarsi
europea. *
*Dico che l’Atalanta ha ispirato Bergamo, le ha indicato la rotta, le ha
dato energie per risollevarsi nei momenti difficili; ci ha detto che
cercare di migliorarsi sempre è il dovere che il destino assegna a chi più
ha fortuna, che l’ambizione – se generosa – è una virtù da coltivare, che
non dovevamo aver paura nel confrontarci con squadre più titolate di noi, e
noi con città più titolate di noi.*
*Squadra di provincia capace di puntare in alto, città di provincia capace
di fare altrettanto. Se Bergamo è oggi una città un po’ più ambiziosa, più
europea, pur rimanendo saldamente legata alle sue radici, lo deve anche
all’Atalanta che le ha detto: “Si può fare”.*
*Da sindaco, ho un grande debito con chi ha costruito tutto questo. A
partire dalla famiglia Percassi e da Gianpiero Gasperini. Non per nulla lo
abbiamo voluto cittadino onorario: il Gasp, uno di noi. Oggi accogliamo
anche una delegazione della sua città natale, Grugliasco, guidata dal
sindaco Emanuele Gaito, fategli un applauso.*
*Dicevo, abbiamo un grande debito con chi ha costruito tutto questo.
Abbiamo dato un premio anche al Papu Gomez, e anche a Glenn Stromberg, *
*Oggi chiudiamo il cerchio, premiando Atalanta, che abbastanza
incredibilmente non era mai stata insignita della massima onorificenza
civica, la medaglia d’oro della città. Premiamo l’Atalanta che ha vinto
l’Europa League, giocatori e società, ma dal mio discorso credo si sia
capito che la premiamo in generale per ciò che ha rappresentato e
rappresenta per la nostra città e il nostro territorio. *
*La medaglia d’oro viene assegnata, per statuto, a chi ha dato LUSTRO alla
città, e voi l’avete fatto. Ci avete regalato una grandissima gioia e ci
avete fatti sentire enormemente orgogliosi, fieri di essere bergamaschi. *