
(AGENPARL) – sab 23 settembre 2023 *COMUNICATO STAMPA*
*Sassari, 23 settembre 2023* – Sono stati giorni drammatici quelli che nel
cuore dell’estate hanno visto la Sardegna percorsa da nord a sud dalle
fiamme sferzate dal maestrale, e sapere che circa 540 laghi collinari
disseminati in tutta l’Isola, per oltre la metà di proprietà pubblica e gli
altri in aree private, rischiavano di essere dismessi, è stato davvero
insopportabile. La Regione ha infatti deciso, con un apposito emendamento
votato nel collegato alla Finanziaria 2023, di bloccare la legge 12 del
2007 sino al 31 dicembre del 2024. Legge che impone restrizioni e nuove
misure di sicurezza per i laghi collinari presenti nelle nostre campagne,
con spese di adeguamento a carico dei proprietari e che risultano
difficilmente attuabili da parte degli imprenditori agricoli ma anche, a
quanto si vede, dalla stessa pubblica amministrazione che stenta a
intervenire nei siti di sua competenza. Una dismissione che avrebbe fatto
venir meno importanti aree di approvvigionamento idrico non solo per gli
elicotteri antincendio, che usufruiscono abitualmente di questi invasi, ma
anche per la pratica irrigua nelle aziende non servite dalle condotte e,
fatto gravissimo, sarebbero stati compromessi ecosistemi che si sono
evoluti in più di mezzo secolo: veri e propri serbatoi di biodiversità.
Questo leggero sospiro di sollievo per il mondo delle campagne, portato a
casa con il Collegato, lo ha messo in evidenza Confagricoltura Sardegna che
da anni, e a più riprese, si è mobilitata per sollecitare la Regione con
proposte concrete di modifica legislativa sulla gestione dei laghi
collinari, così da venire incontro alle esigenze di agricoltori e
allevatori e anche per il rispetto di principi, divenuti ormai ineludibili,
di tutela ambientale. I laghi collinari sono in gran parte dei piccoli e
piccolissimi invasi, costruiti con regolari autorizzazioni tra la fine
degli anni ’50 e la metà degli anni ’60 dello scorso secolo. Dal 2007 sono
stati assoggettati a una norma incapace di identificare la reale situazione
di contesto e l’oggettivo rischio idraulico, con enormi difficoltà
registrate nelle piccole aziende agricole.
*Confagricoltura nord Sardegna*. “Accogliamo con favore la decisione della
Regione di rendere temporaneamente inoffensiva la legge 12 del 2007, ma
continuiamo a rimarcare con forza che il nostro obiettivo continuerà a
essere quello di una sua modifica sostanziale”. Così il presidente di
Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio, Stefano Taras, che ha aggiunto:
“Nei mesi scorsi, diversi nostri associati hanno ricevuto dagli uffici
regionali le lettere di ingiunzione per svuotare i bacini e dismetterli,
solo perché non riuscivano a rispettare le direttive di questa norma
incomprensibile. Tale legge chiede per esempio di recintare gli invasi ma
anche che siano illuminati a dovere nelle ore notturne e vigilati da un
servizio di guardiania fisso. Chiede inoltre l’invio, agli uffici regionali
competenti, di una relazione, predisposta da un ingegnere pagato dal
proprietario del bacino, sullo stato dei laghi e sull’utilizzo della
risorsa idrica. Ma non solo, si è preteso inoltre di far installare paratie
a tenuta stagna da utilizzarsi in caso di onda di piena ignorando il fatto
che questi invasi si trovano all’interno di proprietà private spesso prive
di allacci elettrici. Pretese impossibili da onorare da parte di
agricoltori, allevatori e privati cittadini e del tutto incompatibili con
una coerente analisi del reale rischio idraulico. La difesa e la sicurezza
dell’ambiente – ha aggiunto Taras – è un tema che da anni viene posto al
centro del dibattito pubblico globale e in Sardegna non possiamo continuare
a permetterci che venga interpretato da una legge con cui si mette a
rischio la sopravvivenza di centinaia di bacini. Prendiamo atto, come
organizzazione di categoria, che da parte delle istituzioni regionali si
sia sentita la necessità di affrontare un tema così delicato, ma rimaniamo
fermi sul principio che una norma talmente inadeguata e pericolosa vada
modificata. La sola sospensione temporanea rischia, pertanto, di diventare
una spada di Damocle sulla testa di decine di imprenditori, lasciando un
pesante alone di incertezza in un momento storico dove la gestione della
risorsa idrica è diventata un tema prioritario e che, fra l’altro, ha
indotto il governo centrale a nominare un commissario per individuare la
possibilità di costruire nuovi invasi su tutto il territorio nazionale.
Ecco che la modifica della legge 12 del 2007, che auspichiamo vivamente,
sarebbe un’azione di buon senso e coerente con il contesto generale”, ha
concluso Stefano Taras.
In allegato alcune foto.
Ufficio Stampa