
(AGENPARL) – sab 29 luglio 2023 Opi Firenze-Pistoia: «Nelle carceri i nostri infermieri lavorano sotto stress
e in condizioni non più accettabili»
All’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale sono arrivate numerose
segnalazioni di condizioni da rivedere con urgenza
Firenze, 29 luglio 2023 – Sono numerose le segnalazioni raccolte dall’Ordine delle Professioni
Infermieristiche Interprovinciale Firenze-Pistoia in merito alle condizioni degli istituti di pena presenti
in zona. Le lamentele si riferiscono a condizioni di lavoro difficili per gli infermieri, con un elevato
rischio di aggressioni da parte dei detenuti, ma anche con tecnologie quasi assenti, documentazione
ancora cartacea e software datati. «Ci segnalano che le attività sanitarie sono condizionate dalla
disponibilità del personale di polizia penitenziaria e dalla sua organizzazione lavorativa – commenta
il presidente dell’Ordine, David Nucci -. Un modo di procedere inaccettabile per la nostra categoria
professionale».
A Firenze, Sollicciano fa da capofila per una situazione che secondo Opi Firenze-Pistoia sarebbe
quanto prima da rimodulare. I numeri qui parlano di circa 500 detenuti, oltre 40 infermieri a lavoro,
locali per attività sanitarie non sufficienti come dimensioni e spesso a uso promiscuo, fatiscenti e con
infiltrazioni di acqua, climatizzazione carente (sia in estate che in inverno), montacarichi
cronicamente difettosi, che comportano da parte degli infermieri il trasporto a braccia dei carrelli per
la somministrazione della terapia. E poi, non ultima, la carenza di personale di polizia penitenziaria,
che costringe quello sanitario a rimodulare gli assetti organizzativi in base alle disponibilità . «Questo
vuol dire che, per carenza o anche solo per disorganizzazione, i nostri infermieri in alcune occasioni
non vengono accompagnati nelle attività , non avendo garantita la sicurezza – spiegano dall’Ordine come ad esempio nella delicata fase di somministrazione della terapia. Una sommatoria di profondi
disagi, perpetuati nel tempo e mai risolti contribuiscono a favorire sommosse e atti di violenza verso
il personale; dall’inizio del 2023 ce ne vengono segnalati già una cinquantina, alcuni dei quali di
estrema gravità . Inoltre, nelle infermerie si lavora anche con temperature elevate dovute al caldo, che
non consentono neanche la giusta conservazione dei farmaci. Gli infermieri a lavoro nelle carceri
hanno il diritto a condizioni di lavoro rispettose delle normative in materia (Decreto 81/2008); non
possono operare costantemente sotto stress. Oggi invece sono spesso costretti ad abbandonate un
setting lavorativo anche interessante e gratificante sotto alcuni aspetti per motivazioni di contesto».
Problematiche non troppo diverse al Gozzini, con 100 detenuti circa, 3 infermieri e nessun locale
dedicato a spogliatoio del personale sanitario. Problemi di climatizzazione vengono riscontrati al
Meucci, dove si trovano 10 detenuti minori e 3 infermieri.
Non va meglio nella casa circondariale di Pistoia, con circa 50 detenuti e 5 infermieri. «Chiediamo
maggiore tutela dei diritti dei nostri professionisti a lavoro nelle carceri – sottolineano da Opi FirenzePistoia – perché non ci sono infermieri né pazienti di serie A e B: negli ospedali, come in altre
strutture, occorre operare nelle condizioni di lavoro garantite dalla legge, a vantaggio non solo della
propria qualità di vita, ma anche dei detenuti stessi e di tutta la collettività ».