
(AGENPARL) – dom 23 aprile 2023 Cordialmente.
CERIMONIA D’ INGRESSO A SAN GIUSTO DEL NUOVO VESCOVO MONS. ENRICO TREVISI. IL SALUTO UFFICIALE DEL SINDACO DI TRIESTE ROBERTO DIPIAZZA. “LA CITTA’ DELLA “SCONTROSA GRAZIA” L’ABBRACCIA E LE VIENE INCONTRO CON TUTTO L’AFFETTO DI CHI SA DI AVER TROVATO UN NUOVO COMPAGNO DI VIAGGIO E DI VITA, UN MAESTRO DI FEDE, SPERANZA E CARITA’”.
Nella Cattedrale di San Giusto, si è tenuta oggi pomeriggio (domenica 23 aprile) la solenne celebrazione di ingresso in diocesi e inizio del ministero pastorale del nuovo vescovo eletto mons. Enrico Trevisi. Alla cerimonia, in rappresentanza anche degli altri primi cittadini della Diocesi (Monrupino, San Dorligo-Dolina e Muggia) e intervenuto anche il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che ha portato il saluto ufficiale di tutta la città, accogliendo il nuovo vescovo, che oggi assume l’importante ruolo di guida e di pastore al quale è stato chiamato.
Nel suo intervento, il sindaco Dipiazza ha rivolto un caro saluto all’arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, ricordando come “il 4 ottobre 2009, nella festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’ Italia, già allora accolsi come sindaco, all’inizio del suo ministero pastorale nella Diocesi di Trieste. Per quattordici anni mons. Crepaldi ha servito la Chiesa e la Comunità triestina con l’affetto e l’intelligente coraggio di un padre buono e misericordioso, capace di valorizzare e far crescere al meglio la nostra realtà di città aperta al dialogo, alla convivenza e alla valorizzazione di culture e religioni diverse. Insieme abbiamo condiviso anche momenti difficili e in lui ho sentito e trovato la presenza e la prossimità di una voce amica e vicina problemi della gente. Nel tempo si è costruito un rapporto di stima e di amicizia che conserverò come uno dei doni più preziosi di questa mia esperienza di sindaco e di uomo impegnato per il bene comune”.
“Desidero testimoniare -ha proseguito Dipiazza – la forte volontà e l’impegno di una terra segnata dalle ferite del confine e dai drammi del ‘900, rappresentati nella tragedie delle leggi razziali, dall’orrore delle rappresaglie, dall’ingiustizia dell’esodo e dall’asprezza della diffidenza. I Monumenti nazionali della risiera di San Sabba e della Foiba di Basovizza sono gli apici delle tragedie vissute, sono i moniti perenni che ogni giorno dobbiamo aver ben presenti affinché la drammatica storia non si ripeta, affinché possiamo continuare a operare e crescere, come abbiamo fatto in questi anni, su quel cammino di pace, giustizia e verità, su quel cammino di solidale sviluppo che deve vederci sensibili e attivi per il bene della nostra gente e delle future generazioni”.
“Abbiamo fatto passi importanti, forse impensabili, se guardiamo al significato e al valore di alti momenti come il concerto dei tre presidenti del 2010 in piazza Unità e all’omaggio, nel 2020, del presidente Mattarella e del presidente Pahor, mano nella mano a Basovizza e nei luoghi del ricordo. Su questa strada vogliamo proseguire per affrontare le nuove sfide a cui siamo chiamati, per privilegiare sempre il dialogo, la collaborazione, il bene comune e la crescita di una solidarietà vera che ci fa tutti migliori”.
Il sindaco Roberto Dipiazza ha evidenziato ancora come “Insieme e uniti, capaci di ascoltare le ragioni di ognuno nel rispetto di tutti, abbiamo il dovere di costruire una società più giusta. Certo non è cosa facile, ma se sapremo ascoltare la voce e le regioni dell’umanità potremo sviluppare, valorizzare e attualizzare ancora e sempre meglio le parole del Papa Santo, Giovanni Paolo II che, proprio da questo Colle di San Giusto, nel 1992, esortava Trieste ad essere “Patria del dialogo””.
“Abbiamo scelto e voluto percorrere quella via, anche con fatica, e in questa direzione vogliamo continuare ad andare. Lo abbiamo fatto anche attraverso la testimonianza di grandi vescovi come mons. Antonio Santin, mons. Lorenzo Bellomi, mons. Eugenio Ravignani, il caro arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi e ora con lei, mons Enrico Trevisi, un pastore illuminato e aperto, una guida spirituale e di umanità che ha molti talenti da valorizzare e far crescere e che saprà essere un essenziale e sempre prezioso punto di riferimento per la Comunità Cattolica e per l’intera nostra città”.
“Admirantes Iesum” ovvero “Tenendo fisso lo sguardo su Gesu’” è il motto del suo stemma episcopale che sintetizza nel migliore dei modi il valore della sua e della nostra fede. Una fede -ha detto ancora Dipiazza – ora chiamata ad incarnarsi e a dare frutto a Trieste, la città della “scontrosa grazia” che l’abbraccia e le viene incontro con tutto l’affetto di chi sa di aver trovato un nuovo e autorevole compagno di viaggio e di vita, un maestro di fede speranza e carità”.