(AGENPARL) – Roma, venerdì 14 Aprile 2023 – PRAMASHWAR- L’infinito – una fusione dell’arte italiana con la fede religiosa indiana.
L’arte è un’immagine creata consapevolmente attraverso un’espressione di abilità e
immaginazione. Raramente un’opera d’arte è un continuum di dinamismo spirituale, forza e
vivacità che diventa il capolavoro che influenzerà le generazioni negli anni a venire.La scultura battezzata Pramashwar – The Infinite è uno di questi conglomerati di fede
religiosa indiana e trascendente opera d’arte italiana che ha scatenato molte sfide per lo
scultore di Pietrsanta, Nicola Stagetti. Lo Scultore ha raccolto la sfida di creare un ritratto in
marmo del Santo con una sola piccola fotografia del Santo scattata 100 anni fa. Il santo
indiano, Yogiraj Sarkar Godariwale Shri Nand Lal Ji, nato nel 1874 a Nowshera e vissuto tra
il XIX e il XX secolo a Dhal-Dhola nel Gujarat, è rinato nel marmo a Pietrasanta, la città dove
gli artisti hanno sempre scolpito figure ecclesiastiche.Nell’anno 2018, il capo fiduciario del trust religioso indiano ha previsto la realizzazione di
una scultura colossale con le sembianze del Santo Santo, Yogiraj Sarkar Godariwale Ji da
scolpire nel marmo di Carrara a 3,3 metri di altezza. La scultura deve essere collocata nel
Sacro Tempio di Hathras, situato in un luogo a circa 40 km dal Taj Mahal, Agra in India.Nel 2018, questa fondazione religiosa indiana ha avvicinato tutti gli scultori di Pietrasanta e
molti di Roma con questo grande progetto chiamato PRAMASHWAR- L’infinito, coinvolgente
sfida di scolpire una scultura colossale del Santo indiano in un unico blocco di marmo di
Carrara con un’unica fotografia di riferimento del Santo scattata 100 anni fa. Era imperativo
che lo scultore prescelto catturasse l’aura radiante del Santo. Per lo più tutti gli artisti e gli
artigiani della città hanno scelto di dimostrare la loro abilità scolpendo il volto del Santo
Santo nel modello di creta. Nessuno, ma solo il maestro scultore, Nicola Stagetti, poteva
dare risultati perfetti con l’argilla che suscitava un’euforia tra i seguaci simile all’essere alla
Sua Santa presenza.Il maestro Nicola Stagetti che raccolse la sfida, si rese ben presto conto che una scultura di
fede in marmo poteva essere scolpita solo con un ampio studio della biografia del Santo.
Sapeva che la sua opera poteva essere portata a perfezione solo se avesse potuto sentire
nel suo cuore la compassione del Santo; allora poteva permettere alla sua mente di guidare
le sue mani per scolpire la scultura. Lo scultore continua a lavorare sulla scultura per diversi
mesi utilizzando tutte le ultime tecnologie insieme alle tecniche convenzionali della scultura
italiana. Ha anche dovuto inventare nuovi metodi per comprendere i dettagli fini che riusciva
a malapena a vedere nella vecchia fotografia che aveva una risoluzione molto debole.Nella fotografia il Santo è seduto in posizione di contrapposto con la gamba sinistra sopra la
destra; tuttavia, il suo peso corporeo è più inclinato a destra. Nicola avrebbe dovuto
immaginare e scolpire i muscoli a riposo su un lato e scolpire l’effetto che avrebbe sull’abito
tradizionale indiano che il Santo indossa nella foto. La sfida che ha affrontato è stata quella
di ridimensionarla e scolpirla con precisione, sebbene la risoluzione della foto di cento anni
non fosse buona. Ha lavorato diligentemente e in costante contatto con i seguaci del Santo,
per capire lo stile dell’abbigliamento indiano che il Santo si vedeva indossare nella
fotografia. Con diligenza e perseveranza ha raggiunto il compito che sembrava impossibile
per molti.Il suo lavoro magistrale ha ottenuto il plauso di ammiratori e critici d’arte: Alberto Moioli,
Jean Blanchaert da Milano, Vicki Sullivan dall’Australia, Silvia Iorio dall’Umbria, Yuliya
Zelinskaya dalla Russia e molti altri da tutto il mondo. Gli intenditori d’arte hanno compreso
le sfide alla base della scultura e hanno riconosciuto i limiti dell’uso di macchine robotiche su
una scultura che non aveva precedenti. Si pensa che il successo di Nicola Stagetti sia stato
fatto raramente, se non mai.
Poco prima che il capolavoro marmoreo fosse completato, fu mostrato allo scultore un paio
di scarpe appartenute al Santo. Il Maestro Stagetti ha accettato la sfida di scolpire l’intricato
design delle scarpe originali di 100 anni nelle scarpe di una scultura massiccia.La scultura ha catturato una vasta attenzione nel mondo dell’arte e PRAMASHWAR-
L’infinito viene ora riconosciuto come il capolavoro del 21° secolo a causa delle numerose
sfide erculee che sono state affrontate e superate durante il progetto Holy. La scultura,
PRAMASHWAR- L’infinito è quasi completata, ma ha già influenzato molti ammiratori d’arte
a seguire il lavoro sulla realizzazione della scultura negli ultimi 3 anni. Uno di questi
ammiratori è il fotografo accreditato Leica, Riccardo Dalle Luche, che era in città per
immortalare i progetti importanti della città. Rimase sbalordito quando venne a conoscenza
della storia dietro la creazione di Sculpture, PRAMASHWAR-The Infinite. Ha iniziato a
seguire la realizzazione della scultura con la sua fotografia stellare che ha in programma di
raccogliere in un libro che sarà pubblicato durante la cerimonia di inaugurazione della
scultura a Pietrasanta poco prima che venga spedita in India.Il maestro Nicola Stagetti ha iniziato i lavori nel 2018 e da allora ha messo il cuore e l’anima
per infondere vita e grazia in questa scultura che porta la fede spirituale di molti dei seguaci
del Santo in tutto il mondo. Questa Scultura della fede incarna delicatezza e forza, candore
e maestosità che rimarranno sempre l’orgoglio di Pietrasanta e il riflesso dell’arte italiana in
India. Il Sommo fiduciario di questo ente religioso ha anche destinato uno spazio per la
galleria nei locali del tempio che prenderà il nome di Pietrasanta per rendere omaggio alla
città. La galleria promuoverà le opere d’arte della città non solo in marmo ma anche in
bronzo, mosaico, terracotta ecc. degli artigiani che si ispirano a questo progetto,
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