
(AGENPARL) – gio 16 febbraio 2023 L’Ufficio Stampa della Consob
Testo Allegato:
Presentazione VIII Rapporto CONSOB sulle scelte di investimento delle famiglie italianeSaluto del dott. Carlo Comporti – Commissario ConsobRoma – 16 febbraio 2023L’incontro di oggi si inserisce nelle iniziative volte a presentare l’ottava edizione del Rapporto CONSOB sulle scelte di investimento delle famiglie italiane. Il Rapporto rappresenta un importante strumento di raccolta di dati e informazioni nell’ambito di una più ampia attività di studio e analisi che la CONSOB realizza in linea con le direttrici strategiche e operative della vigilanza tese alla tutela dei risparmiatori ed investitori. Le attività di studio in corso spaziano su molti temi e si avvalgono, in alcuni casi, della collaborazione con le Università, che consente di individuare sinergie e complementarità rispetto all’individuazione dei temi di policy più rilevanti, alle applicazioni metodologiche, alla diffusione dei risultati. Oggi abbiamo un esempio di questa collaborazione, poiché la presentazione del Rapporto si accompagna alla presentazione di un lavoro congiunto tra CONSOB e l’Università Tor Vergata che indaga i fattori che si associano alla propensione alla pianificazione, fornendo indicazioni utili per l’individuazione delle possibili aree di intervento.***Nello specifico, l’odierno seminario tratta il tema della pianificazione finanziaria. La pianificazione, che può essere definita come individuazione di obiettivi finanziari – al servizio di obiettivi di una o più fasi del ciclo vitale delle persone e delle famiglie – raggiungibili alla luce delle risorse disponibili in un determinato orizzonte temporale, come verrà illustrato a breve, rimane poco diffusa tra gli italiani. Il dato risulta, tra l’altro, in diminuzione, e questo appare particolarmente preoccupante a fronte di un sensibile incremento delle spese medie per le famiglie italiane.In un contesto sempre più complesso e per molti versi incerto, la pianificazione costituirebbe uno strumento fondamentale per ridurre i margini di rischio e di incertezza, per consolidare la capacità di risparmio e la capacità di assorbire shock negativi endogeni od esogeni. Tra questi shock si annoverano quelli che possono manifestarsi a livello delle singole persone o nell’ambito del nucleo familiare oppure quelli di carattere esterno, talvolta di carattere sistemico. Sembra, quindi, riproporsi, a livello di singola famiglia e con riferimento ad un più ampio processo articolato in consumo-risparmio-investimento, quel problema di short termism su cui negli ultimi anni si è concentrata l’attenzione di studiosi e policymaker, con particolare riferimento alla operatività di investitori istituzionali e professionali sui mercati finanziari. Gli studi della Consob che oggi presentiamo e discutiamo, invece, ci ricordano che esiste anche un problema, rilevante, di eccessivo short termism a livello di investitori retail, o meglio di famiglie. Una imperfetta pianificazione finanziaria e un debole controllo delle proprie finanze personali, infatti, altro non è che un’assenza di visione strutturata dei propri bisogni e consumi di medio-lungo periodo, di previsione delle dinamiche di entrata e uscita, di corretta allocazione dei propri redditi tra consumi, risparmio, investimento, ed eventuale servizio del debito.L’evoluzione del quadro macro-economico ed i mutamenti economico-sociali rendono particolarmente urgente un deciso incremento nella propensione e nella capacità di pianificazione finanziaria. Da un lato, il ritorno stabile di pressioni inflazionistiche ed il rincaro senza precedenti delle bollette energetiche – fenomeni che sono in parte tra loro legati – aumentano il bisogno delle famiglie di non trovarsi impreparate davanti a spese elevate ed impreviste.Dall’altro, assistiamo ad uno strutturale cambio delle abitudini di pagamento dei consumatori, soprattutto nelle generazioni più giovani. Il cd. buy now pay later (BNPL), ossia il ricorso al pagamento dilazionato o credito al consumo, è diventato ormai una diffusissima consuetudine per l’acquisto non solo di beni durevoli – quali, ad esempio, le automobili o gli elettrodomestici – ma di una sempre più ampia gamma di prodotti di consumo, dall’abbigliamento all’elettronica di consumo – inclusi gli smartphone. Le piattaforme di acquisto digitali (Amazon) ne fanno uso massivo, e alcune fintech (Klarna, Scalapay, leader nel mercato italiano) stanno registrando un forte successo proprio offrendo questo tipo di rateizzazione di pagamento, talvolta senza interessi. Il fenomeno è globale: recenti dati stimano una decuplicazione di queste transazioni nel quinquennio 2019-2024 (Statista*). Questa tendenza è da considerarsi positivamente come strumento di incentivazione dei consumi. Tuttavia, il ricorso sistematico al BNPL richiede, al contempo, una capacità di programmare la copertura dei futuri obblighi di pagamento, sconosciuta ad un consumatore abituato ad un pagamento immediato.La riscontrata mancanza o imperfezione di pianificazione finanziaria ha due macro-implicazioni: da un lato, aumenta la vulnerabilità, o il senso di vulnerabilità, delle famiglie, ossia il rischio di non essere capaci di fronteggiare spese impreviste, ovvero la futura perdita di capacità finanziaria legata ad un andamento avverso delle variabili previdenziali, nella maggior parte dei casi ampio e inevitabile;dall’altro, immobilizza il risparmio delle famiglie in impieghi non produttivi, riducendo gli investimenti finanziari e il necessario trasferimento di ricchezza verso l’economia reale. Su questo punto colpisce il dato della rilevazione del Rapporto in merito ai possibili impieghi del risparmio. Sommando il 21% di colori i quali esprimono una preferenza per la liquidità, al 22% di colori i quali non hanno un’idea precisa su come impiegare il risparmio – che, presumibilmente, tenderanno anche loro a mantenere liquido il proprio risparmio- la risposta prevalente fa emergere uno iato tra risparmio e investimento produttivo. Tale gap è anche imputabile all’assenza di quella capacità di pianificazione già richiamata, che consentirebbe, invece, di destinare risorse in modo stabile agli investimenti, anche di natura finanziaria.Senza sottovalutare gli aspetti socio-economici legati alla vulnerabilità finanziaria delle famiglie, soprattutto in uno scenario di rallentamento economico, crisi inflazionistica, rischi geo-politici, è ovviamente questa seconda implicazione – l’assenza di impiego produttivo del risparmio – ad essere centrale per una Autorità di vigilanza sui mercati finanziari. Nessuna delle iniziative nazionali ed europee di supporto e incentivo allo sviluppo dei mercati dei capitali, al centro dell’attuale dibattito, potrà mai avere efficacia in assenza di un significativo incremento del grado di partecipazione delle famiglie all’investimento finanziario. E penso, in particolare, alle necessità di finanziamento delle due epocali trasformazioni che il complesso del sistema economico devono fronteggiare: quello della trasformazione della innovazione digitale e tecnologica e quello della trasformazione verde od eco-sostenibile. Le leve su cui agire per aumentare la propensione alla pianificazione passano sicuramente dall’educazione finanziaria, nel presupposto che un adeguato set di conoscenze e competenze sia condizione necessaria, ma non sufficiente. L’innovazione tecnologica in materia di data management e data visualization può essere di grande aiuto. Oggi, già un semplice conto corrente bancario rende spesso disponibili sempre più affidabili e fruibili rendicontazioni dei movimenti, spesso con una classificazione delle uscite finanziarie per macro-categorie (consumi alimentari, viaggi, divertimento, etc). Diverse app, poi, offrono sistemi di gestione integrata dei pagamenti, del risparmio e degli investimenti, che permettono di “accantonare” periodicamente parte delle proprie disponibilità liquide per destinarle a futuri pagamenti/investimenti. Questi strumenti innovativi certamente agiscono nella direzione di un incremento della propensione alla pianificazione finanziaria. Credo, quindi, che l’innovazione tecnologica possa apportare una forte spinta alla capacità di sviluppare una cultura di pianificazione finanziaria, fornendo strumenti di base. C’è da chiedersi – e lascio l’interrogativo al dibattito che seguirà – se un contributo allo sviluppo di una sana attitudine alla pianificazione finanziaria possa essere apportato anche dalla consulenza finanziaria. Una consulenza finanziaria, quindi, che non dovrebbe più limitarsi alle sole scelte di investimento, ma estendersi anche alla fase di pianificazione e budgeting finanziario che concettualmente dovrebbe precederle. Questo, attraverso un trasferimento non di mere nozioni, ma anche e soprattutto dei tool operativi – le applicazioni digitali sopra richiamate – necessari.4191002921000*