
(AGENPARL) – ven 02 dicembre 2022 COMUNICATO STAMPA
Somma: “Scenari cupi per il Mezzogiorno.
La Manovra recuperi strumenti agevolativi per gli investimenti”
POTENZA, 02 dicembre 2022 – Si prefigura per il Mezzogiorno uno scenario di preoccupante
recessione che porta con sé il concreto rischio di allargare ulteriormente e irrimediabilmente le
distanze rispetto al resto del Paese. E’ l’allarme del presidente degli industriali lucani, Francesco
Somma, che spiega: “Ai pesanti effetti provocati da caro energia e inflazione che – come certifica
l’ultimo rapporto di previsione Svimez – hanno colpito soprattutto famiglie e imprese del
Mezzogiorno, con ricadute sempre più evidenti a partire dai prossimi mesi, si aggiungeranno
presto le conseguenze di una Manovra Finanziaria che non conferma gli importanti strumenti
agevolativi che fino a questo momento hanno sostenuto il rilancio produttivo di questa parte del
Paese. In particolare, la nuova legge di Bilancio non prevede alcuna proroga per il credito di
imposta per gli investimenti al Sud. La Manovra non contempla neanche il rinvio della scadenza del
credito d’imposta sugli investimenti in impianti, attrezzature, macchinari e opifici nelle aree Zes, ad
oggi fissato alla data del prossimo 31 dicembre. Data entro la quale, al momento, avrà termine
anche la Decontribuzione Sud che si è rivelata una straordinaria misura di sostegno
all’occupazione nel Mezzogiorno. Ben comprendiamo le ragioni di una Finanziaria che ha
destinato la gran parte delle risorse disponibili alle misure di sostegno a famiglie e imprese contro
il caro energia e condividiamo appieno l’approccio che ha salvaguardato la tenuta dei conti
pubblici. Ma il quadro che si va componendo per i prossimi mesi, in assenza di misure correttive, è
di un Mezzogiorno che si incammina sulla via del declino e della desertificazione industriale. Una
prospettiva che equivarrebbe a un vero fallimento proprio negli anni in cui le regioni del Sud
avrebbero dovuto conoscere l’atteso rilancio e il superamento dei tanti divari – infrastrutturali,
generazionali, di genere e di competenze – grazie al potente traino del Pnrr.
Le imprese del Mezzogiorno si trovano a essere indebolite, per giunta, nel momento della
massima esposizione alla doppia transizione ecologica e digitale che, se non adeguatamente
gestita, rischia di travolgerle, come sosteniamo da tempo rispetto alla crisi che ha colpito la filiera
automobilistica, e non solo. Purtroppo, dobbiamo prendere atto che invece ne escono
depotenziati anche interventi che in questi anni hanno rappresentato un forte stimolo agli
investimenti, come Industria 4.0.
Si rischia un’ulteriore frattura rispetto al resto del Paese, che, è bene ricordare, va a discapito non
solo delle regioni del Mezzogiorno ma dell’intera Italia che perderebbe così l’irripetibile occasione
di riallinearsi al resto d’Europa.
Confidiamo, dunque, in un ravvedimento operoso del Governo o di un intervento del Parlamento
in tal senso, convinti che ci siano spazi per recuperare, almeno in parte, risorse attualmente
impegnate su capitoli di spesa pubblica improduttiva, attraverso le quali confermare strumenti di
sostegno in grado di generare reali ritorni per le casse dello Stato e per la tenuta economica e
sociale del Paese e del Mezzogiorno in particolare.
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